La perdita del senso nella parola ”gnostico” costituisce la sottrazione violenta di significato alla cultura che il pensiero cosiddetto moderno ha imposto alla storia. Per cui non si pensa più alla religiostà come qualità prima della Persona: nella sua Società che sempre la precede e la fonda. Con la naturale dipendenza dalla suprema Libertà metafisica, e non dall’arbitrio bestiale.
La più colossale mistificazione del nostro tempo è l’idolatria del politicismo, non della nobile politica. La quale ha sempre l’indispensabilità di essere preceduta e dipendente dalla categoria della morale. Da sola, infatti, la politica non la possiede! Dovrebbe infatti esserne illuminata e subordinata in ogni suo dettaglio. Senza morale di riferimento costante, la politica diventa fatalmente attività politicista. Per cui, le sue tre tendenze classiche (sinistra, destra o centro), appaiono operanti in modo sistematicamente orfano e impazzito, a causa della persa genitorialità concettuale. A partire cioè dall’ultima civiltà veramente integrata e integrale. Quella medievale sempre a priori e ingiustamente denigrata nel cosiddetto pensiero non solo occidentale, che è stato privato della sua imprescindibile concezione morale: cioè Cristiana cattolica! Che l’aveva alimentata e diretta. Il che avviene, in ogni caso – si potrebbe anche dire automaticamente – ma senza la consapevolezza intellettiva che deve informarla e dirigerla, sempre a monte. Donde l’impossibilità di poter anche solo dialogare tra le diverse posizioni dette attualmente “politiche” (in realtà pre-politiche o fatalmente politiciste). Le quali rendono strutturalmente incomprensibili il cianciare chiacchierato e prevalente del nostro mondo politico fatalmente degradato, ormai internazionale. Oltretutto asservito alle ideologie – anche solo apparentemente mutabili – dalle linee di condotta sedicenti strategiche, ma realmente arbitrarie. Non a caso, la preoccupazione maggiore è generalmente quella di affermare e riaffermare ininterrottamente la concezione dello Stato assoluto e totalitario che ha ridotto, negli ultimi secoli, il concetto delle parole “religioso” e “razionalità” a quello falso cosiddetto fattuale e solo immanente. Il pensiero veramente dialogico, non razionalista e veritativo del Logos precristiano greco (rivalutato e integrato nel Cristianesimo dal supremo san Tommaso d’Aquino), si è evaporato nell’assenza di Verità preprogrammata nel pensiero modernista sempre relativista! Il quale dovrebbe contrastare, per definizione, alla base della Verità eterna e ontologica, la stessa attività politica nella sua naturale genitorialità morale e pure religiosa! L’attuale impossibilità antagonista e a-dialogica tra le diverse posizioni politiche, mancando il senso delle due dette parole trascendenti, si manifesta nell’infinito blaterare senza costrutto, attualmente inutilemente in auge. Quello della concezione sempre più indistinta tra le diverse politiche che, di fatto, sono sempre sottoposte ai cosiddetti… mercati economici, come surrogato di quello vero e divino di “morale”!
Dall’inizio del Rinascimento, come “salvataggio dall’oscuro Medioevo”, questo doppio falso concetto dell’autonomismo umano dal Dio trinitario è diventato sempre più generalizzato e illusorio, soprattutto nel potere pubblco. Con la tecnica barbara del mistificare l’era precedente, deprezzandola, per avvalorare la falsa salvezza narcisista, detta “conquistata” dall’uomo.
Di fatto, la necessità indispensabile di disporre di una identità generatrice della politica, si estrinseca col cercar di giustificare il Tutto (senza mai riuscirci!), con l’artificio del mercato economico, razionalista e mai razionale, cosiddetto “concreto”. Grandi filosofi degli ultimi due-tre secoli sono giunti anche a mistificare la stessa Trascendenza, specialmente con l’ultima piroetta intellettualistica dell’esistenza supposta della metafisica detta “laica” (!). Come puro prodotto del pensiero umano. Tutti i Greci precrstiani erano già giunti a decretarne il “mistero” sconosciuto… Il vizio congenito e spontaneo per l’attività intellettiva, come supremo spirituale umano, eletto al di sopra di ogni nuvola della conoscenza terrena, che li ha portati a quest’ultimo calcio d’angolo di cosiddetto salvataggio della loro sempre incondizionata concezione soprannaturale. Quindi preordinariamente inconcludente. Come se anche questa facoltà intellettiva non fosse stata donata naturalmente dal Dio trinitario all’uomo, per renderlo Libero di semplicemente essere reciproco, almeno minimamente, al Suo Amore. Siccome però, chi domina il passato riesce sempre a manipolare il futuro, gli uomini continueranno a sempre calunniare in modo abbietto tutto il Medio Evo, allo scopo di magnificare le loro raggiunte conoscenze, pure contraddittorie, nella loro ricerca di pensiero (intrinseco e inconcludente!). Tutto infecondo e alquanto solo fattuale… Fino a far diventare il pensiero eterno e religioso una categoria di fatto estranea all’uomo, o tutt’al più ridotta alla sua dimensione intima e spiritualista. Con la razionalità relegata al razionalismo ignobilmente speculativo e sempre aperto teoreticamente a tutte le possibili (impossibili) possibiltà! Al fine di annichilire il loro stesso “principio fondativo” della ricerca principe, nella loro essenziale attività di ricerca filosofica di verità, ovviamente sempre però periferica. E, soprattutto, autosoddisfacente in modo anche storicamente reiterativo e ormai ridicolo, nel suo edonismo perdipiù straccione! Rifiutando, naturalmente, la semplice, meravigliosa e legittima ricerca necessariamente laudativa e teologica. Così, anche la Trascendenza è stata addomesticata alla telluricità orizzontale e ridotta alla stregua del giustificatissimo precristiano, allora necessariamente intuitivo, dei filosofi greci. I quali hanno fondato il significato del cosiddetto pregiudicato “astratto” della metafisica falsamente dominata da parte dei moderni miscredenti. Il metodo con cui si è potuto raggiungere questo assurdo significativo e mediocre obiettivo, è il solito barbaro espediente della condotta evidentemente sacrilega dei filosofi funzionalmente atei. Sempre neo-fattuali positivisti o quasi, nel ricondurre all’idea sempre erronea, insensata e gnostica del pensiero, al posto della invece grandiosa e divina natura umana. Che altro non è che la semplice creaturalità prodigiosa e libera: la quale preconizza semplicemente l’onnipotenza e l’onniscienza del Dio sempre Creatore.
La prova dell’infondatezza logica, filosofica e teologica della cultura detta moderna, è ora data ampiamente dalla raggiunta edidenza della follìa nel mondo. In cui sguazzano, in guerre sempre più paurose, le nostre società: tutte politicamente concepite gnostiche, immanenti e politiciste.
Nulla è cambiato, nonostante le disastrose esperienze belliciste e acefale del ventesimo secolo, nella concezione politicista della realmente impotente “volontà di potenza” dell’uomo detto moderno: in realtà molto senile e impazzito apparentemente irreversibile. La logica stessa, il principio medesimo della ricerca filosofica e l’assenza predeterminata della ricerca d’approfondimento della teologia, mostrano, anche al più ottuso incredulo indifferente detto agnostico, l’assurdità di ribellarsi ancora alla Rivelazione dell’uomo al Mistero divino trinitario, nella sua Chiesa cattolica. Paradossalmente, si direbbe che ci troviamo già al punto più acuto della negazione… dell’evidenza stessa! Considerando le concrete realtà, non è possibile concludere diversamente che con il massimo di pessimismo, almeno per il prossimo futuro, uno sbocco tragicamente anticristiano… Da dove proviene cotanta irrazionalità operativa? Tutta la modernità ne è intrisa! Evidentemente essa deriva, a partire da una corrispondente causa di mancanza di razionalità anche nella Chiesa cattolica stessa, da almeno 60 anni. Dall’Accordo di Metz con il Soviet Supremo comunista pronto a spontaneamente, nel giro di quasi solo due decenni, a dichiararsi in fallimento totale di fronte al mondo intero (1989). Il dibattitito culturale e teologico nel Cattolicesimo dominante (quell’attuale Pontificio) è, infatti, di una miseria debilitante. Il bisogno estremo di ritornare, molto semplicemente, alla Rivelazione divina ed eterna della Razionalità annunciata dal Dio trinitario, non è nemmeno percepito come Tradizione di Verità. Solo da approfondire e non da riformare. Senza però le attuali e frequenti intermittenze sistematicamente eretiche e mai sconfessate! Per esempio, la visita ammirata ad una Chiesa protestante svedese da parte di Papa Francesco nel mezzo del loro tripudio per il festeggiamento del cinquecentesimo anniversario dello… scisma protestante dal Cattolicesimo; e, sempre come esempio collegato, l’esposizione inaudita e laudativa della statua di… Lutero, personificante l’eterno dannato del Concilio di Trento posto all’Inferno…! Vale a dire, si tratta dello sfregio impudente della propria vocazione esclusiva nella Chiesa cattolica, contro cui si è ora costretti anche a combattere, a volte in modo radicalissimo come fedeli, con il suo vertice, largamente infiltrato dal modernismo eretico e secolarizzato, da almeno 60 anni. Appare, in tal modo, il nodo centrale del problema: la crisi gravissima dell’Autorità che non solo non è seguita, ma nemmeno si pone più! Non è infatti semplicemente possibile la concezione di un qualsiasi progetto di Salvezza umana e politica, in mancanza di una sempre certa e costante Autorità autorevole del Cattolicesimo nel mondo che però si pone! Soprattutto sul piano pubblico! L’attuale crisi anche della Chiesa romana, che si insinua da secoli, dopo l’era dei due principali protestantesimi mondiali (il luteranesimo e l’anglicano, pure assurdamente celebrati in modo differenziato, senza alcuna smentita pubblica da parte della Chiesa attuale romana), impedisce di fatto l’unità indispensabile della Chiesa. Come lievito anche illuminante, tra i problemi sempre più intricatissimi e altrimenti inestricabili del mondo. Ormai giunto anche alla sua apparente impossibilità globalmente risolutiva.
La Giustizia, si sa, è alla base della Pace e della Verità operativa nel mondo inevitabilmente diabolico. Occorrono, come sempre, una permanente Unità veritativa propria della Tradizione eterna che si era affermata nel culmine della Passione sulla Croce e della Risurrezione.
Questa della Rivelazione è mancante e ambiguamente discussa da una condizione di eterodossia esplicitamente affermata da più di mezzo secolo, con dottrina e atti sempre clamorosamente contradittori e fasificanti. La “Nuova Chiesa”, ora ranheriana sangallista (affermata e mai sconfessata), imperversa in una continuità intermittente da più di mezzo secolo dopo centinaia di anni di eresia endemica e lentamente progressiva. Sempre stigmatizzata dall’eterno Corpo Mistico pregante per il Bene della Chiesa e per la sua Conversione. Già accusata, almeno parzialmente ma in modo drammatico come “modernista”, fin da prima del “Sillabo” di Pio IX e della “Pascendi” di Pio X nel 1907. Almeno due secoli di denunce apocalittiche inascoltate, come se lanciate al vento nel deserto… L’inautorevolezza ormai certificata del Cattolicesimo e della sua Autorità dimissionata da Benedetto XVI e col Concilio Vaticano II (il quale decise in modo surreale di non condannare più nulla in materia di Dottrina Cristiana dogmatica!), non permette più una capacità probante di direzione e di mediazione! Come del resto permettere di riunire l’articolata e falsificata compagine del Cattolicesimo mondiale, senza una Autorità indiscussa e teologicamente verificata, in quanto “giudicata” e “sanzionata” relativamente alla Verità dogmatica? La Grazia divina, da parte sua, ha già risolto questo dilemma. Ma solo in modo “teorico”, nel senso originale però teologico e potenziale nella sua fedeltà dogmatica alla Tradizione. Qual è dunque la situazione attuale, con una Chiesa cattolica ancora eterodossa, malgrado le ultimissime sante decisioni pontificali tanto giustamente laudate, sulla guerra ucraina (non nelle sue cause)? Il problema rimane in quanto nessuna autocritica pubblica è stata ufficialmente proferita a favore del principio del Sacramento della Riconciliazione, per tutte le eterodossie commesse in tanti anni di Pontificati detti moderni, dai primi anni ‘60.
Senza l’Autorità ecclesiale e politica della Dottrina Sociale delle Chiesa, niente azione politica! Questa, fatalmente ora acefala, non può che fallire miseramente rispetto al Mistero Cristiano della Chiesa cattolica, nella missione della sua Salvezza eterna, quindi anche su questa Terra.
La Sapienza divina incarnata eternamente con il Corpo Mistico Eucaristico e nella dogmatica dottrinale della Tradizione Magisteriale, ha prodotto il provvidenziale miracolo di almeno una parte del Cattolicesimo, perdipiù sociale e veramente politico, che si è qualificato soprattutto in questi ultimi lustri come la più rigorosa e completa ricerca teologica, all’interno della Chiesa romana. Si tratta dell’”Osservatorio della Dottrina Sociale della Chiesa Van Thuân, di Trieste”, presidente il grande arcivescovo fondatore Giampaolo Crepaldi e il suo direttore, il valentissimo teologo e publicista, Stefano Fontana. La loro azione, con tutto il largo gruppo di ricercatori attivi, ha rivoluzionato il contesto teologico e critico rispetto a tutta la crisi eterosossa del Cattolicesimo “moderno” e modernista, sebbene parziale, degli ultimi cinque Pontefici (pure con quello lampo di Giovanni Paolo I). Le innumerevoli pubblicazioni e i numerosi libri critico-dottrinali del Fontana (e dell’arcivescovo Crepaldi) costituiscono oggi il top del rigore critico non solo della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa), ma anche e soprattutto dello stadio più avanzato e meticoloso della moderna cultura teologica eterna della Chiesa cattolica. Senza la cui sagacia non è possibile nessuna attività politica in grado di evitare qualche grossolana e letale eresia corrente. Meglio l’inattività totale dei Cattolici, meno certamente dannosa dell’attivismo acefalo, sconsiderato e diabolicamente deviante nelle attuali tendenze, sia ecclesiali che socio-politiche… Ci ritornerò presto su questo blog! Questo vero e proprio “Dicastero triestino della Chiesa” è uno dei pochi a non voler, adesso e umilmente, produrre un partito di veri cattolici. Perché? Per il semplice motivo che tutti i tentativi politicisti attuali (già operativi o potenziali), cioè teologicamente infondati, sono destinati al fallimento totale anche a livello mondiale, come tutti i partiti politici sitematicamente gnostici! L’immaturità dei movimenti detti cattolici – papalini gnostigezzanti o contestatori anche del modernismo – finalmente tutti più o meno dottrinalmente eterodossi e, in sovrappiù, verticisti, non fanno altro che riprodurre le tendenze subordinate e sostanzialmente eretiche attuali, pure sul piano internazionale. Non bisogna produrre nulla d’intenzionalmente “riformista” (leggere gnostico), prima che una Autorità, divenuta veramente l’Autorità autorevole antimodernista – matrice questa di ogni eresia, secondo san Pio X ! – abbia dato il suo benestare come imprimatur. Senza naturalmente le attuali e frequenti intermittenze eretiche largamente seguite pecorescamente dai Cattolici massificati. Soprattutto in quella di fondare, anzi tempo, il Partito politico d’ispirazione cattolica!
Nel frattempo, preghiamo, studiamo discutendo la DSC triestina. E prepariamoci all’azione politica, sempre santa di massima Carità.
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