Solo gli imprenditori (autonomi o creatori d’imprese) sono lavoratori che possono ritenersi sicuramente liberi. Gli altri, contrattualmente subordinati (vale a dire operai e impiegati salariati) possono diventare liberi nella misura in cui si identificano nella pogettualità degli imprenditori che almeno li occupano. Se al lavoro si toglie la dimensione teleologica, cioè la sua finalizzazione fattuale e culturale, non solamente esso diventa perniciosamente inutile, ma raggiunge un livello di blasfemia suprema contro non solo l’umanità. È il caso, molto generalizzato, del sedicente lavoro statalista al servizio esclusivo della supremazia dello Stato sulla Persona. Lo statalismo è anche contro la sola presenza concettuale della trascendenza in pubblico, quella intrinsecamente di Dio e delle Sue leggi naturali. Lo statalismo, in effetti, è all’origine di ciò che il cardinal Caffarra – uno dei firmatari dei Dubia – (citato dall’arcivescovo emerito Negri) chiama l’attuale “mutazione del genoma del cristianesimo”: la cancellazione totale della verticalità nella vita umana. Vale a dire lo statalismo della vittoria di Cesare prodotta sulla razionalità misteriosa, creduta inesistente o straniera alla vita degli uomini. Esso annulla l’idea stessa del lavoro che – in verità – non è altro che la ricerca, senza fine e centrale, del senso e della ragione della vita stessa. Gli statali, caso a parte, devono combattere attivamente e strenuamete lo statalismo per, molto semplicentemente, salvarsi!
Il lavoro, che ce lo si ricordi, è solo l’laborazione continua e applicata, da parte dell’uomo, in relazione alla Creazione iniziale ed eterna del Dio Trinitario.
Luigi Negri, nella sua conferenza a San Martino di Castrozza, nel quadro meraviglioso delle Dolomiti dove un centinaio di cattolici molto dissidenti da Comunione e Liberazione (In Movimento), in vacanza, l’ascoltavano con la massima attenzione questo ultimo 2 agosto, ha descritto “la riduzione dell’avvenimento cattolico a assistenza” (morale o moralista) al progetto postumanista e mostruoso dell’uomo modernista: concepire la sua esistenza fondata esclusivamente e unicamente su se stesso. Questa visione riduzionista e deviata è ormai ben interna e dominante anche nella Chiesa stessa! Si tratta dello sbocco finale di un processo secolare, detto laicista (cioè non laico e molto totalitario) iniziato, come rigorosamente analizzato dal più grande (forse) servo di Dio nel secolo scorso al mondo: monsignor Luigi Giussani. L’autolaicismo più irreligioso si è così installato nel cuore della Chiesa cattolica sul modello dell’eresia protestante, sempre più degenerativa e onusiana: basta pensare alla statua d Lutero posta in Vaticano!
Come tutto questo trova materializzazione conseguente nella vita quotidiana degli uomini contemporanei? Nella visione superficialmente abominevole del pensiero unico proprio alla secolarizzazione sottolineata da Negri! Così la classe dei lavoratori, se così si può dire, cioè quella di tutti gli uomini, si ritrova polarizzata tra due errori storici maggiori: la lotta di classe sostanzialmente nel rifiuto globale del lavoro, oltre che corporatista di marxiana memoria tardo-sindacalista; e, dall’altro lato, le attività il più possibile produttive indipendentemente dalla loro moralità anche solo limitata all’umano.
Questi due errori sono sottomessi alla dominazione totalitaria dell’ideologia scervellata e più mortale della nostra era: per l’appunto lo statalismo. Il quale subordina tutto alla sua visione scellerata del mondo. I primi lavoratori sopra indicati sono soprattutto sottoposti all’idolatria secolarizzata del mondo defraudato della trascendenza, di verticalità e del sacro. E i secondi (gli imprenditori) sono generalmente vittime degli stessi idoli e, particolarmente, di una schiavitù economica dove la quasi totalità dei loro guadagni è confiscata dallo Stato totalizzante: fino all’impotenza, anche creativa, in quanto anch’essa subordinata e fatalista.
I veri e fedeli uomini religiosi, anche se vivono immersi in tutte queste feroci assurdità, continuano a produrre e ad innovare (elaborare) in una sostanziale umiltà realmente creativa, dunque umana.
La loro appare sempre come microimpresa che scopre la verità, la ricchezza e la bellezza della Creazione. La quale continua a realizzarsi armoniosamente con la collaborazione attiva degli uomini, di ogni uomo di buona volontà. Alla condizione obiettiva che siano alla ricerca della loro creaturalità. Quindi della loro vera, ontologica e liberatoria “subordinazione” totale, in quanto creature cooperatrici al meraviglioso progetto massimamente verticale e divino. Per la grande impresa, il discorso è tutt’altro: mi limito qui a parlare microimpresa e della piccola, come la mia che è pure internazionale www.eurologos.com.
Tutti quelli che invece cercano esclusivamente la loro realizzazione nella sempre piccola e provvisoria “scienza” o cultura immanente, rimangono fatalmente schiavi delle loro possibilità tragicamente handicappate e sempre totalmente devastate. Spesso perdono pure la misura dell’utilità – dunque del valore! – del loro lavoro. L’ideologia dello statalismo, diffusa in modo radicalmente dominante nella nostra epoca in ogni paese, ha compiuto questa missione catastrofica sia sul piano culturale che sociale: con una armata di incrededibili eccedentari per milioni – sì, sì, per milioni! – più o meno in tutti i paesi. Tutti militanti oggettivi di una devastazione ormai ben destinataria, o quasi, al suo apogeo.
Che resta da fare per la pattuglia di cattolici fedeli e ortodossi alla grande tradizione religiosa? Innanzitutto lottare contro la trasformazione del cristianesimo in sentimento!
La mutazione del genoma cristiano consiste fondamentalmente in questa operazione di trasformazione del fatto cristiano in sentimentalismo superficiale e inessenziale. Un avvenimento reale, al più realmente successo in un lontano passato senza diretta relazione con la nostra vita, qui ed ora. Nel meglio delle possibilità, si riconosce a volte la sua consistenza sul piano morale o moralista. Ma ciò non è per nulla il cristianesimo! È una caricatura ridotta alla sua rappresentazione onusiana e massone. I cattolici rigorosi non hanno altro che ripetere e testimoniare queste verità in tutta umiltà. Sempre. Per cominciare, è un dovere ineliminabile al servizio del Piano Trinitario salvifico ed eterno.
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