A volte si ribadisce che la crisi economica e politica dell’Occidente è culturale, antropologica e globalmente religiosa. Più abitualmente, si cincischia nel preteso “soluzionismo di circostanza”, presentando riformulazioni sempre ideologiche la cui competizione consiste nell’attrattiva del proprio marketing, sia tecnoscientista elitario che, per opposizione, virale e populista di tipo detto spontaneo. Così si potrebbe continuare – e si continua! – negli innumerevoli cocktail dove i socialisti-apparentemente-corretti-alla-Macron sostituiscono i tardo-socialisti-in-deliquescenza-alla Hollande. I Gentiloni-fotocopia-di-Renzi assicurano la continuità del cattocomunista-Renzi-eccessivamente-arrogante-e-survoltato… La preparazione della prossima campagna elettorale (si è sempre in campagna elettorale !) si profila già con il ritorno dell’eterno ma equivalente e ben vispo Berlusconi, con i suoi 80 anni ben suonati… A meno che non si disponga di un sistema elettorale, molto pratico quanto totalitario, come in Francia : con una elezione legislativa, come l’ultima, dove i francesi che hanno votato il presidente attuale non superavano il sesto (!) degli elettori avendone diritto, per infine permettere al suo governo di disporre di una maggioranza assoluta gigantesca di parlamentari.
Dunque, nulla cambia in politica (ed economia) ?
Si potrebbe dire che quasi tutto cambia (generalmente in peggio) ma in modo cosmetico, superficiale ed anche sempre più banalizzato. Una sola costante : lo spettacolo della competizione e la competizione dello spettacolo (parafrasando i situazionisti parigini dell’inizio ’60) che cambiano solo di formato : come le innumerevoli trasmissioni di « quiz » alla televisione del mondo intero. Da cui la spiegazione del disinteresse intermittente degli « spettatori », vale a dire degli elettori. I quali continuano a diventare e ridiventare scettici in una massificazione irrimediabilmente disincantata. Nel nichilismo finalmente ben tristemente indifferente o allegro.
La democrazia europea è giunta a siffatto livello !
I programmi elettorali di tutti i partiti generalmente si rassomigliano oppure sono così simili che la loro differenziazione è determinata per lo più dal look e dalla personalità televisiva dei loro leader.
Sempre che nella cultura politica europea i programmi elettorali possano veramente contare molto !
In realtà, si potrebbe dire che sono spesso gli stessi in quanto quasi tutti laïcisti e ferocemente attestati sulla realizzazione di leggi dette dei “nuovi diritti”: diritto all’aborto, all’eutanasia, ai divorzi a gogo, all’omosessualità (e chi o cosa l’ha mai impedita?), all’obiezione di coscienza, ai matrimoni plurimi, all’assistenza paritaria con gli animali, al rispetto “sacro” se non proprio scientifico della “natura ecologista”, dell’educazione unica statalista… Insomma di tutte le leggi dette “etiche” e di altri interventi sempre celebranti il dominio dello Stato assoluto sulla vita delle persone. Mentre lo Stato non deve assolutamente occuparsi di questi sedicenti problemi assimilati abusivamente all’idea della giustizia sociale. I quali riguardano solo la persona e i suoi comportamenti inviolabili, privati e intimi. Ma il fatto che apparentemente non costano relativemente molto caro, anche se dalle clamorose conseguenze devastative culturali, li rassicura sul loro ruolo di “importante missione” di politica storica… Li rassicura anche sul genere (acefalo) di gran moda, apparentemente invincibile, di un cambiamento di civiltà insensato in quanto dipendente da una interpretazione fallace della ragione sulla crisi culturale del mondo moderno. Quella della fiera dei desideri soggettivi e della loro inutilità forsennata. Le differenziazioni politiche in questo campo sono inesistenti o di entità senza alcuna importanza reale, salvo la dissennatezza accentuata della sinistra rispetto alla destra. La ragione è molto semplice: il concetto di moderno politico è oggi attribuito alla categoria filosofica del modernismo statale che pretende risolvere tutto, veramento tutto. Soprattutto pensa di risolvere ogni problema o supposto tale. È questa l’eresia transumanista che è stata chiamata, molto semplicemente, statalismo modernista.
Naturalmente, nessuno di questi partiti, né tradizionali trasformati progressivamente, né di ricomposizione ideologica à la page, presenta la più piccola allusione ai tre veri problemi della nostra contemporaneità, di cui nessuno o quasi parla: a) il fatto che da due generazioni, la denatalità conseguente all’edonismo massificato sempre più straccione, ha creato la più colossale depressione della storia, con il crollo della domanda interna dei paesi sviluppati: vera base della cosiddetta crisi economica. Si tratta di circa 2 miliardi di non nati (quattro volte la popolazione europea in 50 anni!), con anticoncezionali di massa o per aborti sempre assassini; b) il costo oceanico di un debito pubblico, di cui nessuno è in grado di arrestare la crescita, con incredibili interessi annuali (in Italia più di 60 – si parla anche di 90 – miliardi di euro, e, in Francia, si ha pure l’istituzionalizzazione del deficit più alto del 3% del PIL fissato già abbondantemente a Maastricht): il tutto vergognosamente sul gobbone dei giovani, delle generazioni future e nel silenzio complice (risibile) del grande alleato dirigista tedesco; c) la riduzione sistematica e radicale dei posti di lavoro burocratici, statalisti e inutili, falsamente utili (anche dannosi: i clientelismi dei “padroni” di Stato!). Si tratta di una pletora spaventosa dell’ordine di un milione per paese – da molti decenni – come in Italia. La denuncia ne è stata già fatta nel 2015, dimostrata e certificata pubblicamente, nel silenzio naturalmente generale, dall’economista Edward Luttwak sulla base di una inchiesta americana, e dal professore statistico di Comunione e Liberazione, Giorgio Vittadini, altrettanto rigorosa e con gli stessi risultati (i falsi impieghi statali in Grecia sono pure di più, percentualmente)!
La soluzione di questi tre veri problemi pubblici e inaggirabili, propri del gigantismo statalita inaudito attuale, permetterebbe evidentemente di ridurre veramente le tasse a 20-30%: la famosa e mitica flat tax, lasciando nelle tasche delle popolazioni – giustamente! – il doppio o il triplo del frutto del loro lavoro trangugiato dal fisco.
Il merito di Trump e del popolo che l’ha eletto (e continua a farlo contro e malgrado tutti i media) consiste – se terrà ancora alle sue promesse – nell’aver imboccato coraggiosamente questa strada.
Ma l’opinione europea finora apparentemente prevalente, soprattutto da parte dei grandi poteri e dei media, è assurdamente contrario agli interessi delle popolazioni e del Bene Comune.
In queste condizioni, a cosa dovrebbero applicarsi i cattolici – il sale della Terra! – e per chi dovrebbero votare?
Innanzitutto, dovrebbero ripetere, senza vergognarsi ed in modo anche necessariamente ossessivo, questa analisi considerata non meno che demente dall’attuale mainstream irresponsabile.
In secondo luogo, fermarsi dal giocare agli inutili “miglioristi moderni” nelle barche politiche (alla deriva), degli organismi gestionari della crisi mondiale. Dunque della ribellione alle leggi della natura e del Dio vivente (questa ribellione è cominciata in modo dissimulato con l’accettazione della secolarizzazione radicale laicista a partire dal grande Rinascimento).
Ed infine, dovrebbero riunirsi, con lo spirito di Noè davanti alla sua Arca, desolidarizzandosi dalla grandi masse abbrutite e dagli schiavi moderni, anche con dolore pieno in ogni caso di speranza: costituendo raggruppamenti (anche un indispensabile partito laico ma inspirato al cattolicesimo) – fatalamente minoritario e all’opposizione – dominato dalla sola ragione, ben rara se non sparita del tutto!
Il tutto, sostenendo solo i comportamenti razionali (per esempio, difendendo i partiti laici ma rispettosi veramente dei principi non negoziabili, tipo il Popolo della Famiglia).
Tutt’altra scelta a sostegno de ipartiti borghesi e piccolo borhesi sono da evitare come la peste.
I cattolici devono proclamare soprattutto l’inattualità della sempre attualità de Regno di Dio, che comincia in questo mondo, del Cristo risuscitato, contro ogni tendenza perversa che lo nega.
Per il vero Bene Comune. Che altro?
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