La sapienza del supremo cattolicesimo nella storia – e soprattutto nella Dottrina Sociale della Chiesa – non si è mai naturalmente identificata totalmente nella democrazia : piuttosto nel «Bene comune» e nel «Pincipio di sussidiarietà». Ma ecco che l’Unione Europea si è strutturata secondo il «modello ideologico mondialista», il più perverso e dittatoriale della storia : radicalmente antidemocratico e antisovranista rispetto ai Popoli e alla loro sacra Libertà.
Così nessuna della cinque istituzioni dell’Unione Europea è effettivamente democratica, se mai lo è stata un giorno completamente. Rassicuratevi, non passerò nel depressivo e inutile esame minuzioso – dopo più di sessant’anni di funzionamento – delle sue cinque (!) istituzioni, delle Agenzie e altre importanti articolazioni dell’apparentemente complessa e molto analmente ordinata attuale UE!
Sarà più che sufficiente un giudizio essenziale, rapido e soprattutto «misericordioso» delle sue due principali istanze (Commissione e Parlamento) e lasciare nel silenzio già molto loquace le innumerevoli altre strutture del gigantismo megaburocratico continentale. Tra cui spiccano la Banca Centrale e il Consiglio. In tempi di piena e reale crisi del «coronavirus» che inchioda già tragicamente la vita dei contribuenti molto vittime e paralizzate: questione di igiene, soprattutto mentale e esistenziale.
Sia il sedicente «potente» Parlamento che la vera «sovrapotente» Commissione, quanto gli ultranotabili quasi sempre sconosciuti Commissari, non hanno nemmeno le apparenze più elementari della democrazia. Il vero funzionamento molto efficace dell’UE è basato infatti sui suoi «regolamenti» e «circolari» che, non essendo formalmente leggi, non sono sottoposti a proposte per la discussione pubblica, né alle approvazioni legislative almeno maggioritarie… La Commissione così governa l’Europa dei Paesi detti democratici con soli e semplici decreti – anche più volte a settimana – che gli Stati membri devono molto generalmente solo approvare senza discussioni. Sotto pena di gravi ammende e pesanti conseguenze non discutibili. Il Parlamento è così privo da sempre sostanzialmente del suo ideale potere legislativo, salvo per materie parecchio marginali. Quanto ai due suoi Comitati, operano tra le polarità limitate o estese di poteri piuttosto discrezionari o di pura cosmetica rappresentazione.
L’esempio inconcludente dei tre anni di negoziati infruttuosi del « brexit » è a dimostrazione dell’irrazionalità antidemocratica delle regole dell’EU. Esse raffigurano anche la sproporzione della loro dimensione economica rispetto all’Euro. In rapporto all’importanza del suo soggetto. In declino planetario, da decenni del Vecchio Continente, mentre si vanta nei pietosi vertici mondiali.
È noto: è l’unità culturale e politica che produce quella monetaria e non viceversa, come purtroppo realmente successo. Un esempio clamoroso, che dà una idea del faraminoso delle procedure che hanno reso tristemente famosa la modellizzazione pure delle strutture diventate assurdamente tecnocratiche di ogni Paese membro, è dato dalla Gran Bretagna, che non è giunta a concludere nessuno accordo di uscita con i vertici di Bruxelles. La qual cosa, dopo più di tre anni dalla sua decisione referendaria (molto provvidenziale per sé stessa) di dissociarsi dall’attuale EU. E questo, senza tuttavia nemmeno essere entrata, molto saggiamente, nell’Euro! Non é del resto da escludere il fatto di non potervi pervenire nemmeno dopo il quarto anno, sempre a cose ormai fatte : tanto sono «mal costruite» le regole realmente antidemocratiche del funzionamento del grande e molto pesante e costoso «Circo bruxellese». O forse, «genialmente» concepite proprio ad hoc nel diabolico!
Essendo residente in famiglia in questa capitale belga da 43 anni, molto vicino al centro di questo vero e proprio mostro politico, so di cosa parlo. Nel mentre che non smetto di coltivare la mia passione europeista il cui mito risale alla Grecia antica e di cui l’attuale Paese Egeo è diventato la suprema vittima (con l’Italia) di questa deriva politicista, istituzionale ed economica.
Prima di essere nominalemente europeo, sono rimasto – come è logico – molto semplicemente sovrano italiano, di civiltà cristiana eurocentrica e soprattutto cattolico praticante, dunque impregnato della mia sacra libertà inviolabile.
Secondo la tendenza già da qualche secolo fa, questi tre fattori personali costituiscono le entità sottogiacenti all’Essere globale (non mondialista!) di ogni Persona. Di cui questa Europa insegue sempre più implacabilmente il progetto ideologico concepito, al contrario e via via nichilista, oltre che onusiano. Con una civiltà culturalmente riduzionista, politicamente gnostica ed esistenzialmente inumana. Contro le idee, in altri termini, della libertà dei Popoli e dell’individuo libero, che in nome della civiltà occidentale, era stato condotto a conferire mandato per fondare l’ormai persa e iniziale Comunità Europea. Non a caso denominata all’inizio «comunità». L’Unione Europea ha tradito invece le intenzioni pubbliche dei suoi tre principali fondatori che riprenderò qui sotto, veri rappresentanti europei nel 1956 e prima di Roma.
La lotta politica dispotica delle cinque istituzioni europee è ormai totalmente burocratica. In maniera apparentemente irreversibile, essa è contro la piuttosto ignara e intuitiva grande resistenza popolare autenticamente europea. Ora non c’è que da radicalizzare l’opposizione globale pubblica a questo progetto mondialista e massone, già elaborato storicamente da secoli. Il quale sta distruggendo, in modo mistificatorio, la sola e unica agenzia restata in opposizione strategica a siffatto piano implacabile di demolizione cosmica : il vero cristianesimo cattolico!
Perché si è giunti a tanta degenerazione? A causa di due «ragioni» di base : la cultura gnostica generalmente dominante dopo l’era del Medio Evo e del portentoso monachesimo continentale ; e con il sopraggiunto corrispondente consenso superficiale delle popolazioni massificate. Che hanno permesso, in modo passivo, lo sfaldamento gigantesco della civiltà giudeo-cristiana. In breve, si evidenzia ora il duplice problema che consiste nell’uomo generalmente decristianizzato detto moderno. Il quale ha tradito teologicamente, filosoficamente e politicamente i fattori di base che costituiscono tutta la nostra civiltà occidentale. La quale si è costruita quasi esclusivamente nel cattolicesimo tradizionale, fondato sulla Rivelazione degli Apostoli e sul grande Magistero storico della Chiesa. La prova suprema, per la quale il tradimento dell’UE si è quasi interamente compiuto e già consumato, è dato dal rifiuto esplicito e demenziale di avere escluso dal progetto di «Costituzione europea» la menzione del fattore storico «Cristiano».
Giscard d’Estaing, l’ex-presidente della Francia allora incaricato in Europa, in accordo con tutta la coalizione costituita da marxisti o marxiani, e liberali laicisti del Vecchio Continente, aveva violato, sterilizzato e gabbato pure la storia stessa. Quella dell’Anima completamente metafisica e religiosa. E che aveva caratterizzato millenni non solamente europei!
L’antico nemico mortale, vale a dire quello della cultura cattolica, inseguito da almeno mezzo millennio dallo gnosticismo laicista, era stato così offerto su un piatto d’argento continentale alla molto mediocre classe politica europea. E questo allo scopo di far approfittare dell’occasione per proclamare apparentemente definitivo il cosiddetto vincitore del progetto mondialista e nichilista.
Il tutto firmando così l’apoteosi dell’attuale barbarie dei cosiddetti «moderati», anche cattolici protestantizzati e detti progressisti della nostra contemporaneità religiosa romana. Bisognava forse aspettarselo, visto che alla stessa fondazione a Roma, due dei tre grandi uomini politici dell’epoca, a cui ho appena fatto allusione, agivano sotto l’ipoteca di una grande ambiguità ideologica (forse inevitabilmente in corso di completamento). A fianco dell’italiano cattolico Alcide De Gasperi, c’era alquanto nascosto il francese socialista Jean Monet, il grande ispiratore del cosiddetto «Piano Schuman». E che aveva collaborato pure clandestinamente già durante tutta la seconda guerra mondiale con i detti liberali americani (all’epoca moderati anche in laicismo). E in ogni caso alla testa dei liberatori dell’Europa dalla follia sterminatrice nazi-fascista, con il loro eroico intervento militare fondamentalmente anglo-sassone!
E c’era anche, come secondo protagonista, il cancelliere tedesco Konrad Adenauer, legato alla Francia da un recente patto bilaterale, detto asse carolingio, per la dominazione europea : purtroppo di piena piena attualità ancora ai nostri giorni, sebbene per la Germania, si fosse allora ancora molto, troppo vicini agli orrori della croce uncinata!
I cattolici, malgrado tutto, difensori titolati, della famiglia eterosessuale, della massimamente produttrice economica chiamata natalità naturale, della sovranità culturale dei Popoli e del vero progresso dunque anche scientifico, sono quasi i soli e veramente autentici europeisti. Essi devono farsi carico dell’uscita dalla scervellata dittatura dall’almeno sistema monetario dell’Euro. E affermare l’idea ontologica (supremamente naturale) di una Europa di Popoli liberi e prosperi.
Che fare, dunque ? Appare evidente sempre più che si deve semplicemente distruggere questa aberrante Europa ormai allo stato irreformabile e illusoriamente edonista (cosa, peraltro, già a buon punto!). Anche per un inconcepibile cosiddetto diritto naturale! Il suo gruppo dirigente sta portando tutto il Continente alla sua perdita totale. Compresi i Paesi dominanti e beneficiari dello sfruttamento oggettico e voluto su altre nazioni, «membri naturalmente ancora e sempre più deboli» all’interno dell’UE. E questo, mentre si constata tragicamente che il debito degli Stati è esattamente il contrario del salvadanaio del buon padre di famiglia che entra in aiuto decisivo veramente quando una catastrofe si avvera (dal terremoto fino al coronavirus). Ci si ricordi, per l’occasione, che lo statalismo è sempre all’ordine del giorno, inconsapevolmente per i più, nella immonda supremazia dello Stato su Dio e sulla Sua abolizione totale, con tutte le Sue Leggi eterne!
Lo Stato, per definizione, non deve mai essere in deficit. Àl contrario deve sempre disporre di riserve effettive o virtuali per i suoi fatali imprevisti, con tasse bassissime e appena indispensabili per il funzionamento del suo Stato detto «minimo»! Salvo eccezionalmente per casi veramente obbligati d’investimento detti strategici. Non dimenticando naturalmente – invece lo si è quasi rimosso – che bisogna generare molti bambini : soli veri rimedi cruciali alla povertà o penuria economica futura. Così che si è sempre fatto anche quando le situazioni economiche erano apparentemente di pura miseria generale! Non è per nulla vero che la denatalità attuale (neo-malthusiana) è provocata solo dalla crisi economica e dalle condizioni sociali sedicenti difficili. E questo come decisione a medio termine di circa una ventina d’anni in quanto sarà necessario, nel qualcaso, aspettare che i bebé diventino essi stessi produttori adulti produttivi!
Uscire dall’Euro anche per trasformare politicamente l’Unione Europea. Una operazione culturale ed economica riparatrice che può solo rimettere logicamente i buoi davanti al carro. Naturalmente sarà prima necessario risolvere il problema di dotarsi, da parte dei cattolici, del loro partito unico e unitario come indispensabile strumento operativo. Esso esiste già: il Popolo della Famiglia!
Mi rendo completamente conto delle enormi difficoltà e delle innumerevoli ostilità che sono pronte a (ridi)scendere in campo contro questa determinazione veramente antimondialista oltretutto da catalizzare! Scatenandosi contro tutta la maggioranza dei media e dei partiti, generalmente soprattutto di sinistra e di cieca obbedienza mondialista, onusiana e massone. La quale motiva da anni l’opposizione irriducibile dell’uscita dall’Euro e dall’UE come «impossibile». Spesso le due opzioni sono identificate insieme, come fossero la stessa cosa! L’appartenenza dei Paesi europei all’Europa è invece, non solo attualmente, indiscutibile. Già da anni in Europa, non se ne parla quasi più, dopo che se ne era formato un grande partito favorevole in ogni Paese membro: contro l’UE e l’Euro. Le multiple e forsennate campagne contrarie del potere internazionale, soprattutto finanziario e culturalmente terrorizzanti, hanno avuto il loro effetto ben efficace! Ma soprattutto, non bisogna rinunciare: per cominciare anche immediatamente, bisogna uscire – costi quel che costi – molto semplicemente dall’Euro (in vista di tempi migliori) e comiciare una lotta irriducibile sul piano politico e culturale, per la trasformazione radicale dell’Unione. Allo scopo di ripristinare la libertà sovrana di ogni Paese sul piano, per cominciare, monetario in proporzione alle caratteristiche naturali e attuali delle culture dei diversi Stati membri. Contro tutte le anomalie sociali e globalmente dispotiche, di una Europa diventata certamente dittatoriale e arrogantemente totalitaria. Da parte particolarmente di certi Paesi, particolarmente della zona renana.
E del direttorio del duo infernale Germania e Francia (altro che prematuri Stati Uniti d’Europa!). L’uscita dall’Euro avrebbe così un doppio effetto : quello di restituire la libertà ad ogni Paese membro – compresi quelli che hanno potuto beneficiare maggiormente della situazione oppressiva ancora ben attuale! – e di poter contare (com’è sempre giusto) solo sulle proprie forze. Senza sfruttamenti di altre nazioni e relativamente alle spese folli dell’odioso e tirannico statalismo ormai imperante. Dall’altro lato, si tratta di indebolire ancor più e opportunamente una Europa che deve essere almeno destrutturata rapidamente, da una degenerazione mondialista e pure falsamente collettivista! Per una vocazionalmente vera Europa, quindi, autenticamente e teleologicamente salvata dal baratro. E ristrutturata profondamente in funzione di un processo associativo possibile e sostenibile dei suoi Stati membri, allora facilmente anche integrabili. A partire innanzitutto da una sempre possibile associatività realmente logica. L’obiettivo, in realtà, è di operare su una cultura di auto-coscienza dei popoli. I quali assumono tutta la loro indispensabile sovranità e responsabilità, (attualmente ancora molto negata) costruendo progressivamente la loro unità prima di tutto culturale, umana e religiosa. Dunque economica e prospera, sfuggendo da una schiavitù mostruosa! Contro il progetto politico-mondialista e non a caso molto massone, in contrasto con quello globale e universalista dell’eterno e libero cattolicesimo. Chissà, potrebbe così essere il caso della Grazia dello Spirito Santo che potrebbe pure suggerire alla Chiesa non solamente gerarchica e oggi protestantizzata di convertirsi al soffio della Verità eterna incarnata da Gesù Cristo. Come è stato ultimamente ricordato da un pugno di cattolici milanesi giussaniani e sempre innamorati dalla Comunione (con anche il cardinal Scola), alla sempre mai dimenticata unità ecclesiale!
Perché la cosa si faccia, bisognerà però uscire dall’insopportabile e spocchiosa attitudine intellettualista, spiritualista e attivisticamente alienata e ottusa, da parte anche degli altri cattolici, finora avversi, per vari motivi, al loro futuro partito, in ogni caso fondato quattro anni fa. E che ha continuato – malgrado tutto – ad impegnarsi eroicamente nella sua totale e isolata fedeltà vocazionale. La quale contiene anche la sua capacità storica di associare, come sempre, i non credenti ma razionali e acerrimi nemici del progetto nichilista mondialista, da secoli anticristiano!
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