Dal modernismo si è giunti al neo-modernismo attuale, sia a partire dalla sua origine filosofico-antropologica e rinascimentale che nel suo approdo tragico, anche nella Dottrina della Chiesa cattolica contemporanea. La sua immanenza così fatalmente secolare e nichilista, dopo l’ostracismo della Trinità al di fuori della dimensione politica, ha già portato l’umanità al “personalismo” e alla pazzia dell’irrealismo razionalista: contro la Ragione della Verità divina ed eterna. Ma pure verso il trans-umanesimo incipiente che ci situa sull’orlo dell’apocalisse auto-distruttiva, non solo dell’umano. La Speranza suprema è nella temporalità salvata dal Cristianesimo dei Cattolici della Tradizione

Lo gnosticismo è sempre esistito: all’inizio del Cristianesimo nel secondo secolo, come prima eresia di tendenza antropologica. Col personalismo maritainiano degli anni 1930, esso si è tanto infiltrato nel Cattolicesimo che tutto è ora neo-modernismo: dalla religione alla politica e alla Tecnica
Si è perfino giunti a periodizzare la nascita e il divenire storico dello gnosticismo, molto opposto e rovesciato, come se fosse generato dallo stesso Cattolicesimo! In effetti, i primissimi gnostici ricordati dell’era cristiano-romana non erano veramente irreligiosi e anti-evangelici (oltreché anticlericali)  come oggi. Sebbene che, già nel secolo secondo – prima del neo-convertito imperatore Costantino di almeno un buon secolo – gli gnostici fossero già legioni (per esempio i valentiniani). Oggi, tutta la bimillenaria civiltà cristiana è diventata neo-gnostica, però con una significazione semantica anche opposta. O quasi. In quanto già i primi tra loro coltivavano in nuce il significato originale (pure etimologico) del termine: il senso indicante la conoscenza “antropologica”. Quella stessa che la Bibbia dell’Antico Testamento nella Genesi riportava come l’”albero della conoscenza” di cui  Eva e Adamo non avrebbero dovuto mangiare il frutto proibito. Perché sacrilego e impossibile, o meglio velenoso, nella sua illusorietà… Ecco in scena, con questo mai più famoso e più implicativo epilogo, il primo dogma religioso e divino fondante la sapientissima saggezza costitutiva dell’obbedienza creaturale divina! L’attuale neo-gnosticismo non solo si è completamente esplicitatato rispetto alla sua iniziale degenerazione irreligiosa, che già includeva pure l’eresia della Torre di Babele costruita fino al Cielo per “volontà di potenza” ingannevole e vana, in rapporto a quella onnipotente e onnisciente del Dio Creatore. Ma si è “arricchito” anche del trans-umanesimo oggi già enunciato nei suoi orribili particolari, più che solo intravisto.

Il personalismo maritainiano antropologico è giunto al potere assoluto, in una settantina d’anni,  anche all’interno della Chiesa cattolica. La radice illuminista francese ha completato la sua vittoria
Come si è giunti a tutto questo, diciamo, logico e conseguente esito? A causa dell’opera di “teologi” cattolici come Jaques Maritain, Emmanuel Mounier, Teilhard de Chardin, Henri De Loubac o Karl Rahner, i quali tra gli anni ’30 del secolo scorso fino alla pratica a cavallo del terzo millennio della autodefinita “Mafia di San Gallo”, hanno completato tutto il percorso fedifrago, col neo-gnosticimo anche  personalista. Sostanzialmente, in prospettiva, nichilista forse senza troppo saperlo, negli stessi suoi prodromi. Ora caparbiamente ribaditi perfino dal sangallista antropologico di tendenza molto immanente, Papa Francesco! E questo, in un mondo che ormai è stato quasi completamente dominato, in tutti i suoi campi espressivi, dall’ideologia della “religione civilista e massonica”. Perdipiù, è da quasi un secolo che tutta la “Nuova teologia” (quella appunto denominata pure di Maritain e di Rahner) ha forgiato lo squallido riduzionismo scismatico interno alla Chiesa del neo-modernismo “cattolico”: avviato verso il neo-ecumenismo ateizzante per relativismo. E sono stati specialmente i movimenti laicali tutti (del secolo passato e ancora oggi in atto tutti fedeli a Papa Francesco, comprensivi di quelli detti più “ religiosi”, come dell’”Azione Cattolica”, ad annunciare il sostegno del processo di secolarizzazione proprio interno anche al Cattolicesimo attuale.
Il rivoluzionarismo come metodo, e l’immanentismo secolare come contenuto dell’illuminismo francese, avevano concluso così il loro ciclo distruttivo teoretico della Civiltà cristiana. I tragici risultati sono stati anche costatati nelle ultime elezioni europee, non solo in Francia, ma in Europa: con le vittorie delle destre politiche e antagoniste e la riconferma delle leadership di sinistra. E,  soprattutto, nell’Unione Europea stravolgente di Maastricht e delle altre dolorosissime conseguenze.

Curiosamente i movimenti detti laicali, molto spesso destinati a involvere in modo deteriore, non sono mai previsti organicamente nelle strutture gerarchiche della Chiesa cattolica…
È la “Dottrina cristiana” della Chiesa apostolica il riferimento primario e matriciale da cui un movimento ecclesiale deve sempre verificare la sua rettitudine ortodossa: rispetto alla sua teologia,  alla sua pratica santificante e salvifica. Abitualmente però, i movimenti anche detti “romani petrini” hanno tutt’altro paradigma di orientamento religioso. Il più frequente è quello del cosiddetto “carisma”  del proprio presidente-fondatore o di una virtù applicativa pastorale (detta pastoralizia). Oppure di origine antropologica, a costituire il rilevatore attributivo centrale della propria connotazione identitaria. In modo ancor più radicale, è la critica, mossa dalla retta Dottrina agli stessi movimenti. I quali non dispongono di riferimenti fondativi e strutturati all’interno dell’architettura incardinata della stessa Chiesa pronta a denunciare l’almeno problematico dramma dell’esistenza stessa dei movimenti ecclesiali laici. Infatti, lo scopo sistematico e finalista di ogni movimento religioso di laici è sempre quello di condurre alla Chiesa di Cristo. Nel qualcaso, quella cattolica romana e non di altro! Il movimento laicale ecclesiale non è infatti altra cosa che uno strumento aggiuntivo a quello pastorale strutturato nella Chiesa dell’incontro con la Salvezza eterna del Cattolicesimo. Vale a dire, la sua attività missionaria ecclesiastica di annunciare e calamitare la Verità trascendente della Trinità, globalmente alle comunità umane e a ciascuno dei suoi membri personalmente. Tutta l’organizzazione ecclesiale, a partire dal Papa fino a quella dell’ultima minuscola parrocchia di campagna, non ha mai previsto i cosiddetti movimenti laicali chiamati poi ecclesiali. E denominati con denotatività particolari che evidenziano il detto carisma o la caratteristica religiosa messa in rilievo dalla sua pratica preponderante più particolare. Sempre solo dopo la sua prima e probante esperienza religiosa, il movimento può essere riconosciuto ufficialmente… Papa san Paolo VI, infatti riferiva a don Giussani, relativamente al movimento di CL che “non capiva molto il carisma fondativo dell’”ambiente”, ma prendeva atto della sua santità”…
CL è stata riconosciuta solo da Papa san Giovanni Paolo II, dopo una trentina d’anni!
Finalmente, se un movimento può poi permanere a lungo nel tempo, i suoi membri son destinati a transitarvici  sempre temporaneamente: il tempo cioè di essere condotti all’identificazione totale e volontaria con la Chiesa cattolica e globale. Strutturata e organizzata con le sue conformazioni sacerdotali, sacramentali, contemplative, cultuali e pastorali…  Il movimento, contingente per natura, potrebbe pure sparire più o meno rapidamente. Oppure, sono i suoi membri che dovrebbero essere ricollocati, una volta ricolmati di Grazia divina, con la Fede personale acquisita e formata. E, di fatto, quando siano ben riconnotati dalla vocazionalità specifica e personale di ognuno, ormai divenuto altro dal sé iniziale in quanto progredito naturalmente nella sua esistenza almeno cronologica (da bambino, adolescente, giovane, adulto, vecchio). I movimenti ecclesiali, laicali e presbiteriali (comunque spessissimo entrambi misti) sono comunque sempre esistiti, sebbene non proprio previsti organicamente e teologicamente strutturati: almeno inizialmente. E malgrado costituissero costantemente lo scopo complessivo e universale della stessa “Incarnazione Rivelata”. Tuttavia, il frequente fatto di concepirsi spesso come finalità e, non solo come strumentalmente sempre virtualmente temporanei (almeno per i suoi membri), comporta l’inconveniente tragico della loro involuzione spesso eterodossa, constatata storicamente: si potrebbe dire quasi pre-programmata.

Gl’inevitabili movimenti di laici cattolici settoriali e di “ambiente”, sempre graditi, richiesti e pure invocati dal clero, devono avere come consapevolezza coltivata e permanente la loro sempre perfetta  strumentalità in rapporto alla finalità unica della Chiesa cattolica. Non sostitutiva!
Inutile forse ripetere che sono solo un piccolo imprenditore, da scuola serale e perdipiù vecchio, fondamentalmente autodidatta. Cosa che, ai nostri giorni potrebbe spesso costituire pure un vanto: per non aver fortunosamente mai preso una “laurea universitaria d’intellettuale”… Per cui non sarei in grado di giusificare, né da vero filosofo né d’autentico storico, il perché i grandi movimenti ecclesiali siano stati quasi tutti sottoposti alla vergogna di far sobbalzare nella loro tomba i loro santi fondatori… Come un san Francesco o un sant’Ignazio di Loyola, generalmente guardando ora – sempre per esempio – i… francescani e i gesuiti: naturalmente non in modo individuale o personale!
Sta di fatto che le eredità religiose, dette abitualmente e spesso abusivamente carismatiche, non sempre sono onorate in un ovviamente necessario retto sviluppo della loro identità fondativa e iniziale. È piuttosto l’influenza negativa dei demoni ribelli che, sebbene incapaci ontologicamente di determinare gli eventi storici (come tutti gli attuali “rivoluzionari” politicisti dell’era moderna e modernista), finalmente sono molto attivi. Ma sempre sottoposti alla regia di Libertà divina e produttrice, in ogni caso, rispetto a quella umana che influisce nelle degenerazioni almeno quanto le eresie filosofiche e culturali. L’ultimo fattore storico inquinante tra i movimenti tutti laicali dell’ultimo secolo, rispetto al modernismo immanente che ancora tortura la Chiesa cattolica, è certamente stato il movimento francese del “personalismo”, iniziato da Maritain verso gli anni ’30 di un secolo fa. Utilizzando la struttura portante dell’Azione Cattolica, il personalismo, già coadiuvato dall’eresia modernista in auge a partire (potremmo dire) dal primo movimento protestante.
Il personalismo ha così alquanto cambiato la propria strategia verso l’eterodossia antropologica, sovvertendo il significato cattolico e sublime di Persona. Altro è la Persona e ben altro, anzi all’opposto, si trova il personalismo. Lo stesso Maritain, nel 1963, col suo libro “Il contadino della Garonne”, giunse a ritrattare molte tesi di trent’anni prima. Già l’andamento del Concilio Vaticano II lo avevano forse consigliato in senso opposto! Il suo personalismo,  infatti, non tendeva a mettere conseguenzialmente in evidenza il valore estremo della Persona vera conquistata dopo la nozione di individuo spappolato, proprio della cultura massficata e totalitaria del potere capitalista. Al contrario! Così come, in misura più o meno marcata, tutti imovimenti laicali del secondo dopoguerra e soprattutto del post-Concilio sono stati coinvolti attivamente. Molto di più di quanto lo immaginassero dall’”immanentismo personalista”.

L’esempio del movimento Comunione e Liberazione come degenerazione, indotta dal modernismo fondamentalmente mondano mondialista, soprattutto dopo la morte nel 2005 del suo fondatore
L’esempio che più ho potuto conoscere di più è stato quello del movimento di Comunione e Liberazione: di cui ho fatto parte, dal 1961-62, nel movimento di Giovani Lavoratori (braccio operaio e impiegatizio dell’allora ancora denominata Gioventù studentesca : e che si sarebbe ridenominata dopo il ’68 CL. Alla morte del fondatore e leader storico nel 2005, don Giussani (divenuto nel frattempo monsignore), forse il più grande educatore religioso del ventesimo secolo al mondo, la svolta modernista si attuò in modo compiuto e senza opposizione interna se non personale. La cosa, a dire il vero, non era assolutamente un fulmine a ciel sereno: spesso tutti i vecchi giessini e giellini ricordano le collere omeriche del Gius contro le sbandate moderniste del suo movimento (continuate larvatamente anche nella rifondata CL). Con il culto della cosiddetta “esperienza”, non proprio ontologica, come quella del suo molto religioso fondatore: si ricordi, per esempio, l’obbedire pronto al suo vescovo della diocesi di Milano, sebbene oggettivamente contrastato, all’inaudito “ordine di ripartire per gli Stati Uniti a studiare… il protestantesimo”. Mentre avrebbe, in realtà, dovuto abbandonare tutta la sua opera e i suoi movimenti, all’alba pure tragica del ’68…
La stessa sua successione era stata preparata con un prete spagnolo, don Carron, anche a dispetto dei molti candidati successori a suo giudizio anche insoddisfacenti sul piano giust’appunto religioso, della retta religiosità… Da quasi vent’anni, CL è diventata comunque totalmente modernista e costituisce forse il secondo fiore all’occhiello della Chiesa ora immanentista di Papa Francesco: insieme al movimento detto ecclesiale ma spremamente politicista di sant’Egidio.

Il ruolo, a volte imprescindibile, dei movimenti laicali petrini, rispetto alla fedeltà religiosa della Chiesa anche romana, relativamente al “Depositum fidei” (Deposito della Fede) del Clero stesso
Mentre le chiese si svuotano sempre più, il bigogno del clero modernista è quello (come del resto del   precedente non troppo ugualmente dotato di molto seguito) di un popolo fedele ma massificato e massificabile anche  in grandi manifestazioni, possibilmente televisionabili (detto qui, ovviamente, in modo molto volgare)… Per cui vari commissariamenti, cambiamenti di statuto, sostituzioni di leadership, inziative associative rifondative, nuovi regolamenti, eccetera… Il problema rimane sempre come trasformare un grande movimento in uno che diventi paladino delle idee teologiche ed ecclesiali conformi a quelle abitualmente praticate da un Pontificato eventualmente papalino coatto.  E neo-immanentista protestantizzante. Come procedeva in opposizione a tali tendenze centrifughe il  devotissimo intelligente (in modo impareggiabile) don Giussani? È molto semplice. Con le sue collere che ammutolivano tutti i ciellini mettendoli di fronte alla Verità di cui era intrinsecamente investito ambrosianamente fin da bambino. E che scaraventava in modo travolgente col suo talento inimitabile esplicitamente anti-modernista, attraverso il rimprovero generale e periodico che tutti ricordano come almeno terrificante lezione morale. Ma inevitabilmente, il clima culturale generale cui tutti i ciellini erano comunque sottoposti, anche quello predente all’elezione del cardinale argentino Bergoglio, era già in modo strisciante o a volte già modanizzante nella stessa Chiesa.
E soprattutto da alcuni secoli, sempre contrastato dottrinalmente oltreché teologicamente, esso era tendenzialmente di fatto modernista sul piano della filosofia laica acquisita di soppiatto. A cui  quasi tutto il Corpo Mistico si opponeva, con in testa la gerachia del Clero (almeno fino a Papa Pio XII).
Ma molto spesso con prelati sempre più numerosi e invadenti che si allineavano progressivamente, come il gruppo di San Gallo dopo l’ultimo Concilio, alle posizioni dottrinali filosofiche correnti nel mondo. E che così si infiltravano sempre più nella Chiesa di Cristo (ci si ricordi del modernista, per esempio, Buonaiuti, nel primo novecento)… Il fatto di giungere ad un Cattolicesimo che quasi completamente corre ora appresso ignorantemente alle ideologie neo-moderniste del mondo, s’è prodotto passo dopo passo. Così, già nell’annuncio di Papa san Giovanni XXIII, nel 1959, nell’indire il Concilio Vaticano II, però solo “pastorale” e non “dogmatico”, era stato applaudito dal mondo intero in modo entusiasta. Soprattutto all’interno della Chiesa romana. Inconsapevolmente, in quanto si pensava che  l’indicazione pastorale racchiudesse in sé tutta la cosiddetta positività relativistica che la filosofia andava affermando da secoli. E che aveva occultato che una “pastorale non dogmatica” è sempre portatrice ed espressione di una Dottrina  implicita (da cui sempre deriva). Per cui, si è iniziato con un nuovo linguaggio intrisecamente ambiguo. E falsificante sempre più la stessa Dottrina cattolica, fino a livelli sempre più inaccettabili…
Fino all’elezione dell’attuale Papa, proposto per la seconda volta dal gruppo di San Gallo, già completamente eretico nel suo indirizzo direttamente ed esplicitamente protestantizzante…
Cosa fare, ora? Nei Sacramenti e, se possibile, nelle Sante Messe in rito tridentino (in latino), preghiamo ancor più intensamente, anche per il Papa affinché si coverta col suo clero secolarizzante.

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