Il mio saggio-romanzo è ora così on line completamente nella sua rubrica: val la pena di leggerlo?
Ora che lo scritto è stato completamente corretto e collocato nella rubrica di questo sito, intitolata “Livres Troiano”, se ne può consultare la totalità per farne conoscenza globale: dalla copertina alla sua quarta, dal sommario fino a curiosarne anche tra le ultime righe. Si può infatti ora spingerne l‘iniziale “petting” a qualche scelto paragrafo qua e là per saggiarne almeno la carota del tono: sotto taluni titoli, andando pure a rileggersi notizie sull’autore. Si tratta cioè di farsene la prima idea globale allorquando, con il generale compulsarlo, si cerca di capire se ne valga la pena di leggerlo.
Di dedicargli cioè, nella scelta straripante e in pratica oceanicamente gnostica, il proprio residuo di tempo ritagliato nel dilagante edonismo generalmente straccione. Ma apparentemente sempre ben più attrattivo, ahimé, dell’immediatamente disponibile. Momento quindi emblematico nella nostra vita detta moderna… Si legge facilmente? È abbastanza utile? Troppo filosofico e teologico? Forse però i suo molti capitoli scritti solamente con dialoghi tra più personaggi lo rendono agevolmente accessibile. Ma tutti quelli invece redatti in modo oggettivistico (notoriamente e massimamente odiati non solo fin dal critico degli anni ’70, in modo fatalmente relativista anche abusivamente letterario, il marxista Guglielmi): in più scritti con un necessario cipiglio filosofico-dottrinale di non certificata e eccelsa lega. Non veramente garantita da miei studi qualificati o di abbastanza professionale fattura, che dovrebbero scoraggiare anche il lettore più intellettuale smarrito…
Però l’indice dei nomi citati potrebbe, velocemente di molto, approfondire il primo assaggio dei contenuti storicamente presentati! Con la pretesa anche dichiarata nella priorità da attribuire sempre alla Fede, rispetto all’analisi della sola e indispensabile Ragione, autonoma e non intrinsecamente subordinata. Perdipiù, intorno alla “crisi” civile e religiosa del nostro mondo, soprattutto a partire da mezzo millennio fa: dall’era della modernità col suo progressivo, angoscioso e luttuoso modernismo! Ma forse potrebbe essere interessante almeno la cosiddetta tesi solo presentata, generatrice e abbastanza sorgiva oltre che generalmente supposta, di Weber sull’oggettivo relativismo capitalistico, come emblema radicalmente travisante di tutto l’attuale riduttivismo tragico: quello della falsa contrapposizione tra liberalismo e comunismo, l’uno come premessa dell’altro, nel medesimo gnosticismo ateo… Da dove, quindi, prenderebbe animo tutta l’apparente mia “verbosa” (66.000 dichiarate parole!) di peraltro molto confessata derivazione filosofico-teologica, dal grande Cattolico Stefano Fontana. Molto probabilmente, meglio allora… leggersi di preferenza anche l’ultimo suo libro, da chiaro scrittore, non solo grande divulgatore sempre logico e teologico!
Molto verosimilmente, sarebbe anche preferibile ripercorrere direttamente tutta l’attualità almeno ecclesiale, con le cronache dell’attuale, pure scontata e nascostamente diretta “sinodalità”: due piccioni con una sola fava. Epperò m’è parso di capire che già il tema largamente trattato criticamente è quello della “Rivoluzione metodologica”, anche se soft e molto morbida e ammaliante, dell’emergenza riparatoria e sempre presentata indispensibile da Davos, con seduzione totalitaria…
E poi, c’è la continua tragedia della propaganda mega-invasiva della comunicazione conformista e asservita, giorno e notte, dalle centinaia di canali televisivi. Forse val così la pena di disintossicarsene attivamente, almeno con la dichiarata contro-informazione documentata…
“Ci penso ancora questo week-end: si prospetta un sabato uggioso di pioggia. L’inverno sarà pure lungo”, si sente dire. In sovrappiù, anche il più massone e peggiore libro serve a prefigurare, se letto criticamente, il prossimo futuro veramente “salvifico”: con le sue domande perenni, implicitesplicite, veramente decisive e cruciali.
F. T. Bruxelles, 2 novembre 2023
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