Pare che la stravittoria statunitense di Trump stia per annunciare la “fine della ricreazione” per l’Occidente infantile (senza più l’ombrello americano gratis). L’Europa, diventata opportunista, dopo essere stata all’origine di tutta la civiltà, sembra aver chiuso…
La “democrazia” avrebbe deresponsabilizzato totalmente i popoli che la praticano? L’infantilizzazione – ovvero il processo pervenuto e tipico di quando ci si riduce al solo pensiero antropologico e soggettivista, sganciato dal suo inevitabile processo di Creazione divina e, quindi, dell’Essere oggettivo – è stato l’esito fatale dell’Europa dell’ultimo secolo. E per conseguenza di quasi tutto l’Occidente, la cui elezione politica americana non finisce di stupire, sconvolgendo tutta la cultura di civiltà. Quella ora priva culturalmente, del Dio trinitario e della Creazione divina: essa non poteva che portare all’insipida scemenza dell’infantilismo artificioso, senza la Grazia dell’inconsapevole bellezza, per esempio dei bebé. Da lì, il trovarne la garanzia in un altro Paese ben responsabile e fatalmente dal destino dominante, il passo non poteva che diventare breve. Molto breve. È quanto è successo almeno con la seconda guerra mondiale e con la mondializzazione modernista e opportunista falso-edonista, dal 1945 in tutto il mondo. Il tentativo ultimo – anche interno agli Stati Uniti – di resistere ad una certa pregressa logica storica di Verità si è schiantato contro la reazione congiunta e successiva (sebbene sempre sopravvissuta) sia nel Vecchio Continente con la vittoria incompleta della destra storica, che negi Stati Uniti, con la vittoria popolare di Donald Trump. Un inizio, solo un inizio: nei due casi comunque molto significativi. Di cui non ci si è ancora resi del tutto conto nel mondo, a causa del fatto che le conseguenze non si sono ancora ovviamente molto già manifestate. In Europa occidentale (ancora in piena guerra!) ma già da anni bloccata politicamente in Francia, dove hanno anche innaturalmente ostracizzato la destra ultima vincitrice (sempre stigmatizzata abusivamente di “estrema destra”); o in Germania, dove il processo di continuità attualmente è quasi bloccato, dal punto di vista economico e politico, fino ad almeno un incerto futuro “prossimo” (per cui con la Francia ha già perso il punto riferimento europeo in America). E in Italia, con la nuova reazionaria parte politica d’opposizione di sinistra (compresa quella istituzionale del “deep state” – stato profondo –, dei sindacati e della Magistratura): essa si scatena così e sempre più per cercare di sopravvivere. Almeno nella cronaca con sette regioni perse nelle ultime elezioni locali su otto… Tutti i commentatori, anche all’estero, parlano di “declino oggettivo, storico ed economico dell’Europa tutta!
Anche ammentendo il valore intrinseco della “democrazia liberale” (però solo come uno degli strumenti funzionali privo del principio morale situato al suo esterno!), la dignità dell’Europa, diversa dall’UE attuale, non può sfuggire alla sua autonomia di riconquista
La democrazia, l’aristocrazia e la monarchia non sono altro che le tre forme strumentali della moderna “governance”: oltretutto anche più o meno omogeneizzate da opportune Costituzioni moderniste e da specificità tradizionali legittimamente localiste. Esse sono tutte state private, ontologicamente da sempre, dei presupposti che possono permettere di governare sapientemente. I quali princìpi non possono essere che trascedenti e morali , ovviamente, malgrado la vulgata opposta ben assestata. Vulgata coincidente con il successo della grande operazione culturale gramsciana, iniziata teoricamente durante la permanenza nelle carceri fasciste del leader comunista sardo-torinese. E attuata progressivamente negli ultimi ottant’anni, chiamata “ egemonia culturale” ateizzante, di tipo gnostico e immanentista.
La crisi della Chiesa anche cattolica, essendo giunta ora al suo culmine, con il Concilio Vaticano II, i suoi sei Papi dopo Pio XII integerrimo. Comprensivo dell’attuale Pontefice ahimé totalmente eretico (dopo undici anni di scemenze settimanali scismatiche interne), di tipo sangallista e appartenente alla teologia protestantizzante “del popolo”, a volte, intermittente tradizionalista come al solito nel modernismo (per ignoranza e soprattutto per opportunismo). Le nuove forze reazionarie e conservarici della ormai quasi raggiunta configurazione perversa (anche della democrazia originaria) sono oggi molto forti, strutturate ed efficienti. Per cui si rendono prevedibili lunghi anni di lotta strenua – a livelli non solo europei e nazionali – tra le due fondamentali fazioni squilibrate e riproducenti la scemenza masochista ormai classica (anche se molto diseguale tra sinistra e destra). Compreso il tentativo razionale pure altrettanto infondato teoreticamente, in quanto radicalmente impiantato nella stessa ideologia secolarizzata e secolarizzante. Che si pensi alle resitenze ormai integrate nell’architettura politicista delle leggi istituzionali e nelle tendenze culturali occidentali. Tutte stataliste!
Il grande problema costituito da secoli è che anche tutti i Paesi del BRICS, l’antagonista all’Occidente unico e in ascesa, sono sempre in preda delle stessa visione, per ora solo appena meno materialista. E senza alcuna speranza veramente superiore a quelle della stessa Europa. Si pensi anche alla necessità indispensabile di riorientare tutta l’idea costruttiva diella stessa dignità umana. Che ora affligge con l’iper-statalismo totalitario e maggioritario del mondo intero… E per cui la democrazia che attribuirebbe teoricamente tutto il potere al popolo considera sempre lo stesso completamente… innocente (nonostante che già tutti i conflitti mondiali del secolo scorso abbiano fatto virca più di un miliando di vittime … civili)!
Il parassitismo dell’”innocenza del popolo”, che ha alimentato da almeno tre secoli la concezione filosofica della nascentesinistra storica, è quasi quasi giunto al capolinea
Il capolinea teorico, come al solito nei processi storici, è già pervenuto in vista del suo scopo finale. Ma gli ultimissimi tragitti, a completamento della sua transizione, potrebbero rivelarsi pure molto lunghi e complessi. Proprio per la radicalità ideologica di tuuti gli erranti e per l’estrema minoranza della coscienza critica oggi già disponibile. Soprattutto in Europa che sempre costituisce il continente, secondo la più autorevole consapevolezza cattolica e petrina oggi pensante e religiosa: per esempio dell’arcivescovo emerito Giampaolo Crepaldi di Trieste, fondatore dell’Osservatorio Van Thuân. Il quale con la sua logica può salvare veramente il mondo intero dalla sua catastrofe, in virtù della sua chiarezza dottrinaria e, soprattutto, in subordine alla volontà di Dio. La scemenza, vale a dire l’opposto processo d’indebolimento decostruttivo razionalista (contrario al razionale!)– quindi solidissimo in argomentazioni apparentemente strutturate (grazie anche alla massificazione della psicanalisi di Freud e di molti suoi distorti compari) – è destinato ad animare, prevedibilmente anche per molto tempo, la lotta detta sempre “di classe”. Già ora in accelerazione disarmante. L’idea alla base di tutto è quella di “innocenza del popolo” per cui – proprio secondo le idee illuministe, soprattutto francesi e particolarmente di Rousseau, le cosiddette masse popolari gnostiche attuali sarebbero buone e sempre indenni di ottimi propositi e veri comportamenti irreprochabili.
Tutta la dignità anti-parassitaria dei popoli moderni dipende dunque dal chiarimento di questo cruciale passaggio: tra causa ed effetto. Attualmente purtroppo sempre disperante.
La vera soluzione è giust’appunto quella che tutto l’universo ha respinto attivamente con mezzo millennio di ribellioni rivoluzionarie politiciste che hanno ucciso la nobile politica
Solo l’Europa – che ha incarnato la civiltà e il messaggio veramente salvifico cristiano nella storia – può essere, rinsavendosi completamente, ancora la protagonista dell’eterna civiltà cristiana. Attualmente, se ne è ben lontani. Soprattutto a causa della paradossale e maggioritariamente opposta Chiesa cattolica o sinodale che dir si voglia attuale. A cui il rapporto con la realtà contemporanea può essere altrettanto stimolato e sviluppato solo ricercando affinità morali di princìpio religioso opposte alle mentalità correnti. Non è la Dottrina cattolica a doversi adattare al mondo e ai suoi vizi, ma tomisticamente e soprattutto, in modo evangelico, è il contrario che si deve intraprendere!
Del resto, è esattamente quanto il mondo ha già diabolicamente fatto da mezzo millennio, allontanandosi e rifiutando non solo i “principi detti ora non negoziabili” religiosi di Papa Ratzinger: rivelati dall’incarnazione e dal Magistero ecclesiale della Chiesa romana. Ossia della Dottrina Sociale delle Chiesa. Tutto il modernismo della realmente immanentista teologia irreligiosa delll’anche osannato dal Papa Paolo VI (all’ultimo Concilio), Karl Rahner (morto nel 1984). Il quale aveva teorizzato anche una “modalità oggettiva diretta”, per cui – alla fin fine – pure la Chiesa cattolica sarebbe divenuta assolutamente pleonastica e inutile…
Tutta la concezione orizzontale e materialista della politica stessa conseguente, ideata in armonia con la Creazione invece come tesa a interpretare e incarnare i princìpi vitali trascendenti e vocazionali dell’umano, si è trasformata in criteri reattivi di pura “volontà di potenza”: fatalmente bellicosi e antagonisti alla Verità!
La rivoluzione e la sua metodologia di continuità – per l’appunto politicista e idolatra – ha distrutto ormai quasi completamente la sostanza della sua capacità associativa al “Buono, al Bene e al Bello”. Che tanto mancano all’attività intra-umana contemporanea. È per questo, fondamentalmente, che oggi ognuno deve prendersi sulle spalle la proria Croce.
Per sempre pregare, perché innocenti non si è più: ben dopo Adamo ed Eva che già avevano molto non solo desiderato di diventare almeno come Dio, loro Creatore!
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