La spocchia, il peccato capitale oggi di superbia dei cattolici cristocentrici e antimodernisti, di fronte all’interminabile attesa di un Godot formatore. Formatore a profitto di chi ? Di un popolo di Dio diligente da due millenni, ma sempre peccatore, per definizione!

Li ho letti tutti o quasi: ho smesso di leggere i testi dei cattolici più intelligenti che ammiro da molti anni solo quando divenivano troppo ripetitivi… Mi sono arreso dunque per fatica (d’orrore).
Alla ricerca di contenuti reali, motivazioni razionali e concretamente fondate, di argomentazioni ben valide da un punto di vista strategico, in questi articoli scritti  contro il partito cattolico “Popolo della Famiglia” www.lacrocequotidiano.it  non ho trovano nulla. Desolato, sono andato  a mangiare ciliege, molte ciliege. Deliziose, bisognava che compensassi. Stavo perdendo, virtualmente in un solo colpo, parecchi amici autori e vicini di questi questi articoli. Riferimenti ammirativi persi sul piano dei principi religiosi e del rigore logico-formale, anche nella comunicazione.
Siccome abito a Bruxelles da più di quarant’anni, non ho mai avuto la possibilità di conoscere  personalmente un solo membro del partito PdF. Ma avevo letto i loro libri, gli innumerevoli loro articoli. Ho anche assistito a Como ad una delle centinaia di conferenze tenute dallo straordinario Gianfranco Amato, prima della costituzione del partito (ne è diventato il segretario). Avevo anche seguito a Roma gli interventi – soprattutto quello di Adinolfi, l’altro leader principale del PdF  –  alla prima manifestazione nazionale del Family Day il 22 giugno 2015. Alla seconda manifestazione, sempre  Roma a fine gennaio 2016, è mio figlio con sua moglie che si è potuto rendere al grande avvenimento partendo dal Belgio.
Non mi ricordo di aver mai letto in quache 150 minuti consecutivi tante stroncature irrevocabili e, allo stesso tempo sostanzialmente infondate, in rapporto ad un partito e per mezzo – perdipiù – di attacchi ngenerosi ad personam ai suoi leader.

Particolarmente, questi articoli radicalmente ma molto superficialmente critici, si sono scatenati con una sola voce contro le dichiarazioni di Adinolfi a commento dei risultati delle ultime elezioni.
Questo ex parlamentare dell’ex partito comunista da cui si è nettamente separato (!) era l’autore del libro che aveva fondato all’origine e teoreticamente il movimento (e pure il partito PdF): “Voglio la mamma” rimasto il manifesto più conosciuto contro l‘ideologia LGBT, l’affitto dell’utero e l’accanimento transumanistico legislativo che sta devastando la civiltà del nostro mondo detto occidentale.
Ciò che mi ha sconvolto è stata la radicalità assolutamente impertinente e capziosa degli argomenti utlizzati. In realtà essi non sono cambiati di un millimetro in rapporto a quelli che erano stati avanzati un anno fa alla fondazione del partito. All’epoca avevo considerato che erano destinati a rientrare in buon ordine e a breve termine, cambiate le circostanze. “Alle prime elezioni – mi dicevo – tutti ‘sti leader critici potranno solo votare per questo solo partito cattolico che si presenta con un programma federatore completo e giustificato, con una campagna capillare d’innumerevoli piccole manifestazioni, molto seguite, su tutto il territorio nazionale! Soprattutto mi aveva confermato in questa idea il fatto eccezionalmente rigoroso del concetto elaborato di partito, ben distinto e complementare in rapporto a quello di novimento cristiano: la necessità di un partito che possa riunire, soprattutto sul piano politico-legislativo, i cattolici dispersi in modo masochistico nelle formazioni “di loro scelta”, come indicato dal clero da un quarto di secolo culturalmente e politicamente devastatore.

Il fatto che questa diaspora soggettivista, individuadualista e relativista abbia reso la presenza dei cattolici assolutamente marginale e inefficace sul piano politico (a livello anche internazionale), è stato continuato ad essere interpretato invece in detti artcoli, come gravemente dannoso dalla fondazione e dall’esistenza stessa del PdF. L’accecamento dell’analisi, praticamente conforme a quello LGBT e orribilmente post-umanista a livello mondiale, ha attribuito così ogni responsabilità alla nascita di un piccolo partito cattolico e ambizioso, unificatore in Italia: i piccoli pompieri nazionali scambiati all’origine dei grandi incendi!
Un altro punto essenziale contro l’esistenza di questo già molto ritardato partito sarebbe il fatto che avrebbe ricevuto pochi voti (circa il 3% o 1,5%, secondo i criteri di calcolo). Così, tutti a infierire con le loro penne come armi del risibile. Si direbbe che fossero contenti di queste percentuali evidentemente ora abbastanza inutili, ma ben preparatorie. In effetti sarebbe stato sufficiente che i cattolici laici – per non parlare della Chiesa ufficiale – non fragmentassero inutilmente i loro voti nei numerosi partiti: esistono più di una mezza dozzina di formazioni “cattoliche” senza nessuna ambizione reale salvo quella di occupare finalmente poltrone parlamentari o comunali. Per poi offrirle a maggioranze laiciste furbamente sorde ad ogni sedicente e ben pretesa  strobazzata “influenza” da parte cristiana. In sovrappiù in modo sempre tragicamente subordinata!

Ed è per l’appunto questa dimensione che è attaccata, senza nessuna moderazione, principalmente dai miei più vicini amici ora anche completamente antagonisti fuori tempo massimo: essi rimproverano ai membri del Popolo della Famiglia la cosa per la quale dovrebbero invece applaudirli e votarli in modo militante. Compreso l’atto di porcisi candidati per esserne eletti. Particolarmente, essi li accusano di essere megalomani quando questi militanti PdF valutano le loro piccole percentuali ottenute molto grandi, se si considerano i giganteschi boicottaggi dei media (silenzio assoluto sul PdF durante tutta la campagna). Ma anche bocche chiuse dei partiti laicisti, come pure degli organismi opportunisti detti cattolici in ogni caso esistenti e delle loro linee in fin dei conti in dispersione frastagliata. Il “partito” eterno, diciamo divino e universale dei cristiani aveva ben cominciato con non più di una dozzina di futuri apostoli, piuttosto pescatori e operai… Lo slogan del PdF presenta in modo impeccabile il suo contenuto tanto rigoroso che umilmente cristiano: “A noi la battaglia, a Dio la vittoria”.

È dalla sua ortodossia cattolica, quella di cui i miei amici critici dovrebbero piuttosto occuparsi nelle loro valutazioni: mentre questo nuovo partito si mostra assolutamente cristocentrico, unitario e rigorosamente religioso oltreché teleologicamente papista, tutte le posizioni implicite di siffatti critici costituiscono una polverizzazione intrinsecamente e strutturalmente anticattolica. Esse non sono nemmeno capaci di porre chiaramente la semplice distinzione tra movimento sempre composito e partito necessariamente unico! Invece questi critici evocano la supposta necessità infinita di una “formazione approfondita del popolo cattolico”. Sono così perpetui e primitivi militanti che aspettano il mitico e inesistente signor Godot, il formatore miracoloso perfetto, mentre il popolo cattolico continua a formarsi da due millenni. Ma, tutti lo sanno: il cristiano è per definizione sempre peccatore.

La sapienza di Paolo VI, san Giovanni Paolo II e papa Emerito, come pure dell’immenso don Giussani, ha tracimato e non è più il caso di difendere – se non sul piano del movimento ecclesiale – le proprie posizioni particolari. Ma, a riguardo del partito cattolico non ci sono dubbi: tutti uniti rapidamente, il più rapidamente possibile, in un solo partito. Fondando su quello che osa proporsi come riunificatore e lavora in modo alacre nel difficile e lungo processo di costruzione. Vale a dire una formazione radicata in tutto lo Stivale! E al diavolo le piccole frasi assassine piene di spocchia sciovinista per le proprie ideuzze, indirizzate piuttosto alle persone e in modo ostile.
Nel frattempo, l’arcivescovo di Trieste, il grandioso Crepaldi, responsabile della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa), in collaborazione con il geniale quotidiano online La Bussola www.labussolaquotidiana.it, ha appena lanciato un corso per corrispondenza allo scopo di diffondere la sintesi globale e totale tra  l’annuncio salvifico per ‘uomo – l’unico, il cristiano! – e l’azione razionale sociale e politica in questo mondo: sia di movimento che di partito. Urge, a mio parere, iscrivercisi!

 

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