La “Nuova Dottrina” della Chiesa bergogliana, detta modernista, non è né veramente cristiana e, soprattutto, neppure ovviamente cattolica. Il suo antropologismo esclusivo e immanentista (contro tutta la civiltà religiosa e apostolico-petrina) la rende opposta alla logica Creazione stessa. E alla sua capacità “esperienziale”, creativa e collaborativa, con la Trinità del Creatore continuo, nell’umano e di tutto l’universo

Senza il senso naturale e ontologico della creaturalità, si perde quello che si chiamava il “timore di Dio”; senza Dio si perde anche il senso dell’umano; e senza l’umano ci si avvia inevitabilmente verso il nichilismo masochista della follia quotidiana della nostra era
Tutto era stato detto, come al solito, in un’intervista condotta dall’editore di Fede e Cultura, Giovanni Zenone, al direttore dell’Osservatorio della Dottrina Sociale della Chiesa cardinal Van Thuân, il grande filosofo teologo Stefano Fontana. Da parte cioè del redivivo fondatore della casa editrice cattolica, reduce dopo mesi presso un ospedale dove è stato gravemente operato… Da mezzo millennio, il mondo europeo della civiltà cristiana, che ha determinato nella sua totalità tutto il mondo intero indipendentemente dalle sue moltissime culture diverse e anche opposte, ha apparentemente perso l’essenza della sua natura storica. Il pensiero, prevalentemente antropologico e immanente, si è impadronito progressivamente degli uomini, a partire dai suoi stessi iniziali continentali, per giungere fino ai confini dell’universo terraqueo. Dio Creatore, col suo intrinseco monoteismo esclusivo e naturalmente geloso oltreché trinitario, è stato rigettato e confinato dalla scemenza  modernista, al meglio, nell’ostracismo intimista delle coscienze individuali: scrupolosamente al di fuori del pubblico politico.
Quello cioè del senso naturale di dipendenza, proprio della creatura sociale, devota ed eternamente riconoscente al proprio Creatore, al proprio Padre. Il nuovo essere, però diventato tronfiamente ripieno e gongolante della sua vanagliosa cosiddetta capacità di riflessione “creativa”,che aveva attribuito al suo cosiddetto pensiero l’essenza indipendente della sua natura umana. Senza però considerare l’evidenza, in ogni caso già alla sua Creazione divina! L’umanità intera, a partire dai cinque secoli precedenti alla nostra epoca, ha quasi concluso il suo tragitto intellettualistico verso la visione nichilista di una vita totalmente reificata.
La perdita di Dio e della sua quasi intera civiltà positiva incarnata cristiana, di riferimento ormai totale anche per tutte le culture falso-religiose sulla Terra, ha così portato tutto il genere umano ad una visione ormai omogenea della nuova vita gnostica. Nei suoi principi completamente anti-tradizionali e di origine solo antropologica. Ovvero a un universo trans-umanizzato e già indotto a una riformulazione globale inevitabilmente rivoluzionaria, sia come sostanza che metodologia. L’attuale politica politicista, notoriamente sempre priva dei principi morali e funzionali perché esterni che le permettono di esistere su fondamenti portanti, ha condotto l’umano nell’esclusività acefala della sua concezione secolarizzata e materiale di sola “volontà di potenza”. Nel vicolo cioè cieco della pazzia masochistica dell’auto-distruzione, perfino nucleare, mondiale e definitiva.

La Nuova Dottrina “cattolica”, iniziata da mezzo millennio con la filosofia immanentista e protestante, anche nella Chiesa cattolica (con la prima moderna scissione luterano-anglicana), è l’eresia attuale e subdola del nostro presente, falso-edonista e straccione
Da dove è iniziato questo processo di radicale sovvertimento della concezione naturale e naturalistica, del semplice sempre considerato Mistero della Vita e della sua logica di pura creatività? Dal cosiddetto pensiero parziale, esclusivamente umano, che tutto vorrebbe spiegare a partire dalle ragioni nemmeno veramente logiche. Indipendentemente dal fatto che sempre e ontologicamente sono legate alla realtà oggettiva, che la misteriosità della stupefacente esistenza ha sempre chiamato Fede. Si è così ovviamente realizzato l’assurda finalità moderna già descritta e profetizzata, da tutta la completa teologia medievale, alla luce anche di tutta la sapienza antica della civiltà greco-romana: per cui l’uomo deve piegarsi alla realtà oggettiva che gli si para dinanzi. Fino a giungere ora a voler assurdamente adattare il reale al proprio soggettivismo e arbitrariamente pensato nei fumi dell’eterna ideologia!
Tutta la crisi della filosofia contemporanea consiste così nell’ormai ostinata cocciutaggine a voler perseguire siffatta chimera, purtroppo non meno che idiota e senile. Fino all’attuale miserissima visione “woke”. La follia era iniziata a volersi porre e sviluppare nell’antica sua falsa logica ed erronea nel razionalismo, ovviamente innaturale. Sempre descritto già dal Vecchio e dal Nuovo Testamento come “Peccato originale”: ora pure nella sua forma attuale di neo-modernismo”: quello già descritto in maniera suprema e compiutamente da Papa san Pio X, già all’inizio del secolo scorso. Una nuova Dottrina della storia era così re-iniziata ad affermarsi nell’orgoglio veramente vanaglorioso dell‘uomo-creato e creatura che non aveva smesso di diventare peccaminosamente ciò che sempre rimane impossibile che possa appropriarsi.
Il sogno suo evidentemente proibito di divenire onnipotente come Dio – essendo semplicemente e inevitabilmente mortale ontreché nascituro non per nemmeno una sua minima volontà – ha costellato tutta la storia umana. Malgrado l’affermazione del monoteismo e del Cristianesimo petrino! Ora in sovrappiù rigettato dissennatamente dalla cosiddetta intelligenza solo umana, unita alla sua impossibile Libertà. Ambedue frutti della Creazione inevitabilmente divina nella Verità.
Il problema centrale è sempre stato – e tale rimarrà in eterno – quello della Verità: che non può che trascendere anche la più realistica e alta intelligenza umana. Donde l’eterna e odiata Fede.
Le sorti del luteranesimo e dell’anglicanesimo, ossia le sue penultime ideologie protestanti, all’origine della ribellione all’unica Verità religiosa, sola ed eterna, non fanno che esemplificare il fallimento della loro infondatezza modernista. Come tentativo, per ora riuscito, di dividere (divorziare) la Ragione dalla Fede. Anche separandole in una innaturale scissione illusoriamente edonista. La vera e indispensabile soluzione consiste invece nella volontaria sottomissione razionale della Ragione, totalmente autonoma (ma non indipendente!), al mistero della Fede (di natura divina: quella cioè della Grazia)! Soluzione dissennatamente rigettata dal modernismo filosofico, bloccato in avaria, come un catorcio in panne meccanica e senza benzina, nel bel mezzo del deserto…

La massificazione dei popoli – sia di destra che, ancor peggio, di sinistra – costituisce da almeno un secolo, a livello mondiale, l’humus ideale per la subordinazione attiva al totalitarismo mondialista: quello declinante, soprattutto europeo. E, quindi, occidentale
Sia l’agnosticismo ateizzante, oggi maggioritariamente dominante al mondo (più o meno panteista e comunque creazionista iniziale ma “dormiente”), e sia pure tutte le false altre religioni non incarnate e politeistezzanti, si sono attivamente o passivamente sottoposte all’imperativo categorico mondialista attuale, anche totalmente ateo. Quello, come esempio massimo, della totalitaria supremazia filosofica liberal-capitalista e americaneggiante.
Ma anche la Chiesa cattolica, col suo modernismo da secoli gradualmente divenuto molto maggioritario o totalizzante, fino anche al suo papato attuale, si è ora apparentemente venduta all’eresia totale, anche se intermittente. E mentre in apparenza è scemata totalmente d’importanza sociale paurosamente. Essa si è – come si dice oggi – molto “secolarizzata”. E allineata fino all’eresia scismatica interna e ufficiale con la sua sacra Tradizione sempre detta “Mistica” e petrina. Nel frattempo, le popolazioni internazionali – sia politicamente di destra che di sinistra – si sono massificate e sostanzialmente omogeneizzate tutte “spontaneamente” o comunque volontaristicamente, come descritto superbamente dallo spagnolo Ortega Y Gasset, già negli anni trenta del novecento. E, ultimamente, con la radicale strumentalità persuasiva e totalizzante della televisione, si sono ancor più intenzionalmente conformate al desiderio attivo d’identificazione progettuale con l’attuale mondialismo dispotico. Inconsciamente dannativo nell’attuale società irragionevole, dissennata e totalmente preponderante, per la sua mancanza voluta e notoria di progettazione divina e trascendente. Propria dell’ontologico destino supremo e umano della nostra civiltà plurimillenaria. È da sottolineare il primato di siffatto divenuto dominio, come ha fatto il direttore Fontana a proposito dell’ultimo Rapporto annuale del suo Osservatorio. Esso è da attribuirsi senza dubbio al continente Europa, leader mondiale indiscusso (ormai è quanto gli resta… fino a non molto tempo fa e da sempre), di tutta la compagine mondiale. La differenza tra Europa e Unione Europea, oltre che sostanziale dal punto di vista geografico e storico, lo è dal punto di vista ideologico attuale nel mondo. Come del resto la differenza tra Occidente geografico e culturale. Oggi come mai, non si è mai vista una divisione così radicale tra le weltanshauung, le visioni del mondo e della vita, così radicalmente opposte tra loro. Ragion per cui, se una soluzione potrà veramente essere trovata e messa politicamente in atto, non potrà essere che innanzitutto… europea. E non certo per uno sterile eurocentrismo tifoso e di maniera. Il problema del rapporto tra la Libertà e la Verità, non potrà essere risolto che dalla cultura pensante ed operante del Vecchio Continente che l’ha prodotta nel mondo intero. Si tratta, putroppo, di quella detta soprattutto di sinistra, dall’hegelismo idealista al materialismo di sinistra e dall’immanentismo al cosiddetto edonismo pseudo-massonico, infiltrati in tutte le false e falsificanti istituzioni, oggi sempre in crisi. Ma efficaci anche se endemicamente in molto lento declino.

Il nemico umano numero uno nel mondo oggi è la concezione anzitutto oggettiva per cui l’uomo si deve “adattare alla falsa realtà”. Come al contrario spiega tutta la teologia tomista e non il seducente pensiero ideologico, contrario e materialista del positivismo
È il rapporto riconoscitivo della semplice “realtà” il fattore, anche Rivelato, dell’atteggiamento autentico e complessivo, vale a dire religioso, dell’uomo di tutti i tempi. Per cui anche il livello valoriale di ogni singolo umano deve essere sempre veramente valutato a partire dalla costatazione di tutti i suoi fattori, nessuno escluso: compositivi cioè della sua essenza. Si tratta del criterio fondamentale con cui pure il vecchio contadino analfabeta ignorante può essere giustamente apprezzato, allo stesso titolo di un grande scienziato intellettualmente molto erudito. Tale riconoscimento naturale e originariamente diretto, altrimenti sistematicamente degradato da pessime infiltrazioni ideologiche, che possono giungere fino all’assurdo di dichiarare l’idea che ci si fa della realtà e non della sua natura intrinseca e veritativa.
La cosa si dispiega sempre alle spese dell’oggetto stesso della materia da esaminare… L’ideologia, infatti, è sempre la falsificazione del reale evidenzialmente costatabile anche con semplicità verificatrice metofologica. È per questo che il Cristianesimo è accessibile ad ogni buon umano, il cui amore per l’intuitiva Verità è sufficiente per accedere al vero, al buono, al bello e all’utile (le quattro categorie della filosofia vitale già greca).
Come del resto Dio avrebbe potuto, all’atto della Sua Creazione amorevole, fabbricare dal nulla un umano che potesse, solo per la sua sola volontà e non per la propria ontologia vocazionale e intrinseca, percepire e conoscere tutto il Vero dell’esistenza? E necessario per la sua anche fattuale Libertà. Ovviamente e inevitabilmente da escludere che anche la filosofia, ossia la possibilità solo umana e, al più, pure colta e speculativa fino alla sofisticazione della Ragione, possa essere considerata la sola condizione per giungere alla Verità… plurale. Da cui il motto soggettivista cartesiano “Cogito, ergo sum” (Penso quindi sono)!
Naturalmente dove  si ha, all’opposto, che l’evangelica “Verità rende realmente Liberi”!
È la stessa idea oggettiva della realtà che ingenera la  veridica sostanza dell’Essere che, se non riconosciuto, è indotto nella procedura che porta a imporne una necessariamente falsa. Solo pensata in un sistema soggettivamente sovrapposto e opposto alla realtà stessa, che invece è sempre unica… Attualmente nel mondo è questo il falso procedimento, la cosiddetta “prassi”, che si ha tendenza a seguire erroneamente secondo le tendenze atee e senza finalità delle azioni anche fattuali. Quindi di tutta la politica handicappata e politicista moderna!
Anche quella ecclesiale detta cattolica. Preghiamo.

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