Innanzitutto, per cambiare la realtà bisogna vederla criticamente. Oggi la politica è diventata da molto politicismo in preda alla discussione infinita, con solo i “talk show” televisivi da modello…
L’apparente antagonismo irriducibile tra liberalismo e comunismo non è realistico: il primo è solo il superstite del fallimento confessato spontaneamente dal secondo, in modo pubblico e mondiale, con la caduta dall’interno del muro di Berlino. Per opera degli stessi comunisti che l’avevano sanguinariamente costruito due decadi prima. Ci si dimentica molto presto in Occidente dell’essenziale: il problema più cruciale del tempo è in fondo sempre quello dei, per esempio, dirigenti comunisti falliti della Germania Est che, si preoccupavano di espatriarsi perfino nel Cile del fascista tiranno Pinochet! Questa totale e inimmaginabile apparente assurdità dovette pure essere spiegata, punto per punto, all’incredulo Mitterrand che, per esempio, mano nella mano di Kohl, si faceva spiegare come si fosse giunti a tanto nell’incredibile, per i sinistrosi come lui! Sul piano dialogico e teoretico, è iniziato così anche il lento e inarrestabile declino dell’ideologia più o meno comunista: che aveva dovuto cominciare a umiliarsi pure con una penuria alimentare spaventosa e fatale di tutto l’Est collettivista. Ma la sopravvivenza dell’ideologia del capitalismo detto “infinito” – altrettanto falsa –, con il suo Stato assoluto Leviatano di Hobbes, si sta falsamente prolungando anche con molte guerre sobillate e condotte nel mondo, con in testa gli Stati Uniti, anche se in modo ora sempre più dubbioso! Ancora in subbuglio e in piena azione attualmente! L’ideologia marxista e comunista è infatti il prodotto – in ogni caso – di una filiazione del pensiero capitalista (oltretutto cronologicamente pure posteriore), altrettanto dispotico, anche con la sua “democrazia” sempre in fondo bellicista, totalitaria per concezione e sebbene mai trovata inferiore e con evidenza, ad altra formula politica, soprattutto a causa della sua mostruosa visione contro la proprietà privata… Regime “democratico”, anche se apparentemente più molto più libero e incomparabile del suo supposto e contrario collettivismo, nella sua fattispecie anarcoide ed edonista, tuttavia sempre più stracciona a causa delle sue pure programmate crisi economiche… Il tutto fondato su una infinita discussione sempre opinionistica e orfana dei principi indispensabilmente superiori di riferimento. Fatalmente opinabili in quanto mai disponibili e non appartenti, per definizione, alla categoria politica, quindi fatalmente destinata a divenire sempre più politicista!). Anche per aver deciso che l’ideale per l’umanità sarebbe una diminuzione, come già si sta attuando da mezzo secolo, della… metà della sua popolazione mondiale!
La crisi dal Rinascimento della civiltà occidentale ha provocato la dissipazione politicista per cui tutta la cultura mondiale – caratterizzata fondamentalmente dal liberalismo (a destra) e dal comunismo (a sinistra) – hanno mostrato la loro unica e sola natura, originaria inconsistente.
Il prezzo del progressismo anche intelligente, messo in atto dalla cosiddetta modernità filosofica che sta soppiantando tutta la civiltà del lunghissimo Medio evo (durato quasi un millennio), è stato il relativismo razionalista. Esso ha quasi liquidato – in cinquecento anni – tutta la civiltà razionale e trascendente che ha costituito la storia salvifica di base per tutta l’umanità. Con l’incredibile progresso della cosiddetta Tecnica, scientifica e tecnologica, si è dovuto pagare il prezzo dello scientismo e dello gnosticismo immanentista, statalista e ateista! Questi ha portato tutta l’umanità quasi nel vicolo cieco dell’immanentismo, ora anche della definitiva guerra nucleare auto-distruttiva della civiltà e non solo: fatalmente, il contrario del progressismo senza trascendenza e, diciamo, fattuale così è l’opposto che dovrebbe essere definito “conservatismo però progressivo”. E invece viene sistematicamente degradato a falsa reazione reazionaria, di destra. Dimenticando che è la dissipazione globale che si è imposta nauseabonda in tutti i campi. Ancora si è infatti abbagliati dalla falsificazione storica e secolarizzata dalla civiltà nell’ideologia modernista e positivista, della inevitabile regressione strategica: quella dell’immanentismo detto moderno. Di cui, sul piano politico, trasforma la democrazia (come livello più alto della libertà umana, in quanto valore massimo mai raggiunto dall’infondato arbitrio fattuale), in opzione infinitamente trasformistica, oggi soprattutto ambientalista e sanitario-sociologista.
Tutto dipende ormai dal riconoscimento obiettivo della Verità trascendente, contro l’idolatria del razionalismo immanente e modernista, da cui oggi scaturisce perdutamente tutta la politica.
Il rifiuto sistematico del pensiero detto moderno, in realtà modernista e secolarizzato) d’établir et coniugarsi in realtà col pensiero trascendente, è fondato sul disconoscimento del reale. Ci si ricordi del rapporto tomista e inviolabile Fede-Ragione, con priorità assoluta alla prima sua componente divina! Esso comporta la privazione essenziale del principio di Verità. Questa sottrazione ingiustificata e artificiosa, priva anche la politica della sua reale unica Verità. Che altro non è che l’affermazione del Bene comune! Il principio cioè morale che sorregge la sua bontà, bellezza e verità anche fattuale ed evidente. Invece, come già accennato, tutta la Verità è stata completamente negata, nella sua stessa esistenza, col relativismo delle varie fenomenologie mentali e opinionistiche dell’unico reale esistente. Ciò permette di riconoscere il sempre amabile e razionale Bene destinato, teleologicamente per vocazione, rispetto a quella sempre trasformata in Grazia divina, gratuitamente concepita! È dal trascendente che è concepibile il vero sviluppo impersonificato nel Dono, in cui l’intelligenza e il volontarismo umani prendono il loro posto armonioso. In realtà, solo quando la Fede, con la sua Vera e Unica Religione cattolica, avrà risolto la sua antica e operativa supremazia sulla Ragione con la sua politica nella realtà umana, potrà essere concepito l’ordine supremo, divino e naturale. La possibile e sempre ricorrente contradizione tra le due visioni, oggi globali, puó essere risolta solo alla sua radice. Quella insopprimibile del naturalismo anche Rivelato col Cristianesimo cristocentrico! Tutti i tentativi attualmente o prossimamente in corso, sono di fondare almeno un nuovo partito cattolico o di giustificare l’impegno di Cattolici in organizzazioni poltiche borghesi esistenti e fatalmente politiciste e più o meno anticattoliche. Essi sono destinati a fallire miseramente e tragicamente in quanto non generati e alimentati teologicamente dalla sapienza cattolica. Quella oggi scaturigene, compiutamente, solo dall’Osservatorio Van Thuân di Trieste, consacrato per l’appunto alla Dottrina Sociale della Chiesa. E diretto dal più grande e immensamente duo che, da questo terzo millennio, col suo ex-presidente arcivescovo Crepaldi e il suo direttore Stefano Fontana, immenso e riassuntivo filosofo-teologo molto moderno nell’approfondimento della Tradizione, con la più vasta e qualificata squadra di pensatori cattolici petrini, stanno riportando la Dottrina cattolica al di fuori della crisi epocale modernista della Chiesa apostolica romana: almeno sul piano teologico! Senza una rigorosa Dottrina sociale e senza Autorità autorevole, come potrebbe la Chiesa oggi, spappolata nel modernismo più relativista, dirigersi e condurre il mondo deviato e disorientato? Nel cammino obbligato della Verità cristocentrica, anche della politica nella grande civiltà conosciuta dalla storia…
È il relativismo razionalistico e inevitabile delle verità plurime e soggettiviste a paralizzare – anche parzialmente, ma in modo determinante e pure dittatoriale – le decisioni politiche. Dio non è neutrale: non è possibile vivere senza la Sua indispensabile ed eterna presenza trascendente.
In effetti, è illusoria la volontà artificiosa di sopprimere – come ha fatto storicamente la filosofia modernista e, di fatto, positivista – tutta la trascendenza della realtà, impoverendola e stravolgendola mostruosamente. Così facendo, essa non può che sostituirsi a siffatto saccheggio di puro ladrocinio, l’opinabile e sempre discutibile politicismo. Il quale ipnotizza, nella continua e infinita azione, l’impossibile attività pubblica e libera, handicappata nella sua anima che dovrebbe vivificarla. Donde l’esempio di astenersi dal voto politico – il mio come quello di già tanti altri – allo scopo di sviluppare anche la coscienza nella cultura del limite intrinseco delle attività proprie alla dimensione pubblica. Limite non depassabile, a prova dell’inefficienza e di sventure post-umane e giacobine! È inevitabile: dopo che si è buttato fuori Dio dalla tenzone vitale e politica, non ci si può aspettare altro che l’espulsione – prima piuttosto che dopo – dell’uomo stesso. Infatti! Solo la vera religione può ingenerare, rendendola dipendente, come lo afferma genialmente il citato Fontana, nella politica della sua autonomia: l’operazione è solo apparentemente contraddittoria nel finto e discusso antagonismo di “dipendenza” e “autonomia”. Tutta la cultura della civiltà cristiana (cioè occidentale ma vocazionalmente universale) lo dimostra! È solo nella dimensione oggi cattolica che è possibile pensare di “obbigare” – nel senso di indirizzare – la cosiddetta “laicità” ad essere se stessa fino in fondo. E a realizzare tutta la sua vocazionalità specifica. Altrimenti, è fatale che detta laicità si trasformi rapidamente in reale laicismo e la politica sempre in politicismo immanente. È quanto succede sempre oggi pure in tutti i Paesi con misure e criteri più o meno equivalenti. Quindi con tutte le categorie di una nuova effettiva religione assoluta detta “laica”, di una religiosità farlocca senza Dio. Ecco cosa dovrà testimoniare, forse per un lungo periodo, la nuova astensione politica al voto, non qualunquista e sempre dichiarata motivatamente in anticipo. Anche per evitare concretamente di combattere l’odioso integralismo politicamente determinante (soprattutto islamico) del totalitarismo partigiano “religioso”-politicista, o nella confusione primitiva e barbara, nella concezione relativista alla cosa pubblica.
La politica ontologica vera che il mondo si aspetta giunga – sebbene ancora molto lontana dalla sua consapevolezza – ad essere di nuovo dominante per la sua direzione efficace. E non solo deve riservare al Cattolicesimo cristocentrico la sua posizione centrale e indispensabilmente prestigiosa. Ma deve essere anche protetta nella sua posizione privilegiata, come Autorità nell’autorevolezza anti-modernista e come Sola religione vera: garantita da ogni tentazione eretica che sempre continuerà ad esistere !
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