L’ordine celeste del Creato esige che si definisca sempre il Creato in premessa per giudicare un qualsiasi fenomeno: ovvero per esercitare il primo dovere umano su ogni cosa
Allo scopo di almeno ritrovarsi sensatamente, è necessario ben cominciare dall’Inizio di Tutto: bisogna quindi ricordarsi della Creazione, soprattutto del fatto che essa è continua in ogni esistenza. Al fine cioè di collegare ben solidamente al soffitto il cosiddetto “filo del ragno”, prima che costruisca la sua meravigliosa tela. Come scriveva Chesterton, il genio cattolico già nella consapevolezza del modernismo dilagante della nostra contemporaneità. Diventando l’insetto, nel frattempo, alquanto mattacchione, divenendo pure molto masochista, esattamente come gli uomini della nostra era funesta e appartenenti alla “volontà di potenza”, propria del “Peccato originale” senza opposizione, quel peccato radicalissimo che, oltre a tentare sempre l’uomo nella sua illusione di trasformarlo in Dio, lo schiavizza realmente. In una mentalità di dannata subordinazione globale, costante e almeno pubblica, quella più essenziale! Il ragnetto giunge così, come un qualsiasi protestante nella metafora religiosa, a recidere il suo ancoraggio metafisico. Per poi soffocare nella stessa tela architettata da sé ingegnosamente. La quale si raggomitola catastroficamente su se stessa dopo essere stata privata del suo fondamento, a totale e dimenticato sostegno… L’evidente parabola alla storia dell’uomo moderno, dal Rinascimento in poi, calza perfettamente con il rifiuto di riconoscere perfino la logica divina della sua esistenza: quella della ragione, alla base della sua causa!
La violenza contro le donne è comprensibile solo nell’attuale dissolvenza della religiosità
Non a caso quindi si è giunti generalmente dall’armonia del melos naturale della Creazione divina, all’angoscia dell’autodistruzione totale nella possibile nostra guerra anche nucleare. La violenza contro le donne, non può essere minimamente e veramente compresa, se non all’interno del contesto dell’aver reciso nettamente la propria dipendenza diretta dalla “causa prima” d’ancoraggio (come il ragno in questione), sempre amorevole e salvifica. E che Dio Creatore ha infuso massimamente nella sola e suprema Sapienza eterna. Rinnovata ogni giorno però solo nella Grazia del Suo libero riconoscimento, frutto dell’unica e vera Libertà vocazionale dell’uomo. Quella semplicemente religiosa che ha saputo “religare” indissolubilmente nella continuità della Vita quotidiana: col fragile rapporto con l’origine sensata e giustificata della sua sempre limitata attività anche fattuale. Del resto, la Rivelazione stessa dell’Incarnazione cristiana, con tutto il Suo evangelico Mistero sottoposto alla Libertà della razionale e pure intuitiva Fede, è stata perpetuata nell’esistenza multimillenaria della Chiesa cattolica.
Per assicurare con la sua Sacramentalità la Salvezza anche e soprattutto ultra-terrena, che inizia qui e ora. Il tutto derivante dal solo e doveroso impegno, di preservare il giudizio di Fede al senso della semplice creaturalità. L’esistenza stessa umana è fondata su siffatto e continuo giudizio permanente.
Il maschio creato muscoloso, convesso e attivo, doveva essere compensato da un altro essere coniugabile, dalla natura della lui stessa “costola”. Ossia col simmetrico e polposo, cioè fecondo e bello, colmo di desiderio: concavo ed estatico pure nel contemplativo
La vita spirituale attiva è l’essenza preliminare del Cristianesimo. Senza di essa non esiste nemmeno la pre-condizione (disumana se mancante) per la completezza della stessa Vita: per il cominciamento di ogni gioia pure terrena. Dopo aver verificato perfino la bellezza simbolica e potente dell’ideale possanza, nella corporatura virile della mascolinità di Adamo, il disegno della grazia femminile, gentile e irresistibile nell’opposta potenza della detta“debolezza”. Immediatamente affascinante dell’essere direttamente simmetrico della necessariamente creanda Eva. Ella non poteva che scaturire nella misteriosa genialità perfetta e simmetrica della donna. Tutta contrapposta e apparentemente antitetica, immediata e permanente nella sua fertilità produttiva e materna. Miracolosa e creativamente speculare all’uomo, apparentemente dominante. La completezza eccelsa ed estrema dello strabiliante soma femminile, come della seduttiva sua condotta diversamente comportamentale, nel suo vivere vincente e soggiogante, doveva assumere le forme, anche le più cosmetiche dell’armonia cosmica: propria della seducenza anche istantanea. Quella più fatale e voluttuosamente afrodisiaca. Tutta la forza energetica, sempre originaria e allo stato nativo, doveva così rendersi visibimente e palesemente amabile, nello spendore indescrivibile del bello direttamente sensuale. E, allo stesso tempo, pure metafisico… A completamento, quindi, della dimensione imperiosa della virilità e poderosa del genere maschile già creato, ma solitariamente anche fatalmente inattivo nell’inevitabile venir meno dell’Esserci… Il tutto, fissato nella stessa gradualità di diversificazione per cui il suo Essere identificato nell’unicità, non solo universale ma pure storico ed eterno. Come per il genere maschile, del resto. Mentre il trionfo della virilità è sempre assicurato dalla sua naturale potenza, il tionfo della femminle “debolezza” – sempre bella e divrsamente intelligente, soprattutto nella intelligenza vera e spirituale legata alla spiritualità “immanente” è assicurata dalla civiltà effettiva e realmente calcolabile… Ma le continuità umane delle particolarità individuali sono e rimangono sempre sottoposte alla polarizzazione originaria dei due soli sessi concepiti, in modo così straordinariamente complementari. L’uno protuberante, anche sporgente nelle sue intimità, e l’altra concava e fatta per l’accoglienza conformemente corrispettiva a completamento mirabile e sempre ammirato. Per cui la polarità potrebbe e dovrebbe privilegiare nell’una o l’altra opposizione estrema: indipendentemente dalla tempistica cronologica creatrice o dalla potenza muscolare del primo. La tendenza di civiltà pure di predominio attuale è piuttosto quella di non privilegiare generalmente uno dei due generi. Soprattutto a causa della patologica “sparizione del padre” nella moderna società anche massificata del modernismo… Rispetto alla sua apparente predominanza nelle società religiose di origine cristiana (almeno fino a, diciamo così, Papa Pio XII).
La complessiva melodiosità intelligente dell’umano tutto, poteva essere così ottenuta solo come una stupefacente calamita animata dalle due polarità opposte e attraenti, in modo irresistibile pure per l’Altro-da-sé: l’uno “potente” e l’altra “debole” nell’altrettanto divino
Mentre la carnalità fisica definisce i due soli e unici generi nella Creazione (anche animale), le loro caratteristiche spirituali e vocazionali si estendono in una varietà espressiva infinita (sempre “a Sua immagine”) in cui l’individuo. Per cui essa è irripetibile: nell’incredibile e sbalorditivo suo destino. Il misterioso consiste quindi nella definizione, oltreché radicalmente somatica, per la riproduzione della stessa specie, nell’identificazione personale di ogni individuo – sia maschile che femminile – sempre diverso. Anche se inconsapevolmente, per cui diventa evidente che ogni nascita non è comprensibile se non come “Dono di Dio” assoluto… Non meno che sopra-naturale nello stupore completo. Nella totalizzazione, cioè sia verticale che orizzontale. Con la caratterizzazione tipica del maschile e del femminile, come basi ma già totalizzate nella loro unità: monista umana e monoteista divina. Le due dimensioni sempre stupefacenti, sia orizzontali e verticali dell’esistente!
Si capisce di più così, come anche tutta la stessa Rivelazione e la Sapienza teologica e psicologica umana abbiano ancora infinitamente da essere indagate, per semplicemente approfondire la Verità già compiutamente Rivelata. E permettere di conoscere sempre più il Mistero del Logos. Tutto già enunciato ma altrettanto aperto alla doverosa ulteriore ricerca infinita di Grazia divina: per la Sua comprensione rigorosamente minuziosa e vagliata ancor più nello svisceramento cognitivo… Si pensi alla capacità del modernismo di appiattire invece e anche eliminare tutte le differenze oppositive dei due sessi. Si pensi pure, per esempio, alla riservatezza tassativa del ministero sacerdotale per i soli maschi. Le donne non devono accedere alla scerdotalità – dice e ripete la Chiesa cattolica – con moltissime argomentazioni, innazitutto esemplificatrici ed evangeliche. Divenute poi esplicitamente canoniche, documentatamente storiche, tecnicamente funzionali, fondatamente morali, perfino acutamente psicologiche, coniugate culturalmente e chi più ne metta. Ma, penso anche, molto scarsamente e strutturalmente ontologiche, per cui sempre saltano fuori cosiddette femministe dissennate a rivendicarne un’attribuzione diversa ed erronea a riguardo del maschile. Senza però mai, finora, averne spiegato strutturalmente la Verità almeno più ampia. Desunta “solo”, si potrebbe dire finora, dalla testimonianza relativa ai soli Apostoli maschi, scelti personalmente da Cristo stesso. Quindi già in modo provvisoriamente sufficiente.
La corsa al conseguimento perverso dei ruoli maschili, piuttosto che alla scoperta della Verità sociale ontologicamente femminile (di cui son dotati culturalmente anche i maschi)
Né a sfavore, né a conferma del messaggio contenuto nell’esemplarietà divina realmente accaduta per scelta divina nell’Incarnazione. Come se la corsa all’appropriazione dei ruoli “tradizionalmente maschili”, nell’utopia perversa del modaiolo egualitarismo attuale, pure dei generi, potesse avvicinare alla soluzione del problema veramente vocazionale del Mistero dei due sessi. Come se il valore dell’Autorità, a fondamento di ogni ministero ecclesiale, coincidesse con quello del Potere, suo solo conseguente. Come anche se la virilità naturalmente volontaristica fosse quel valore gerarchicamente assoluto – e non perfettamente equivalente alla femminilità creaturale – da conquistarsi, in ogni caso non solo dalle stesse sole e isolate femmine (anch’esse dotate di dosi di virilità notevole). Sedicenti depossedute ingiustamente di cosiddetti “diritti” nella storia passata, come affermano dissennatamente le donne cosiddette moderne! Lì, sarebbe fin troppo facile mettre in evidenza la stupida e offensiva perversione, massificata dei nostri tempi, di voler trasformare tutti i cosiddetti desideri moderni, proprio tutti, in diritti privi dei corrispettivi e sempre anticipati doveri. Che li potrebbero eventualmente giustificare ontologicamente e moralmente… Con la conquista del diritto, per esempio, alla sublime facoltà privilegiatrice della debolezza doverosamnente obbediente al metafisico, oltreché divina e oggettiva sottomissione propria dell’umano Libero. Certo, non sarebbe questa la motivazione a supporto della diminuzione ovviamente auspicata dei “femminicidi”. Impossibile a realizzarsi totalmente, in quanto l’uomo è sempre “libero”, dotato cioè almeno di libero arbitrio, nel rifiutare e continuare a bestemmiare Dio; non solo in Terra ma anche, secondo la poetica dantesca nella Divina Commedia, come Capaneo condannato all’Inferno. E ancora bestemmiatore irriducibile tra le “fiamme” sempre intrinsecamente violente e giustamente stupratrici.
La Libertà come realizzazione umana è stata posta “al di sopra” in cotanta infinita armonia vitale: sottoposta alla religiosità ben “religata” della Fede, ma razionalmente concepita. Il paradosso consiste nel fatto che la Chiesa cattolica è sola a difendere oggi la Ragione!
È almeno molto evidente – dal Rinascimento, o piuttosto dall’Umanesimo, dopo il fantastico Medio Evo – la sintesi immensamente superiore alla grandissima filosofia greca e aristotelica pre-cristiana, con in più e incommensurabilmente la Grazia soprannaturale del non ancora incarnato Cristianesimo cristocentrico! È dell’era successiva, cioè dell’ampia e approfondita Verità tomistica, che la colpevolmente rimasta sola mondanità umana si dibatte nella follia dell’antropocentrismo. Senza nessuna speranza filosofica e nessuna, quindi, solo umana!
Dostoievsky l’aveva scritto anche prima di Papa san Pio X, “Senza Dio, tutto è possibile”… nella sua enciclica “Pascendi” del 1907. Senza aver fatto i conti nella continuità della Vita, con la logica della Creazione divina e non rimuovendo, con l’escamotage infantile della rimozione (ancor più che dimenticanza), del semplice e logico motivo almeno finalistico, come avevano genialmente capito col concetto del “motore immobile” i fondatori del “Pensiero pre-cristiano” ellenico! Dal momento che il cosiddetto “Pensiero autosufficiente” e vanaglorioso, unicamente umano, aveva rifatto capolino, verso il Quattrocento-Cinquecento, soprattutto con i due primi scismi protestanti (il luterano e l’anglicano). Ecco cominciata così – almeno sul piano teoretico – la nostra crisi dell’umanità e della civiltà cristiana. Dopo più di un mezzo millennio non se n’è mai usciti. Anzi! Siamo ora giunti, dopo che anche l’attuale Pontificato sembra aver concluso provvisoriamente il suo percorso modernista e immanante, alla follia generalizzata del mondo reso completamente razionalista e masochisticamente… scemo! Allo stesso modo in cui la Chiesa cattolica ha abbandonato la razionalità, per ultima tra le religioni false, anche la donna si è persa nei meandri “intelligentoni” e narcisisti del surrogarto razionalista alla Ragione.
L’avvenuto abbrutimento spirituale della donna, malgrado la sua perenne protezione particolare della Vergine Maria e della sua esclusiva capacità somatica di maternità
Il razionalismo, fin dall’inizio dell’errore antropocentrico, ha sedotto (e abbandonato!) l’umano. In modo graduale e progressivo, si è così tralasciata l’idea semplice ed evidente che gli uomini, fin dalla ferrea logica della Creazione, trascurasse sistematicamente l’intrinseca Sapienza potenziale, infusa dalla loro nascita sempre misteriosa. La donna moderna, divenuta anch’essa generalmente neo-gnostica, ha pure abbandonato quasi totalmente la sua specificità che sempre l’aveva resa regina indiscutibile della Vita universale: la Maternità. Sia come realtà fattualmente riproduttiva, che come principio-valore assoluto vitalistico e insostituibile.
Un negazionismo questo, rigorosamente “imperdonabile”, ontologicamente ingiustificabile e identitariamente intollerabile! Una mutilazione essenziale al negativo, o meglio al più positivo ancoraggio naturale all’autentica filosofia giustamente autonoma… Un vero e proprio crimine emblematico perpetrato contro la non negoziabilità del Principio primo di tutti i fondamenti creativi. Come meravigliarsi che l’altrettanto divenuto generalmente abbrutito uomo, perdipiù muscoloso e attivo primigenio, non utilizzasse – non continuasse a utilizzare! – la sua volontà di potenza, intesa però solo come forza bruta, contro la stessa femminilità?
Sia sul piano filosofico e pure logico-razionale, che dal punto di vista del suo più immediato interesse inspiegabilmente “naturale e attrattivo”. Eppure la folle irrazionalità contrastiva fino all’omicidio lo prende inconsultamente, con una inevitabilità sempre sorprendente e mai tollerabile. La sua separazione relazionale assume tutte le caratteristiche dell’alienazione avventata e perduta… Che ci si separi, si divorzi o che l’omicidio faccia capolino tragico e umanamente intollerabile, il susseguirsi della vicenda reciproca senza senso irrompe con la repentinità sempre ignota, straniante e mostruosa. A volte pure da parte della donna, che tutto destina chiaramente invece all’opposta leggiadrìa e all’incanto perenne.
Il Creatore, nel suo supremo e totalizzante infinito, sovrastante all’apparente contrasto tra luce e ombra – tra progettualità e vitalità, tra virilità e femminilità – aveva già strutturato la perfetta continuità veramente progressiva tra le due corporalità create sessualmente
L’inescusabile scemenza autolesionista dell’attacco sistematico, secolare e attuale all’ossessivo “Patriarcato” da parte di certa immensa gnostica platea planetaria, pone la questione dell’apparente lontananza “incolmabile” tra Il problema e La soluzione.
Così come tragedia posta ai nostri giorni. È proprio l’ostracismo e il rifiuto generalizzato del vituperato “Padre” (sempre creatore in associazione divina), a provocare il cosiddetto problema relazionale tra i due generi. Del resto quasi teoreticamente da sempre!
Scambiare erroneamente la soluzione col problema consiste nella pazzia detta irresolvibile da cui scaturiscono le idiosincrasie del moderno mondo e inevitabilmente modernista eretico!
È di fatto il rigetto del Creatore e del suo ordine armonioso ad aver frapposto l’irresolvibile e tragico esito al sempre drammatico (quindi sistematicamente fondamentale), con la tragica apparente “soluzione”: quella della inconsulta separazione definitiva (e volutamente programmata). La religione, unica e vera del Cattolicesimo romano e petrino tradizionale, pone sempre come risoluzione, anche per una coppia in divorzio, di fronte all’abbandono anche unilaterale di una delle componenti l’unione (sia maschile che femminile), l’obbligo della fedeltà al Sacramento unitivo ed eterno già universale. Esso è attribuito per Dottrina al coniuge rimasto solo: a professare l’osservanza perfetta della dedizione al giuramento coniugale e sacramentale. E all’intrinseca conformità della perfezione dell’unità cosmica eternamente innamorata (sì, sì, anche per Dottrina!), per puro dovere ontologico dell’altra persona, detta la metà mancante a partire dall’unità del Logos. Obbligo quindi oggi, massimamente e sempre ingiustamente “impopolare” e per niente pre-consensuale. Ove spadroneggia invece, senza alternative, la legge dell’effimero desiderio soggettivista, come abusivo diritto massificato e infondato. È drammaticamente indicativo che più del 70% delle richieste di separazione delle coppie moderne e moderniste partano oggi dalle… stesse donne! Nella quasi laicista e illuminista francofonia, per esempio, la percentale supera ultimamente i tre casi su quattro!
E a Parigi, più del 60% sono gl’individui maschi o femmine monoparentali (o nubili e single) che abitano da soli (anche se comprensivi delle persone defunte)… Il neo-paganesimo e cosiddetto naturalismo, ossia l’ostracismo deciso per il Dio trinitario, porta inevitabilmente all’ateismo pratico e sempre più all’abbrutimento spirituale. Perfino nelle donne che, avendo scelto di abbandonarsi anch’esse al generale edonismo, oltretutto illusorio in quanto le nostre economie dette moderne si fondano sulla mostruosità strutturale della “separazione tra “Capitale e Lavoro”! Ritornerò sull’argomento a proposito del Distributismo cattolico. Tutte le ideologie appartengono infatti, con i loro molto e ancor più storicamente maschi fessi, ad un mondo ingiusto in quanto cleptomane e astuttissimi strutturati, a profitto delle sue nuove élite oligarchiche mostruose, tipo Davos oppure ONU. E mondialiste. Il tutto per correre dietro all’abbaglio ingannevole di una esistenza principalmente di risicato svago e di cosiddetto piacere, piuttosto culturalmente immaginari e fallaci… Così, l’unico legame di base materiale comune con i maschi altrettanto abbrutiti, diventa la lotta suicida per la cosiddetta invisibile “denatalità” (attualmente persa). Escludente la sempre miracolosa e provvidenziale nascita dei figli, via gli anticoncezionali e perfino, con l’assassinio generalizzato, pure “costituzionalizzato” dell’orribile crimine abortivo ora francese e previsto europeo.
Dove è finito il bene prezioso, esclusivo e supremo della maternità esclusivamente femminile?
Le classiche contraddizioni tra i due sessi non finiscono di moltiplicarsi e sommarsi. Senza consapevolezza, per pura e crassa ignoranza vocazionale e ideologica opposta
Non potevano mancare, con l’americano “culture change” (cambiamento di cultura), ora alla moda, i due fatti descritti anche poeticamente, come parabola e metafora nell’Antico Testamento: quello della Torre di Babele e quello del serpente parlante ad Adamo e ad Eva, a proposito del frutto dell’Albero ovviamente proibito: con il solo scopo di non permettere di esulare dalla propria natura umana creatrice. È la presentazione del concetto di limite per la Libertà, oltre il quale gli esseri umani per ambedue i generi non devono mai cercare di inoltrarsi. Dio permette tutto con la Libertà attribuita all’uomo, anzi ne tratta la questione anche come eterno “dovere di ricerca”, già in tutte le Scritture. Ma comanda una sola massima interdizione nell’ambito cognitivo: perfino all’inizio dei dieci comandamenti dell’Antico Testamento!
Non solo, Egli distrugge la costruzione della Torre babelica rivolta al Cielo e vieta di mangiare il frutto cosiddetto onnipotente per diventare illusoriamente come… Dio Creatore. Che mette così il limite naturale all’azione umana: in quanto uomo o donna, ognuno deve accettare il suo proprio ambito dell’”impossibile ontologico illusoriamente. Non fosse che per praticare tutta la propria Libertà. La quale contrariamente all’opiniosismo sempre corrente nell’eresia relativista e soggettivista, non può estrinsecarsi se non all’interno del proprio perimetro contenente tutti i talenti naturali e ricevuti alla nascita… Non solo per la molto evidente scemenza di competere col Dio Creatore, ma se non altro per accettare umilmente (cioè realisticamente), tutta la sorprendente potenzialità – spesso nemmeno inesplorata – propria e disponibile. Per esempio, nella confrontazione inevitabile con l’alterità fraterna, non solo prossima, per evitare tassativamente l’altrui sottovalutazione e l’orribile invidia per i valori dell’altro consimile, nella relazionalità orizzontale comunitaria… Basta guardare un qualsiasi spettacolo televisivo in ogni Paese, per misurare la risibile follia attuale di deformazione, anche mastodontica della coscienza umana modernista: nella percezione errata e boriosamente spaccamontagne comunemente circolante. Ovviamente pure nella relazioni pretestuosamente intime e familiari! Come se il neo-gnosticismo potesse essere alla base delle relazioni, dette anche solo orizzontali: sempre invece animate dalla spiritualità di quella fondamentalmente verticale e divina. La quale, negata o accantonata come fa oggi sistematicamente il modernismo, di fatto mistificando la vera religiosità sempre eretica, produce l’inferno della mancanza di Bene.
Ossia la sola esistenza del Male assoluto che ingenera la dannazione del genere umano, quindi anche della donna! Purtroppo anch’essa divenuta generalmente alquanto scellerata.
Preghiamo quindi all’interno della Chiesa cattolica e mistica, oggi soprattutto per la conversione del supremo Papa. Ora scismatico interno e forsennato acefalo, privo “fieramente” di alcun riferimento dottrinale veramente divino ed evangelico.
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