Il documento fondamentale del Vaticano II sulla “Libertà religiosa” giunge ad affermare di fatto che chi non la promuove non sarebbe un vero… Cattolico. Occorrerebbe così disporre del “diritto di sbagliare per aderire alla Dottrina della Chiesa” (?). Tutta l’eresia contemporanea del modernismo interno anche al Cattolicesimo nasce con questa enorme falsificazione, ripresa sostanzialmente dai Papi successivi all’ultimo Concilio. I vescovi Lefebvre e De Castro Mayer scrissero pure una lettera di totale contestazione illuminata (rimasta sconosciuta) a Papa san Giovanni Paolo II sull’argomento così radicale. Tutti gli errori attuali del relativismo e del cosiddetto ecumenismo, oltre a quelli dell’immanentismo protestantizzante e laicista, possono dipendere da questo primo incamerato, già negli anni’60 dal clero, riunito a Roma.

Non è la libertà irreligiosa a conferire la validità all’eterna Verità salvifica, ma viceversa.
Il famoso documento conciliare afferma il contrario: col solito semplicismo modernista
Il massimo errore infernale modernista del filosofo Cartesio – “Cogito ergo sum”, ossia “Penso quindi sono” – , è sempre ricordato come il generatore della grandissima eresia, penetrata anche e da ultima nella Chiesa cattolica. Fino alle sue alte sfere e progressivamente, dal sedicesimo secolo. Insieme e parallelamente alle due prime divisioni ideologiche e scismatiche moderne del protestantesimo luterano e di quello anglicano. Il diritto a tale eterodossia totale sarebbe, secondo il neo-modernismo, insito nella stessa “natura umana”.
Oltre a Papa Gregorio XVI, già nel quinto secolo (!), sant’Agostino affermava esattamente il contrario già nel quarto secolo. Ma anche il grande Pontefice della Dottrina della Chiesa, Leone XIII, ne aveva più che ricordato il principio pure diventato antistatalista del Cristianesimo (cattolico) di Pio IX nel suo Sillabo come anatema (!): sulla Libertà dell’uomo di “abbracciare la religione reputata essere vera”. Il Papa san Pio X, poi, ribadiva come “fatto storico della civiltà morale”, la Verità dimostrata incondizionata dell’opposto, in seguito dichiarato ma sempre indimostrato, dalla Chiesa purtroppo totalmente divenuta quasi completamente modernista di Roma. Le testimonianze evangeliche mai finora smentite razionalmente potrebbero naturalmente continuare fino al trans-umanesimo. Ovviamente, monsignor Lefebvre, anche nel qualcaso e come al solito, non venne neppure ascoltato, nella supposizione già massificatamente fedifraga della sua scontata e scomunicata  Cattolicità. Papa Benedetto XVI si premurò di riparare totalmente all’errore teologico e, soprattutto, dottrinale riabilitando Lefebvre e la sua Fraternità considerata eretica!
Così, con l’ulteriore intervento di Papa Francesco, pure notoriamente dopo più di undici anni di molto e mai così contestato pontificato (irrazionalmente), è rimasto sangallista incorreggibile (finora) modernista. Tutti i Papi, almeno da Pio IX a Pio XII, ne avevano invece costantemente confermato il contenuto fondante e veritativo mai veramente smontato. Ma le teologie del “Personalismo”, passando per la “Nouvelle théologie” fino al neo-modenismo attuale, hanno fatto non solo  breccia all’interno della Chiesa docente. Meno male che la Chiesa cattolica appartiene innanzitutto alla sua Chiesa Mistica. Ben al di là dei danni gravissimi ora costatabili.

Così, anche l’ultimo mega-viaggio di Papa Francesco nell’Oriente oceanico è stato una continua e fatale propaganda del concetto “anti-Peccato originale”: a fondamento contro l’eterno pilastro del Cristianesimo romano, ormai screditato come falsa religione civile
Nulla di nuovo: anche il quarantacinquesimo viaggio detto “apostolico” pure nella “periferia” del Cattolicesimo si è stigmatizzato come l’ennesimo itinerario “pastoralizio” della nuova Chiesa romana (in liquidazione forzata!) verso la pratica di una “religiosità” immanente e civile.
Tutti lo riconoscono, anche i laicisti più infervorati e con successo indiscusso nell’ateismo modernista massificato e modaiolo. Le catene d’innumerevoli televisioni mondiali e mondialiste, sebbene molto più realisticamente preoccupate di riservare i loro spazi di ascolto beota al consenso ormai cmpletamente solo terraqueo, appoggiano sempre – in modo assolutamente sterile – la candidatura a Pontefice massimo della nuova futura religione civile, relativista e detta mondialista del pensiero schiavizzato dal cosiddetto razionalismo anticattolico. Il cosiddetto “pensiero unico” sovrasta e informa formandolo tutto il dibattito mondialista, dalle false contrapposizioni sull’elezione presidenziale americana fino all’ultimo scandaletto (significativo al massimo grado!) delle infedeltà extra-coniugali pecorecce di ministri vari (non solo in Italia, naturalmente). Pure i poveri delle periferie provinciali fanno ormai (o desidererebbero fare) la stessa cosa: praticare una ideologia larvatamente edonista: stracciona almeno quanto quella delle relativamente “alte sfere”, solo più apparentemente misera, sul piano strettamente economico ( e mediatico). La Chiesa cattolica, nonostante la sua gloriosa fama incommensurabile, ha celebrato il suo ultimo periplo civilista nell’oceano indiano, dove anche le popolazioni a milioni hanno applaudito le ennesime contro-verità proprie del non-proselitismo evangelico imposto dal neo-modernismo attuale di Papa Francesco. Tutti i missionari cattolici che hanno consacrato la loro esistenza al vituperato “proselitismo” (come fosse il massimo spregio a Cristo), hanno conquistato invece con la Croce e con la Fede la fedeltà all’insegnamento rivelato. Ringrazieranno… per l’assist pontificale. C’erano pure i santi preti perfino argentini in quelle isole oceaniche. Ma vuoi mettere l’importanza del modernismo civilista e immanente da propagandare col cosiddetto “buon senso ora scontato e massificato”, vincitore assicurato contro invece il “senso comune sapiente” chestertoniano! Supremamente ignorato come principio cattolicissimo a favore di un incontrastabile e inutile luogo comune del “volemose bbene”, casereccio e generalizzato, ma mai salvifico…

Felicemente che la Santa Messa, sebbene vernacolare, non tridentina e in rito e quasi antropologico, nonché handicappata artificiosamente, continua ad essere celebrata
Se si dovessero esaltare in modo coatto le tappe di questo viaggio detto “apostolico”, bisognerebbe iniziare dalla celebrazione comunque delle Messe che ancora hanno resistito, molto parzialmente, al culto emblematico di tutto il Cattolicesimo. Il modernismo infatti non abolisce il Cristianesimo protestatizzandolo completamente e in modo improvviso. Con la nuova strategia già denunciata completamente da Papa san Pio X nella sua enciclica Pascendi già del 1907, e non più dirompente come i due scismi precedenti. Progressivamente e “progressista”, acquisendo solo mano a mano le forme tutte sostanziali dell’eresia – diciamo massimamente indolore – della metamorfosi anche del Cattolicesimo. In (forse) principale protagonista della nuova religione antropologica e mondialista, se non proprio universale.
Il papa san Paolo VI aveva cominciato – sul piano della cultualità – con la Santa Messa. Eliminando la lingua latina sostituendola con quella nazionale o locale. Considerandola pure come madre-lingua della (paradossalmente futura) dichiarata solo… italiana, assurta ridicolmente ad ufficiale. Perché?, ci si chiede, quando la latina ne é anche l’etimologica originaria, oltretutto già efficacemente utilizzata da sempre! Ci si ricordi dell’essenziale necessità originaria romana e latina, con sempre dotata di traduzione a fronte nella ligua locale. Che avrebbe permesso – col tempo – di fornire l’umanità di una lingua comune: l’artificiale esperanto di più di un secolo fa ne ha già clamorosamente fallito l’obiettivo. Così anche in questo ultimo viaggio, Papa Francesco ha ancora reiterato con ostinazione l’errore idifferentista del suo completo ed eterodosso principio massone, secondo cui le religioni hanno relativisticamente tutte lo stesso… Dio. Questa volta ha pure utilizzato la falsa “parabola” argomentativa delle lingue. Per cui le religioni sarebbero come le diverse e numerose lingue, tutte figlie della stessa divinità, ossia la medesima formula sincretica della sempre scomunicata massoneria.
Ma il punto centrale irrituale e sacrilego sta nella postura del celebrante che durante tutta la Messa è rivolto, con il nuovo altare, non verso il Dio trinitario ma verso l’assemblea dei cosiddetti fedeli. I quali sono di fatto concepiti come co-partecipanti ad una sorta di assemblea conviviale e festiva. Piuttosto che alla celebrazione dell’eterno dramma della Croce, dalla Morte alla Risurrezione del Cristo… A complemento di siffatta devastazione, ci sono poi le indebite e mai giustificate ablazioni d’importanti passaggi liturgici e, soprattutto, del brano detto “Prologo al Vangelo” di san Giovanni! Capolavoro insuperato nella storia rispetto alla critica definitiva all’eresia filosofica gnostica e neo-gnostica, come all’immanentismo del pensiero moderno antropocentrico! Una vera e proprio dichiarazione di guerra ormai apparentemente vincitrice contro il Cristianesimo rivelato e magistralmente insegnato dalla Chiesa petrina. Preghiamo!

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