Era già successo in Italia con la conferenza della politicante radicale Bonino, pubblicamente miscredente e propagandista di aborti da decenni, in una grande chiesa ma con molti cattolici in manifestazione e una campagna di stampa che alberava la loro opposizione irriducibile al “sacrilegio” organizzato da un curato modernista. Il caso bruxellese, probabilmente è involontario da parte dello stesso Jacques Attali, il principale consigliere socialista di Mitterrand e suo amico personale da decenni. Esso è stato anche molto discreto, sebbene affidato alla scrittura (è vero silenziosa) ma che resta nel tempo et con un seguito ben superiore a quella di una omelia (verba volant). Dopo la morte del presidente francese (a cui Elmuth Kohl ha dovuto spiegare quanto stesse succedendo in Germania sulla per lui sconosciuta auto-riunificazione da parte della parte sovietizzata…), Attali non è restato inattivo: è diventato presidente della Commission pour la libération de la croissance française con, allo stesso tempo, molte altre presidenze prestigiose sempre al sinistro servizio del pensiero unico e del modernismo politico.
Il titolo messo in epigrafe nel libretto in testa al suo testo, naturalmente ambiguo, recita: “ È perdendosi che si può un giorno accettarsi”. Molto attraente per dei cattolici nella sua analogia molto vicina nella forma alla famosa citazione evangelica! Salvo evidentemente che Gesù non ha mai promesso un futuro incerto (“un giorno”) ma naturalmente per l’immediato, nella Verità scelta. E con il centuplo nella vita. Ho divorato subito a casa la trentina di righe (!) del testo in questione con la speranza di ritrovare almeno l’eco del principio cristiano a fondamento dell’idea trascendente della perdizione globale personale allo scopo di ritrovarsi veramente liberi in una umanità anche totalmente compiuta. In altre parole, ma veramente evangeliche (le originali), si tratterebbe dell’idea della morte del granello, del piccolo seme affinché esso diventi una ricca spiga di grano pronta per la mietitura e il mulino. Vale a dire la coscienza della propria creaturalità riconoscente il vero e unico Creatore al quale affidarsi eliminando ogni volontà di potenza illegittima e inutilmente, velleitariamente, pretenziosa. Il perdersi nella propria ontologica dipendenza per assurgere alla grandezza suprema del proprio destino!
Ma vediamo ciò che Attali aveva scritto e che il curato bruxellese ha trovato così appropriato e “evangelicamente” interessante per i suoi parrocchiani in complemento prestigioso e presunto alla sua omelia, già a rischio di ridondanza soporifera. “È perdendosi – inizia la pretesa esegesi del famoso giornalista positivista socialisteggiante – che Ulisse realizza l’amore per sua moglie, che Colombo scopre l’America, che Newton capisce la gravitazione. È trovandosi sperduti nel deserto che il popolo ebreo ha ricevuto la sua Legge…”.
Il-nostro-prete-compilatore-di-servizio non ha l’aria di accorgersi delle strane interpretazioni, finalmente nichiliste più che falsamente colte e, va da sé, riduttiviste oltreché abitualmente impertinenti nella falsificazione, dello pseudo filosofo “biblista”. Questi pretende la Grazia del ricevimento delle Tavole delle Leggi divine dipendente dalla sedicente perdita d’orizzonte nel deserto. Egli si azzarda pure nell’inversione manifesta dell’amore fedele di Penelope al posto di quello alquanto… adultero del marito scavezzacollo, per lungo tempo e volontariamente avventuriero (non solamente vittima degli avvenimenti mitologici). Ma soprattutto, il nostro curato si acceca ancor più con la supposta novità molto moderna (modernista) e “geniale” di abbinare la verità eterna col successo mondano impersonificato dal famoso statalista-scrittore, tanto più se di sinistra miscredente.
Appare anche incosciente che il suo riferimento culturale improvvisato attribuisce al semplice fatto occasionale di sbagliarsi o perdersi nella fattualità il merito di realizzare exploit della scienza e della sapienza umana.
Niente di più irrazionale e anticristiano, come pure del semplice buon senso!
Il modernismo, vale a dire la frenesia di essere alla moda ad ogni prezzo (anche a quello della perdita della propria identità), è veramente accecante!
La propaganda dei radicali di cui “il modello di donna, Bonino, assurge improvvisamente anche alla categoria dello spirituale!” – come alti responsabili della gerarchia cattolica hanno osato definire in un coro di lodi assolutamente immotivate. Anzi! – potrebbe anche essere giudicata concettualmente meno devastatrice degli avvisi di Attali stampati, apparentemente inoffensivi e dati tranquillamente per acquisiti.
Tanto più che ora sono pure avvalorati nella pubblicazione prestigiosa del libretto liturgico con il quale i fedeli (residuali) pregano nella grande chiesa storicamente al centro della capitale europea, quella del Sablon.
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