Non si deve uscire dall’Unione Europea ma dai suoi Trattati e dalla gestione del suo “Euro”, concepito fin dall’inizio all’”incontrario”: rispetto alla necessità della sua omogeneità politica.
La mitologica principessa chiamata Europa ”rapìta in groppa a un possente toro” risale a più di tremila anni fa, nell’antica Grecia. Ed è profondamente metabolizzata, a partire almeno dal Portogallo fino agli Urali, secondo la formula di De Gaulle, sia geografica che culturale. Mai quindi pensare di uscirne! Sarebbe come brigare, negare e abbandonare ancor più la propria Famiglia di appartenenza… Bisognerà piuttosto completarne l’integrazione meticolosa e adeguatamente ponderata, per tuttiele nazioni che ancora non le sono politicamente aderenti, oltre che da sempre ben identificate. Cosa che peraltro, attualmente, non si persegue dissennatamente da anni, da parte anche di tutto l’Occidente alquanto strabico e immemore delle sue ontologiche origini supreme di Civiltà universale. Sistematicamente sovrane altresì nelle loro immense ricchezze soprattutto spirituali. Non solo, ma una Europa anche devastata da tutta la cultura completamente dominante di sinistra nella depravazione marxista. Che ancora confonde il Vecchio Continente con la burocratica Unione Europea ora pure politicista e soprattutto storicamente ideologica nel totalitario. Il quale continua a falsificare il concetto di universalismo cattolico con quello di mondialismo materialista e razionalista, soprattutto con la sua concezione pure obsoleta sul piano teoretico. Anche con la sua originaria visione, la tedesca Weltanschauung cattolica dei tre germanofoni fondatori iniziali, tutti mitteleuropei e cattolici: il gran tedesco Adenuauer, il francese alsaziano Schuman e l’italiano trentino De Gasperi. La felice iniziale Comunità europea è stata così tradita completamente e globalmente in senso artatamente degenerato e mondialista, da una politica diventata dolorosamente diversissima, a partire dal Trattato di Maastricht (1993). E dell’adozione sempre più dittatoriale (ovviamente fraudolenta) dell’Euro totalitario, di cui si ha tendenza a dimenticare l’orrore in tempi di Covid.
La concezione laica della visione politica pubblica senza Dio diviene sempre fatalmente laicista! Dall’adozione in UE della visione rovesciata rispetto all’unità e all’omogeneità politica, si potrà e si dovrà anche liberamente uscire! Detta visione è talmente diversa dalla fondativa, da configurarsi come una nuova inconsapevole “religione” anticristiana e sosprattutto anticattolica. In effetti, il principio fondatore di siffatta nuova politica europea, interna e esterna, consiste nell’aver tolto tutta la presenza attiva e pure predominante del Cattolicesimo dalla vita europea pubblica nel mondo e rispetto alla vita delle sue popolazioni. Il che non poteva che portare, come nelle ingenue ed incolte cognizioni gnoseologiche di nuovi “stateghi” continentali, ad un tipo di società dal “neutro” pensiero. Dunque, fatalmente appartenente ad un universo “ateo”, letteralmente e per l’appunto “senza Dio”. Ben contrario alla visione che aveva fondato e sviluppato oltre che la Comunità Europea, anche tutta la globale Civiltà occidentale. Così, la cosiddetta società neutra, attualmente contrabbandata come indispensabile, non può essere altro che una società sempre religiosamente ben connotata contro quella fondativa e cattolica. Un tipo di società quindi sempre sicuramente fallimentare e negata esplicitamente perfino nella sua falsa dichiarata origine dai princìpi di Civiltà nella cosiddetta Costituzione europea (da Giscard D’Estaing, le liberal que l’ondoit pas oublier).
E le altre religioni? Esse sono poi molto parzialmente vere, oppure – si potrebbero dire – completamente e realmente false! Il laicismo fedifrago e totalizzante dell’attuale Unione Europea altro non è che il medesimo risultato dell’opposizione strutturalmente preordinata e intransigente del suo principio “laico” fondativo : esattamente come quello mondialista in auge del NOM (Nuovo Ordine Mondiale) dagli anni ’60-’70, soprattutto in Europa.
La differenza tra Comunità Europea e Unione Europea non è quindi solo formale, essa costituisce un vero e proprio tradimento laicista nella concezione associativa tra comunitari e unionisti.
È sempre una pia e lobotomizzata illusione quella di pensare di realizzare una società “neutra” e non religiosa, quindi pretesa “libera” per tutti, allo scopo che ogni concezione ideologica, anche futura, possa spontaneamente conviverci senza costrizioni intollerabili… Inevitabilmente il risultato sarebbe (e sempre si ha) l’esito di una nuova religione ateista. L’intrinseca nella fattispecie, ben conosciuta “laicista” sempre più operativa e senza alcun fondamento ontologico. E nemmeno con l’intrinseca Rivelazione sopra naturale! Di là quindi, la radicale opposizione tra la Comunità Europea dei tre fondatori professanti pubblicamente la Fede cattolica, non solo personalmente, e gli anonimi “traditori” firmatari del Trattato di Maastricht laicale, totalitarioe rifondativo nell’impianto del suo compiersi inevitabilmente gnostico. Cioè nella strategia già tutta titanicamente concepita nel neo-immanentismo politicista dei nostri secoli protestantizzanti. E specialmente dall’ultimo mezzo secolo. Si tratta qui della radice critica di tutti i grandi storici costretti a costatare che la triade illuminista “liberté, egalité, fraternité” è sempre stata strutturalmente difettosa almeno del terzo termine. In quanto mancante necessariamente del concetto di trascendenza religiosa propria della fraternità insita nel principio ontologico e sacro rivelato nella naturale Famiglia. Tanto ovviamente odiata dai nuovi agnostici (di sinistra come pure in modo indotto di destra). I quali riconoscono dissennatamente solo gli individui individualizzati ovviamente “impazziti” e non le Persone nell’epoca dell’estremismo modernista. La giustizia, infatti, non sarà mai possibile veramente senza il background della “virtù teologale” della Carità, tipicamente cristiana e religiosa. La strategia “unionista” e opposta alla “comunitaria” non può che produrre superbia e invidia, oltre che tutti i vizi economici nell’uomo sottoposto naturalmente senza scampo al suo “Peccato originale”.
Da cui ci si potrà salvare solamente, contrariamente a quanto affermato nella teologa rahnerina del gesuita eretico tedesco Karl Rahner, con la pratica sacramentale propria della Chiesa cattolica.
Le altre Chiese, tutte le altre Chiese, si sono già conformate – quando non lo erano già dalle loro origini fondative – ai principi gnostici del mondo detto “laico”. In realtà ferocemente sempre laicista, se completamente sfrenata come nei Paesi in cui si martirizzano, oggi come non mai e pure nell’indifferenza, i cristiani e soprattutto i cattolici. Quello che è ancora più tragico in tutto questo quadro, è che la Chiesa cattolica attuale, specialmente attraverso il suo Pontificato “astutamente intermittente”, s’è allineato quasi perfettamente con tutta questa strategia eterodossa di perdizione.
Perfino a livello planetario, il fenomeno è riprodotto come Nuovo Ordine Mondiale (NOM) in cui, già dagli anni ’60-70 e dalla cosiddetta riconciliazione americana con la Cina (condotta da Kissinger) si son messe le basi laicissime della unità mondiale di una nuova religione sincretica.
Sono stati chiamati “modernisti” in quanto la modernità intrinseca al Cristianesimo li ha disgraziatamente prodotti all’interno e per induzione anche della Chiesa cattolica. Ma soprattutto nella visione ideologica laica e statalista delle società particolarmente dette moderne. Da più di cinque secoli, il pensiero filosofico ha così cominciato a concepirsi in modo autonomo dalla teologia la quale, per funzionare nel suo prodursi e riprodursi, ha bisogno necessariamente del suo strumento operativo pensante. È così che la teologia, come sempre e per tutti i campi, ha salvato e reso ancor più efficiente la sua tecnica, autonoma (quella sì), del pensare, cioè della filosofia. Essa era nata fondamentalmente e in modo sistematico dalla cultura greca, dai presocratici e dalla metafisica di Platone e Aristotele… E poi, all’incirca verso la fine del Medioevo, quando la filosofia si è concepita come se fosse sorta nuovamente dal nulla, ideandosi indipendente e ben separata dalla teologia non solo cristiana (nel frattempo, prodigiosamente sviluppata), non più come solo “sua ancella”. Così come quella riconosciuta da san Tommaso d’Aquino in quella dell’antica Grecia, con l’avvento del Fatto Cristiano e della sua celeste e somma Civiltà detta occidentale. L’idea corollaria di siffatta autonomia filosofica era, con il malthusianesimo dell’inizio ottocento, per cui la Terra non potesse nutrire più di un milione di persone (dicevano anche non più di mezzo…). All’inizio del terzo millennio, si sa invece, che gli abitanti terrestri sono aumentati invece più di… sette volte, giungendo pure ad aver virtualmente eliminata la fame del mondo (dalle statistiche della stessa FAO), con una produzione superiore al doppio (già nel 2015) dello stretto necessario alla sorprendentemente straumentata popolazione. Sempre se, per esserela sorpresa completa e veramente soddisfacente, non ci fossero però ancora le guerre, le rare carestie, le distibuzioni erronee e, soprattutto, gli sprechi eceanici occidentali! Gli abbrutiti gnostici rimasti come al solito increduli e inoranti, senza speranza umana e lobotomizzati come ineo-malthusiani, a partire dal Club di Roma e sempre più numerosi nell’ultimo mezzo secolo, sognano continuamente una malcelata regressione mondiale civile (!), culturale ed economica. Cominciando dalla scervellata denatalità assassina soprattutto con l’aborto e dintorni. Oramai la classe dirigente, ovvero l’oligarchia totalitaria soprattutto finanziaria, che comanda più o meno occultamente nel mondo (attraverso i governi mondialisti ad essa conformi come immagine d’identificazione), vogliono sempre più dominare non solo economicamente le moltitudini che noi tutti siamo. Secondo la loro concezione schiavistica, col solo compenso di un simul-edonismo sempre più straccione da “panem et circenses” romano tra i più deleteri. Donde il NOM, totalmente irreligioso e già in sostituzione della nuova religione massimamente illiberale e immanentista! Esso è in sovrappiù dittatoriale e sempre più, anche anti-democratico. Altro che religiosità cattolica dell’ontologico e rivelato “Peccato originale”, autentico e richiedente la salvezza!
L’idea di una religione civile, unica e mondiale ha affascinato e convinto anche i vertici della Chiesa cattolica e una maggioranza passiva del Popolo di Dio. Come ultima religione disposta a cedere alla sirena razionalista, purché collettiva e strombazzata come pacifista, buonista e “altruista”.
Persino moltissimi uomini cruciali ed ecclesiastici appartenenti alla Chiesa cattolica si sono lasciati abbindolare da dette filosofie erronee gnosticheggianti. Utilizzandole – senza capirci molto o quasi niente – come strumenti inadeguati e fuorvianti nella teologia della Tradizione. E in quella necessariamente innovativa nella vera ricerca di approfondimento veritativo. Così essa era destinata inevitabilmente a diventare sempre più eretica… Felicemente e per definizione, la Chiesa cattolica, come istituzione eterna e divina, è veramente e strategicamente immune (oh scandalo per i pagani che non credono affatto che si può scoprire solo quanto si è prima amato!) da ogni errore permanente e “definitivo”. Infatti, non tutto il suo Clero e il suo sempre definito Popolo di Dio è coinvolto nelle derive di degradazione e di perdizione. È per questo che bisogna necessariamente meravigliare anche l’onnisciente Gesù, che si chiedeva sinceramente nel Vangelo (conseguentemente alla libertà inviolabile degli uomini) se, al Suo ritorno alla fine dei tempi, “avrebbe ritrovato della Fede sulla Terra e tra gli uomini”! La Fede dei cattolici è, anche per questo, semplice da perseguire anche nell’era più oscura delle sue sempre dannate e provvisorie rovine. La verità per cui l’avvento dell’Anticristo, annunciato dalle Sacre Scritture, sarà caratterizzato dall’apparizione di un molto amabile umanista, colto e profondo antropocentrico! Il quale è già percepibile dalle sue prime quallide, orribili e inaccettabili manifestazioni avvertibili pure potenzialmente da tutti indistintamente. Solo però se i Cattolici siano saldamente centrati nella Fede consapevole in Cristo e fedeli ora all’insegnamento della DSC (“Dottrina Sociale” anche dell’attuale”Chiesa”).
Occorre quindi sapere molto bene che il Cristianesimo è ben altra cosa che una qualunque religione irrazionale e consolatoria (storica e inevitabilmente storicista), dotata di consenso generale fondato sul suo sentimentalismo umanoide e settimino. La sola sua eretica e superficiale comprensibilità peccaminosa è quasi sempre stata radicalmente e completamente estranea alla Passione, Morte e Risurrezione, ben drammatiche, razionali e divine, di Gesù Cristo! Non a caso è ora richiesta una Fede cosciente, forte e coraggiosa fino – come e più nel passato – al Martirio non cercato, ma consapevole di una vita totalmente religiosa, nei Sacramenti e nella continua sofferenza gioiosa.
Per cui, preghiamo ancor più.
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