Ai nostri giorni, qual é l’organismo più cristocentrico – se così si può dire – al mondo? Il Partito della famiglia! Un partito appena politico…? Sì, anche se è ignorato e boicottato, ufficialmente e curiosamente, dalla quasi totalità delle organizzazioni cattoliche.

Lo svolgimento della campagna elettorale per le amministrative, questa primavera in più di 1000 comuni nello Stivale, ha messo in evidenza che il discorso più religioso, profondo e rigoroso è quello posto e sviluppato, non da un movimento ecclesiale, né da una fraternità, e nemmeno da un pontificato ormai piuttosto casuista e onusiano, ma da un piccolo partito politico: il Popolo della Famiglia.
Noi viviamo in una epoca dove la secolarizzazione e lo gnosticismo sono dominanti e pure trionfanti. I parlamenti dei paesi nel mondo intero sono concentrati a fabbricare e approvare leggi assolutamente transumaniste che stanno sconvolgendo e distruggendo la nostra civiltà ultramillenaria. La crisi mondiale di denatalità ha fatto sì che, negli ultimi cinquant’anni, due generazioni hanno impedito edonisticamente, senza nemmeno un minimo di consapevolezza critica, la nascita più di due miliardi di creature umane (quattro volte la popolazione europea!) compresa una ecatombe incalcolabile di assassini per aborto. E che hanno creato la più colossale crisi non solamente economica della storia (per assenza proporzionale di domanda!), di cui non si è ancora compresa la comunque semplice causa. Questo accecamento abbrutente continua nel suo percorso dissennato di stupidità crudele e masochista.

Anche grandi avvenimenti come la Brexit, l’elezione sorprendente di Trump (sempre non metabolizzata dal potere), la vittoria popolare contro il potere politico in Italia con anche un referendum (!), o l’avanzamento sempre falsificato dell’Islam che – a partire dall’islamismo terrorista e stragista fino alle invasioni “pacifiche”dei migranti, anche benedette – stanno invertendo il senso della storia occidentale senza alcuna vera analisi d’intelligibilità da parte del mainstreem.
Il quale non ne ha capito nemmeno le cause malgrado i vescovi africani raccomandino a tutti di non… partire. In questa catastrofe globale, alla quale bisogna agggiungere l’inanità delle ideologie materialiste e positiviste ormai in fallimento sebbene metamorfosate, i cattolici si sono ritirati verso un intimismo pavido e marginalizzante. E questo al posto di essere rilanciati in una posizione strategica che mai avrebbero dovuto abbandonare.

Attualmente, la direttiva internazionale della Chiesa cattolica è che i fedeli siano dispersi nei diversi partiti politici di loro scelta. Come se questa possibilità non dovesse assecondare il relativismo scervellato (non solamente) dei prelati in preda à correre appresso alle masse abbrutite già perdute nel pensiero unico indvidualista e secolarizzato. Ciò continua a sedurre il semplicismo delle multitudini sottomesse al potere televisivo ed economico che sta rendendoli moderni schiavi volontari. L’ideologia di servitudine è talmente potente e “convincente” che ci si sottopongono anche con una opposizione dimostrativa economica di una crisi che naturalmente si eternizza malgrado gli innumerevoli annunci di ripresa, al meglio minimalisti!

Di fronte a siffatta devastazione su tutti i fronti, la Chiesa e le sue organizzazioni ecclesiali non fanno altro che preparare cerotti e pilloline pietistiche quasi in correspondenza delle stesse soluzioni laiciste avanzate dagli innumerevoli politicanti nichilisti che agiscono come pesci predatori nelle “loro” acque. L’intimismo privato e residuale che codesti politicini, tutti professionisti e bullonati ai loro privilegi, accordano ai politici cattolici – peraltro, in modo sempre provvisorio e a condizione che la dimensione non diventi troppo pubblica – rende marginale e insignifcante la presenza cristiana in politica. Secondo questi scellerati umanoidi irreligiosi, il campo politico deve appartenere esclusivamente alle ideologie laiciste, atee e incredule, secondo il postulato assolutamente totalizzante, totalitario e, infine, paradossalmente “neo-religioso ateista”!

Il partito del Popolo della Famiglia è attivamente cosciente di tutte queste tematiche. E ne fa i contenuti espliciti della sua lotta pubblica ai partiti nichilisti:  contrariamente ai movimenti “moderati” e, soprattutto, alla Chiesa ufficiale che pratica un profilo molto basso con una piccola propaganda indifferenziata e intimista. “Noi non  dobbiamo avere nemici”, sembrano ripetere ad ogni occasione questi cattolici pusillanimi e totalmente smidollati, autoprivati della speranza prodota dalle vera fede!
E questo, mentre tutti gli altri partiti, i grandi media e i poteri economici e finanziari attaccano quotidianamente il cristianesimo con l’abituale riduzionismo, tacendo e superficializzando su tutto. Vergognosamente anche sul martirio insanguinato dei cristiani nel mondo.

Il discorso del Popolo della famiglia è invece completo, globale e sempre avvitato alla Verità. Esso si svolge senza nessun aiuto da parte delle ufficiali strutture ecclesiali e, va da sé, con il boicottaggio dei grandi media. Come può compiersi il miracolo di questa comunicazione giudicata impossibile da tutti i sedicenti esperti, soprattutto cattolici, evidentemente riempiti di mitologie stataliste e di paure di testimonianza (sempre sistematicamente) rischiata?
Nessun gioco di prestigio: con essa si prosegue sempre con l’impegno di un piccolo gruppo di militanti riempiti di fede (si era iniziato – si sa – con non più di 12). Il quale si dedica da alcuni anni a percorrere minuziosamente le città e i borghi d’Italia con conferenze, incontri, molte manifestazioni precise… E con contatti anche all’estero (come con il movimento fondamentalmente cattolico francese o con il parlamento del Messico).

Dalla formazione e fondazione del partito appena un anno fa, con il suo quotidiano online autofinanziato, La Croce quotidiano (www.lacrocequotidiano.it), e il sacrificio personale dei propri leader, il neopartito impiega il tradizionale potere – invero, non molto utilizzato – dello Spirito Santo: quello che si ritrova al servizio della missione (alquanto dimenticata!) della Chiesa vivente, e che è comunque attiva nelle radici del popolo di Dio. Naturalmente, tutto era cominciato a partire dal movimento scaturito dalle due grandi manifestazioni, del giugno 2015 e fine gennaio 2016 a Roma: ci avevano partecipato, nella sorpresa generale e malgrado il boicottaggio ben organizzato, quasi due milioni di persone. Anche i media hanno dovuto occuparsene, dopo. Ma la spocchia, vale a dire la malattia infantile (e il peccato) di un certo cattolicesimo italiano e europeo, è intervenuto consegnando, in modo virale come nelle peggiori abitudini, la contagione (che ce lo si dica!) della gelosia e dell’orgoglio personale, anche di certi leader che avevano partecipato da protagonisti ai due Family Days precedenti. Ma non solamente: nella cosa ha giocato anche una imperdonabile e sostanziale ignoranza della DSC (Dottrina Sociale della Chiesa) diretta dal grande arcivescovo di Trieste, Crepaldi. Il quale ha appena cominciato, provvidenzialmente, un molto rigoroso corso per corrispondenza online www.labussolaquotidiana.it di questa dottrina alla quale oggi bisona tutto sacrificare, soprattutto la vanità personale.

È esattamente quanto ho interpretato come fatto altamente positivo, il mese scorso: il leader del movimento a partire dal quale questo partito ha preso le sue prime mosse, il famoso neurochirurgo cattolico Gandolfini, si è incontrato e ha finalmente stretto la mano in pubblico ad uno dei massimi suoi capi, l’”odiato e usurpatore ” Adinolfi (l’altro leader è Amato, segretario del  partito et responsabile anche dei giuristi nazionali)… Questo gesto si è realizzato durante la molto recente Manifestazione (annuale) per la Vita, a Roma, un anno dopo detta fondazione ben contrariata. Ho assistito à una conferenza a Milano nel maggio scorso tenuta dal grande Gandolfini il quale ha dichiarato che la sua vocazione è di essere un “uomo di movimento” e non di partito. In effetti, non c’è nessuna contraddizione tra l’esistenza di un movimento e quella di un partito. Esiste invece quasi sempre un largo movimento popolare che sostiene infine un partito che ha una funzione operativa sul piano soprattutto legislativo. Ma, per l’appunto, la fede e la cultura non devono forse trasformarsi sempre in civiltà civica?
Può darsi che non sia inessenziale ricordare qui che vivo in famiglia a Bruxelles da 40 anni. E che non sono iscritto al Popolo della Famiglia.

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