L’aumento dell’astensionismo al voto europeo ha ancor più rimesso in discussione la “democrazia liberale”: con il freno alla follia della sinistra statalista. Quella compresa tra il tragico totalitarismo collettivista marxineggiante e l’occidentalismo dirigista di destra
Come anche previsto, l’abbrutito popolo europeo si è parzialmente destato. Esso sta un po’ riparando provvisoriamente al suo peggior esito: quello della protervia benpensante dello gnosticismo modernista non solo continentale e politicamente di sinistra, che è rimasto e vuole rimanere ai comandi anche nell’elettoralmente sconfitta UE (non quella della classica d’Europa: da Lisbona almeno fino agli Urali!). Anche nella razionalista Francia (assolutamente sempre non razionale!), riguardo alle sue ultime elezioni legislative proditoriamente e nel più completo masochismo politicista indette dal suo presidente Macron: divenuto infine lo scematamente diminuito “Micron”, secondo un acuto quotidiano italiano. Il prossimo futuro ci dirà se il potere politicistico e sempre oligarchico di sinistra sarà veramente scalzato, anche nell’orrenda Unione Europea. O frenata, nei suoi deliranti e completamente dementi progetti, mondialisti earrogantemente illimitati, perfino sul piano economico. Tutte le ultime mosse dell’establishment, del potere gnostico in poltrona ai comandi a Bruxelles, non lasciano però margini di dubbio circa l’irriducibile propensione al potere coatto, pure contro il semplice destino dell’uomo. Anche nella sconfitta delle cosiddette loro sedicenti sacre elezioni politiche, ugualmente perse (o risicatissime e incerte, a causa dei consueti franchi tiratori sempre in agguato. E dell’ostinata subordinazione ideologica alla sinistra, da parte del Partito popolare europeo supposto di centro-destra. Sembra così non si permetta una vera e piena coalizione delle forze conservatrici della destra storica. E vincitrici di queste ultime elezioni continentali.
Il nuovo scenario cerca comunque di far prevalere la continuità innaturale della campagna elettorale eternamente in corso, sempre resa assurda, ora anche “provvidenziale” per il primo avvicinamento alla Verità in Francia: dove i macroniani ed eterni variegati socialisteggianti si oppongono alla sempre cosiddetta…“estrema destra”! Così la profetica visione caotica continua non solo nel nostro continente: prodotta dal mostro leviatano nell’Apocalisse, ben profetizzato da due millenni e modernamente installata, fino a farla apparire come definitiva.
La vera natura del male europeo (e mondiale) consiste nella sua origine complessiva, quindi religiosa: essa ha ostracizzato il Dio trinitario, almeno dalla dimensione pubblica
Sebbene le chiare vittorie dei partiti europei di destra, nei vari Paesi finora membri dell’UE (giunte comunque al livello d’astensionismo al voto “solitamente americano”, ben al di sotto della metà degli elettori potenziali), la consapevolezza culturale e politica dei popoli è ancora molto lontana dall’aver capito realmente la radice dello storico “male europeo”. E mondiale, di conseguenza. Esso è ancora ignorato nella sua coscienza critica, la quale rimane ancorata all’idea per cui tutta la Salvezza umana debba dipendere dall’applicazione della cosiddetta “sovranità del popolo”. Cosa impossibile in quanto la politica non dispone al suo interno dei princìpi superiori morali che potrebbero sostenerla legittimamente. La sovranità infatti non potrà mai essere altro che quella oggi dimenticata, nel concepito detto incontrovertibile, per cui l’uomo è stato invece semplicemente… creato. E destinato sempre a morire. Egli è rimasto comunque “creatura a immagine e somiglianza di Dio”. Per cui la sovranità appartiene per definizione e, non solo in modo logico, naturalmente solo al Creatore trinitario e alle Sue Leggi.
La natura anche del rimosso Essere Supremo antropologico hegeliano, contrariamente alle Leggi eterne cattoliche, non potrà mai essere invece proclamata. Solo quella divina e perennemente “sovrana” su Tutto potrà essere gridata sui tetti!
Su tutta l’antropologia umana, anche ovviamente in modo pubblico. Tutte le Costituzioni, che regolano (o cercano di farlo persino in politica), sono quindi false e inaccettabili. Altro che la sempre decantata nevroticamente dalla sinistra, “Costituzione più bella del mondo”! Che, fra l’altro, l’ha modificata già tante volte anche stravolgendola in modo ancor più peggiorativo. Il fatto che le masse popolari siano tutte nel mondo assoggettate (con diversi gradi) all’ideologia sostanzialmente atea e soggettivisticamente relativista, nei riguardi della Verità pure quotidiana e ben negata, dimostra anche di prima acchitto la falsificatoria distanza della struttura politica corrente e moderna. Quella rispetto alla ben diversa Verità creativista, che costituisce la Ragione primigenia e contro la quale è costantemente di attualità l’attuale follia. In modo apparentemente irreparabile nel mondo e affinché possa continuare a imperare tirannicamente. Ragione per la quale, sia il collettivismo di cultura marxista ed elitaria (non democratica perché strutturalmente mistificata), che il radicalismo altrettanto rivoluzionario, quasi incessantemente di destra, cioè ambedue le ideologie più diffuse e originalmente matricali, costituiscono il problema primo dell’attuale mondo ereticamente modernista. Della falsificazione cioè di tutta la Vita e, ovviamente, della sua politica stessa, osannata e ancora plebiscitata erroneamente come palingenesi del Tutto. La politica, quindi, come surrogato della vera e unica Religione (solo cattolica) sulla Terra!
Il cavallo di battaglia europeo dominante continua a demonizzare la lotta, l’inesistente cioè fantasma indispensabile per la sinistra, detto ”estrema destra”. In Italia, in Germania e in Francia trattano gli avversari politici come “immondi fascisti” da eliminare
Cosa soprattutto dimenticano i Francesi, pur sempre inventori di tutti gl’infiniti meandri politicisti? Quasi tutti modernisti, essi sono sintetizzabili nel riduzionismo politicamente violento e totalitario della vita moderna anche più quotidiana. Cercherò di spiegarlo sinteticamente in tutto questo post. Il leight motif delle campagne elettorali nei vari Paesi europei è stato da molto tempo il cosiddetto tabù del “ritorno del fascismo”. E ancora lo rimane come immagine falsa, e sempre meno efficace, nelle memorie: prova ne siano gli esiti dei risultati elettorali ora opposti. Il detto “fascismo”, supposto ancora oggi massimente odiato, coincide così in realtà con l’avversione che ontologicamente si dovrebbe continuare a coltivare contro il religiosamente rimosso e ormai negato “Peccato originale”. E lì sempre spinto, assimilandolo all’ossessiva definizione del “male assoluto”, e non solo storicamente – come sempre – avvenuto. Si cerca di dimostrare così, ideologicamente, che il fascismo, durato non più di una ventina d’anni, non è stato sconfitto e sepolto morto da più di ottant’anni (insieme al nazismo, sua versione comparabilmente pure molto peggiore). In corrispondenza cioè con la fine della seconda guerra mondiale, i suoi relitti (si sa) sopravvivono, come sempre inevitabilmente, in compagnia di molte macerie storiche. Appena però in marginalissime quantità anche solo teoriche, progressivamente quasi in sparizione fisiologica: come frammenti di tutte le fallaci eresie nella storia che rimangono vagamente negli spesso appena dimenticati ricordi. Come patologici e sempre molto irrilevanti sintomi che rimembrano la fragilità umana propria del sempre vero e indefettibile “Peccato originale”. Legato alla sua gloriosa e vera possibilità divina di vera Libertà. Soprattutto se si considerano, corrispettivamente, molto vaste eredità concrete e funeste, culturali e politiche, tutte pienamente falsificanti del comunismo. Compreso il loro spontaneo auto-fallimento, dichiarato di fronte al mondo nell’1989-91. Tuttora in modo ancora dominante e incomparabilmente solo però immaginato nella perversione rispetto al trasformismo neo-comunista, completamente come rimosso. Ma sempre collettivista, mondialista e totalitario e, in sovrappiù, clamorosamente ben “auto-crollato” mondialmente, in modo pubblico e pure vergognosamente eclatante…!
La strutturazione spontanea dei partiti politici in cinque componenti, come matriciale ignoranza della superficialità nel nostro tempo, ideologicamente hegeliano-progressista
Ma più in generale, la questione ora porta, teoreticamente, anche sulla radicalissima ignoranza relativamente alla struttura politica che sempre e inevitabilmente, si crea allorquando una nuova formazione, sia di destra che di sinistra, viene costituita. Nel corso della sua fondazione o del suo sviluppo, un qualsiasi partito politico si struttura sempre spontaneamente nel modo seguente. Soprattutto ai nostri tempi opinionisti, il processo si concretizza almeno in tre parti e, in seguito, pure in cinque costitutive tutte sistematicamente. Dapprima con una ripartizione fatalmente di sue due componenti ideologiche generali, dipendenti dal falso e molto avverso ma generalizzato individualismo: una con tendenza di destra e l’altra di sinistra, entrambi interne all’ambito del partito stesso, beninteso. Una terza obbligatoriamente di centro non può che subito pure manifestarsi come equilibratrice delle due originarie tendenze opposte. E funzionale alla necessaria capacità nell’ovvia gestione del potere domestico. Di geometrica rappresentazione verso l’esterno elettorale. In seguito, con lo sviluppo anche quantitativo dello stesso organismo politico, altre due tendenze di mediazione, una ovvia di centro-destra e l’altra di centro-sinistra, inevitabilmente appaiono: in modo altrettanto fisiologico e per assicurarne la continuità interna obbligatoriamente pensante ed evolutiva. Si tratta cioè della stessa esigenza logica, partitica endogena (ed esogena in caso di scissione), che ineluttabilmente comporta la siffatta struttura riassuntiva nell’inevitabile sua partigianeria. Quella strutturalmente concepita in modo sempre soggettivista e neo-gnostico: di parte… Dell’organismo politico-ideologico, applicabile anche ai cosiddetti movimenti. Verso cui i partiti detti moderni tendono peraltro fatalmente a identificarsi, necessariamente in modo individualista fino al personalismo irriducibile. Così ogni partito non può veramente evolvere, in variegato posizionamento oltretutto dinamico, che verso questa… sorta di candelabro acceso a più braccia. Dove risulta grottescamente primitivo o distonico (appena o radicalmente diversificato) il volerlo dividere o assolutizzarlo alle sole sue fiammelle estreme. Oppure, come è il caso ancora abbastanza europeo, a una sola: quella detta assurdamente della sola “estrema destra”. Il partito di centro politico, infatti, “non esiste”, è solo il prodotto geometrico immaginario dal maledetto relativismo individualistico, nella cosiddetta doxa opinionista, in greco antico già relativista. Si gestisce il potere naturalmente verso il centro, ma lo si conquista politicamente a partire dalle estreme: teoricamente e programmaticamente, sempre…
“Finita la pacchia nell’UE”, annunciata dai partiti di destra europea? Sembra proprio di no!
L’”egemonia culturale”, di gramsciana memoria, è talmente ben installata nelle società europee che la visione di sinistra del razionalismo hegeliano continuerà forse imperterrita
Oltre ad aver introdotto anche nella Chiesa romana il concetto gnostico della “rivoluzione” nella politica sul piano culturale, ci si è rivolti alla conquista del potere (o a mantenerlo) con tutti i mezzi. Il grande attivista comunista Gramsci, tra le due guerre mondiali e nelle prigioni fasciste dove era stato rinchiuso, elaborò infatti il programma strategico dell’“egemonia culturale”.
Allo scopo di ottenere quella prevalentemente politica, della conquista cioè del potere ideologico nella comportamentistica e nella visione del nuovo mondo materialista, secondo i “principi” marxisti, naturalisti e atei. Strategia questa, politico-ideologica e immanentista, tra le due guerre mondiali allora naturalmente ancora molto minoritaria, verso il maggioritario utopicamente ugualitarista in tutti i gradi della compagine sociale… Strategia lenta ma efficacissima in quanto destinata a permeare prima tutti i livelli culturali e intermedi. Compresi quelli dell’opposizione anche di destra. Il processo di massificazione già in atto e descritto genialmente (dallo scrittore spagnolo Ortega y Gasset, negli anni ’30 del secolo scorso, per esempio nella “Ribellione delle masse”), doveva diventare il veicolo trasportatore e trasformativo di tutta la società detta moderna. Peraltro, questo processo di “pensiero unico” delle popolazioni ribelliste, tipiche del modernismo filosofico prima che teologico nella Chiesa anche cattolica, era già stato innestato da tutti i filosofi moderni soprattutto borghesi: dell’antropocentrico sostitutivo di quello cristianocentrico in tutta la civiltà cattolica.
L’idea hegeliana laicizzante dello”spirito assoluto” già stava trasformando, come sintesi totalizzante tutta la filosofia idealista (ma anche materialista e positivista), a partire dal cosiddetto Rinascimento, appena dopo la scoperta dell’America nel 1492. Sia con la movenza di destra che con quella di sinistra (ingenerata e ampliata successivamente col marxismo), perfino e soprattutto contro i fondamenti metafisici del Cristianesimo e della Chiesa cattolica romana.
Così nel secondo dopoguerra mondiale del secolo scorso, con lo straodinario sviluppo della Tecnica (e della tecnologia), tutte già messe in atto inizialmente nel lunghissimo Medio Evo, il modernismo razionalista era diventato non solo maggioritario, ma totalmente stradominante. La quasi totalità della cultura contemporanea ben al di sopra dell’analfabetismo popolare, già si proponeva di giungere al suo compimento successivo ateista. E in ogni caso, il modernismo radicale in via di secolarizzazione aveva di molto già assunto lo statalismo teoretico (quindi solo antropologico) che escludeva il vero Dio della continua Sua Creazione. Incarnata e trinitaria oltreché collaborativa con l’umano dell’uomo: nella Vita almeno pubblica e personale.
Donde la cosiddetta “sovranità”, attribuita falsamente e utopicamente in modo pure indefettibile (ovviamente fanatico) al cosiddetto popolo, già molto comunisteggiante e predisposto all’eresia del Peccato originale di sempre.
La sottile e quasi perdonata ambiguità della Democrazia cristiana internazionale, demo-tollerante di Tutto il male, alla base del supporto all’attuale ideologia modernista
Pure l’Europa della storicamente alquanto ambigua Comunità europea, concepita dai tre cattolici fondatori, detti democristiani del tempo (Adenauer, Schuman e De Gasperi), era diventata totalmente gnostico-laica a partire dal Trattato di Maastricht nel 1992. Con il cambiamento anche della sua denominazione in semplicistica non connotata “Unione”.
Fino al suo naturale sbocco laicista militante e ateo. Solo la demenza operativa dei suoi conseguenti programmi (ovviamente deliranti) e solamente le sue allucinanti risoluzioni antropocentriche hanno poi scatenato questa ultima reazione continentale e popolare, di destra maggoritaria.
La quale ha sancito la vittoria intenzionalmente definitiva della sempre più “altra Europa”, in opposizione all’ancora sussidiaria iniziale. Vale a dire quella contro cui si era scagliata, solitamente elitaria e antidemocratica (comunista), il Manifesto di Ventotene da parte del comunista Altiero Spinelli. Il quale ne concepì la redazione mentre era stato confinato dai fascisti, allora in carica, nella resa disgraziata isola italiana, con altri suoi militanti di partito.
Ma ancora succube, generalmente inconsapevole dell’abiura metafisica perpetrata già dal protestantesimo luterano e dalla filosofia atea e modernista. Addirittura interna e progressivamente, ormai, alla stessa Chiesa romana. Soprattutto con il contributo radicale del Concilio Vaticano II e con l’attuale Papa Francesco. Pontefice già aderente e militatnte gesuita nella teologia ranheriana e sangallista della reificazione cosiddetta misericordiosa del “Divino, Creato, Incarnato e Risorto Cristianesimo”: quello della Tradizione.
La gravità di codesta vera e propria apostasia religiosa, e non solo politica, è ora costituita, anche dopo queste elezioni europee, forse vinte ancora inutilmente dalla destra: a causa dell’oblio e dell’antagonismo alla vera soluzione religiosa del Cristo Re dell’Universo!
Tutta la politica, diventata culturalmente politicismo principalmente di sinistra, si conferma ora come anche molto realmente anti-democratica, non riconoscendo di fatto nemmeno la stessa volontà popolare, come sempre più spesso e abitualmente. Allo stesso modo della sempre illuminista Francia, autodescritta ancora oggi bizzarramente solo “repubblicana” (!) e nella sua sostanzialmente sempre socialisteggiante UE, nonostante tutto.
Per cui non si possono che temere terrificanti previsioni sempre contro l’inventato e forzato blocco “orientale”, anche se ora reale, pure dei Paesi BRICS, già numerosi e potentissimi. Blocco che non può che portare ancor più alla follia, anche fattuale, dei due schieramenti che dividono il mondo sulla Terra. Oltretutto inevitabilmente in due schieramenti mondialisti e diversamente purtuttavia entrambi gnostici. Si sta così realizzando forse il tragico destino, analogo a quello dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe il quale, sopportando molto pazientemente per ottantasei anni (!) al “comando”, tutte le sconfitte dell’ultimo scampolo dell’Impero romano, finì per perderlo definitivamente. L’aveva fatto nel più lungo regno imperiale della storia in cui, tappa per tappa, non fece altro che assistere allo sgretolamento e alla nullificazione del suo glorioso e millenario universo di grande, sola e religiosa civiltà cattolica.
Anche i partiti di destra e i vertici della Chiesa romana, con le loro masse ranheriane e cattolicheggianti moderniste, sono in preda – in fondo – all’irreligiosità endemica di una cosiddetta “trascendenza solo antropologica”: dominata dall’edonismo quasi indifferente
Le oligarchie di Davos, ora bistrattate anche se solo molto inizialmente, sono anch’esse divenute principalmente da dirigiste che erano in massificate, anche anti-democratiche. Persino il quotidiano statunitense Washington Post ha palesemente trattato il Forum svizzero tra i peggiori malfattori moderni. Allo stesso modo (perµo senza alcun rapporto diretto, ovviamente) con cui già nel 2023 avevo pubblicato alcuni post dove individuavo parecchie micce accese di crisi nel centro di potere mondialista alpino e cantonale. Così sono meno lontani anche i loro membri dal capire o solo comprendere qual è il vero problema attuale del Vecchio Continente. Essi stessi, molto attardatamente sordi alla critica ormai internazionale, sono perversamente intellettualisti filosofici e soprattutto economicisti nel razionalismo più ottuso: propri del modernismo nel senso razionalista e statalista, ateo e ormai secolarizzato. In quanto promotori e fautori dell’irreligiosità immanentista e antropocentrica (soprattutto quella malthusiana). La loro convinzione profonda di essere il nuovo e indispensabile “sale della Terra” (del resto irrimpiazzabile in tutta la vocazionalità millenaria esperimentata dal Cattolicesimo), tiene tutti i vari… miliardi massificati di gnostici moderni, nelle loro popolazioni, ancora apparentemente lontanissimi dalla Verità, unica ed eterna di Roma cattolica. Loro continuano a perseguire i loro fini perfettamente, anche se in ormai ferito antagonismo. La Meloni, appartenente alla stessa categoria d’intelligenza tronca, si è dichiarata, dopo queste recentissime elezioni, scontenta e delusa per essere stata esclusa dai soliti “caminetti” colloquiali con cui sono stati predefiniti i nuovi responsabili delle istituzioni europee: in cerca di accordi post-elettorali ad ogni costo! E questo, malgrado si fosse scelta l’indicazione già preventivamente coatta, da parte dei soliti oligarchi europei, con la futura alleanza del quarto partito eletto al posto del suo terzo denominato dei “Conservatori”, internazionalmente diretto dalla stessa Giorgia nazionale. Nonostante le sue incessanti scelte privilegiate dette ufficialmente e obbbligatoriamente “interlocutorie”, a favore dell’ancora rieletta Von der Leyen, presidente della famigerata Commissione europea, forzata dirigista e mondialista divenuta di primo piano internazionale. Personalmente non solo notoria gnostico-tecnocratica ed emblematica del nuovo corso euro-razionalista e mondialista dell’UE.
Con la stessa errata strategia, la nostra prima ministra storica, all’insegna del sempre però fedele al Sacro Impero Romano, l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe e con la sua tragica e considerata classica “tattica” mediatoria continua, relativamente all’ormai vincente “egemonia culturale” (e politica) poi fissata dal detto Gramsci, sta forse realizzando lo stesso tragico percorso degli gnostici ausiliari, se non proprio titolari. Sta seguendo così l’identica a quella almeno precedente, condotta per non meno di otto decenni costellati al più di sconfitte e compromessi storici al ribasso. Divenuti sempre più di consueta normativa “compositiva”, fatalmente subordinata e perdente. Con la capitolazione del suo plurimillenario impero fino al completo annichilimento nel suo schianto finale: col primo cosiddetto conflitto mondiale.
Le ferree leggi contabili della “democrazia” elettoralista detta “liberale” e sempre procastinata, non permettono deroghe che, da molto tempo, ormai non badano ad altro.
Seguiamo così attentamente lo svolgersi degli avvenimenti e delle scelte politiche dei grandi leader, almeno quelle pubbliche!
L’epoca nostra è putroppo – o al meglio! – quella della conversione e della formazione
La sete di conquista del potere e del suo mantenimento, mai coltiva veri ripensamenti razionali e logici. Una volta entrati nella stanza dei bottoni politici decisivi, anche se in condizioni precarie o in modo appena sufficiente iniziale, la logica propagandistica, soprattutto in completa barba alla Verità, non può che inclinarsi alla sola sua letale continuità fatidica e oggettivista. La visione del potere e della politica senza la Verità divina ed evangelica, non ammette ripensamenti radicali. Giorgia non lo sapeva o comunque non ne teneva conto.
E continua forse a non (ri)conoscerla perché obnubilata, come la quasi totalità del sempre fotunatamente provvisorio e felicemente cangiante elettorato mondiale, nel pieno ed eterno arbitrio. Comunque mosso dall’insopprimibile anelito alla Verità. Nella sua continua convinzione della misera politica volontaristica, incerta anche se realmente e tragicamente rivoluzionaria: fondata solo sui rapporti di forza (e non sui suoi princìpi eterni d’indispensabile vero sostegno legittimante della morale divina). Donde la falsa legittimità della sovranità cosiddetta moderna, oggi maggioritaria ma ancora lontanamente popolare, malgrado tutto. Grazie con evidenza alla Santa Trinità!
Sovranità solo antropologica, del resto sempre motivata necessariamente dallo stesso neo-razionalismo, ora anche di destra, solamente meno stupido e furbesco di quello pacchiano e consueto di sinistra ancora cultura violenta, e non solo. Per cui pure la militante nazionale, massima “conservatrice” europea intenzionalmente di destra tanto popolare Giorgia, è totalmente offuscata quasi come vuole l’ormai storico modernismo mondialista, pure in apparente e in ancòra lontano declino. È per questo che, dopo la “brusca frenata” complessiva impressa dalle ultime elezioni dalla grandicella ondata europea di destra, continuerò a non più andare a votare (fino a data da ponderare), come previsto e preannunciato esplicitamente negli ultimi miei post, anche qui pubblicati almeno dal 2022. Per contribuire a riconvertire le popolazioni ora ancora massificate nella subordinazione dell’egemonia ideologica razionalista, anti-cattolica e petrina. E cercando di chiarire e schierarmi nelle fila per ricondurre tutti gli smarriti (vastissimo programma, compreso fatalmente e conseguenzialmente me stesso), alla Ragione vocazionale e insostituibile della vera Fede cattolica. Supremamente primaria nella Chiesa Mistica di Cristo e di sempre, apostolica nonché petrina. Ed eternamente primaria.
Avviso quindi ai naviganti massificati e a tutti i fondatori e improvvisati costruttori attuali, di inevitabili lillipuziani più che minoritari attuali “partiti cattolici”, obbligatoriamente modernisti.
Molto anzi tempo e troppo modestamente, soprattutto nelle nostre “società dello spettacolo”, irrinunciabilmente deprimenti e deludenti. Preghiamo!
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