Cari amici di Comunione e Liberazione del Belgio,
Anch’io ho icevuto l’email questo 21 giugno del nostro amico Andrea, attivo con sua moglie Carlotta nella parrocchia Sainte Croix da molti anni in totale solitudine. Noi tutti dovremmo considerarlo un amico sia per le parole della sua missiva, che per il gesto di don Carron che – alla sola occasione della sua venuta in Belgio qualche anno fa – ha scelto la sua casa per rendercisi in visita.
Il nostro Andrea rimprovera nella sua lettera a CL fondamentalmente il fatto di, diciamo, occupare in modo anche parassitario, viste le circostanze, la chiesa di Santa Croce in modo cristianamente inacettabile e pubblicamente, a lungo andare, scandaloso (!): un utilizzo parziale e opportunista, non privo di atteggiamento spocchioso e di arroganza oggettiva a ragione di una mancanza assoluta, da parte di tutti i membri di CL, nella parrocchia stessa di impegno personale nelle attività. E questo da due decenni!
A questa critica (di stroncatura!) dovete rispondere.
Lo credo tanto più che si tratta delle stesse critiche che avevo avanzato – tra molte altre – e che inutilmente avevo indirizzate anche per iscritto, più di una mezza dozzina di anni fa, ai responsabili della comunità non solo belga (come sempre più abitualmente, senza alcuna risposta)…
Avevo argomentato all’epoca anche utilizzando una dichiarazione di una intervista al Corriere della Sera da parte di Don Carron stesso che rispondeva (indirettamente) ad una analoga denuncia di pigra sottrazione simile, ma in Italia: egli vantava, come risposta, che c’erano a Milano più di mille persone di CL impegnate molto attivamente nelle strutture parrocchiali… Il principio era chiaro: i movimenti ecclesiali, nella loro totale autonomia, dovevano collaborare attivamente con l’operatività della Chiesa diocesana (era anche il pensiero esplicitato del cardinal Scola, ex di CL e educato nel movimento, arcivescovo poi di Milano, la più importante diocesi al mondo, dixit Ratzinger)!
Il mio accordo sostanziale, ancora più che metodologico, con il nostro amico Andrea, si ferma nella fattispecie qui. Apparentemente, egli non è esplicitamente al corrente del fatto radicale che Comunione e Liberazione ha compiuto e concluso una svolta totale, dopo la morte del suo fodatore don Giussani nel 2005. In effetti, il movimento ecclesiale di CL continua a seguire una linea detta pastorale che corrisponde totalmente a quella adottata dal nostro Papa Francesco. Il quale, a sua volta, ha imboccato una linea modernista e casuista totalmente in direzione opposta a quella dei papi Paolo VI, san Giovanni Paolo II e papa Emerito Benedetto XVI. E, soprattutto, contraria alla stessa linea di monsignor Giussani: una volta morto, non è del suo carisma che si deve reclamare (morto lanch’esso, naturalmente, in quanto sempre personale) ma la linea magisteriale petrina di cui Papa Francesco ha operato una profonda rottura. Una rottura equivalente a quella dei cardinali Kasper, Danneels, Marx… e Martini. Già mestavano da decenni nella Chiesa conciliare e postconciliare. Don Giussani lo sapeva molto bene, anche sulla sua pelle. Tutti nemici giurati (dunque, ma la cosa è secondaria, anche del suo carisma personale: che tutti ora continuano a rimpiangere).
La linea ecclesiale nuova di Papa Francesco e di don Carron – detta della “Nuova Chiesa” – è quella della vecchia Azione Cattolica: la linea contro la quale don Giussani ha dovuto lottare in modo strenuo tutta la sua vita: nel 1965, mentre facevo il servizio militare, s’è anche ritrovato spedito negli Stati Uniti per separarlo dal suo movimento (!) dalla potenza dell’epoca della AC e dei suoi parroci conservatori (contrari alla mescolanza sessuale del suo movimento)!
La totalità della sua esistenza è stata marcata da questa lotta che, per lui e per l’ormai ex movimento di CL, era teleologicamente, vale a dire concepito e programmato, come papista, obbediente totalmente, come solo una obbedienza globalmente e irriducibilmente critica può solo esserlo. Questa obbedienza è oggi in gran parte sparita nei ranghi di questo movimento che non è più teleologicamente fondato: appena una dozzina di anni fa la confluenza ideologica (non religiosa!) di CL con l’Azione Cattolica non poteva nemmeno essere concepita: la sua cattolicità senza l’azione, né culturale né sociale!
Il servirore di Dio, Giussani, ha conquistato le già masse giovanili (e non solamente) del secolo scorso contro l’idea modernista e casuista per cui occorre correre loro appresso. L’obbedienza assoluta all’Autorità del Papa (Vicario di Cristo sulla Terra) è in ogni caso sottoposta a una sola condizione: che la sua autorità sia veramente petrina, vale a dire non macchiata della propria disobbedienza – non importa se soft – al famoso “Non possumus” proprio di ogni Papa. Si obbedisce solo al Papa che obbedice a Dio, al Suo Vangelo e al Magistero della Sua Chiesa. L’alternativa è obbedire fatalmente alle masse dell’abbrutimento di questo mondo, soprattutto attuale.
Il diritto canonico, inflessibile, lo prevede anche per il papa!
In effetti, in quale riduzionismo abbietto sono finiti “i principi non negoziabili” (ri)definiti magistralmente appena una quindicina di anni fa da Ratzinger, il futuro papa Emerito?
Pardossalmente le critiche di Andrea – benché valide – sono tutte interne alle correzioni della stessa pastorale del nostro nuovo vescovo bergogliano De Kesel. Rapidamente nominato cardinale da Papa Francesco anche prima della sua elezione molto annunciata a primate del Belgio. È al servizio di questa linea ecclesiale modernista, che Carron ama con entusiasmo e che Andrea dovrebbe richiamare – a rigore in quanto militante dell’Azione Cattolica – al giusto cammino di CL Belgium. Dovrebbe, nel frattempo anche rendersi conto delle deviazioni assolutamente eretiche di padre Bianchi da Bose. Il quale non si frena decentemente nemmeno più, ora che ha la linea permissiva e irreligiosa in modo intermittente – sì, sì! – dell’attuale pontefice molto sud-americano imbevuto – si sa – di progressismo in salsa “teologia della rivoluzione”. Peraltro totalment sconfitta et destituita una quarantina di anni fa da san Vojtyla.
Così come del resto innumerevoli vescovi come quello di Anversa, monsignor Bonny.
Bisognerebbe che anche lui, Andrea, capisca quanto Carron ha appena dichiarato all’occasione della pubblicazione del suo libro “La bellezza disarmata” in inglese Disarming Beauty, alla medesima data della sua lettera in questione a CL Bruxelles.
“Se non pensiamo che Francesco sia la terapia, è che non comprendiamo la malattia”, ecco quello il responsabile in capo di CL ha appena dichiarato al vaticanista americano Allen, che l’ha intervistato in ginocchio.
Ma è proprio sicuro il nostro falso epigono di don Giussani, di aver veramente compreso, lui (col Papa stesso, Kasper, Marx, De Kesel, Bonny, padre Bianchi da Bose e père Luc di Sainte Croix…) la vera “malattia” transumanista del nostro mondo secolarizzato?
É ben convinto, lo stesso monsignor Carron, che la buona “terapia” possa ssere quella di introdurre il relativismo, lo spiritualismo disincarnato e la linea della diluizione dottrinale per conformarla, secondo lo stile bergogliano, ai desideri perversi e abbrutiti delle masse edoniste straccione e postmoderne?
Ed è ben certo Carron, il presidente mondiale di CL, che la testimonianza pubblica, culturale del logos, della parola razionale ben conosciuta a tutti, tra cui la Tradizione che è estremeamente e incomparabile ricca, può essere praticamente limitata a favore della testimonianza privata e personale?
Monsignor Léonard, ex arcivescovo di Bruxelles e primate, rapidamente spedito da Francesco al pensionamennto, non lo pensa assolutamente. Il Cardinal Danneels, troppo impegnato a Roma a complottare allo scopo di assicurare l’elezione di Papa Francesco, aveva anche deciso di non partecipare a Tournai ai funerali dell’altro cardinale belga Ries, umile servitore di Dio, ma di suprema qualità umana e scientifica in antropologia, amico fraterno i don Giussani per più di 30 anni. Il direttore storico di Jaca Book, Bagnoli, l’editore della sua opera omnia, era venuto a partecipare alle ceremonie ricordandosi della quasi trentina di partecipazioni di Ries al Meeting di Rimini… Danneels, da buon membro pure organizzatore centrale del complotto progressista romano detto del San Gallo (Svizzera), lui cardinal fiammingo ha fatto sì che nessun vescovo fiammingo fosse presente a questi funerali (di un cardinale vallone!) in ogni caso storico: di uno delle cinque personalità più importanti in assoluto del Belgio, in tutti i tempi (ne ho già parlato in più di un altro post).
Il pontificato di Francesco poteva così ben ominciare, caro Andrea.
Ecco perché bisogna obbedire teleologicamente al Papa, solo teleologiamente. Anche quando egli si sbaglia – meglio, quando lo Spirito Santo permette questo “sacrilegio”: è già successo varie volte nella santa Chiesa!). Allo sopo che i piani di Dio si realizzino, in ogni caso.
È per questo che non ci resta che pregare intensamente dicendo la verità, tutta la Vérità, affinché i fedeli escano dal torpore che una concezione clericale dell’Ecclesia non li blocchi in una visione subordinata, passiva di tutta la loro vita. La quale deve invece essere sacra.
Attualmente la nostra fede deve concentrarsi sulla Verità pregante e sulla resistenza ad ogni costo contro lo scisma incipiente!
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