L’ordine gerarchico decrescente degli avvenimenti politici più salienti e trasformativi al mondo (dell’ultimo mese), sono stati i quattro seguenti: 1 – La Settimana sociale dei Cattolici a Trieste; 2 – Le elezioni europee fino alla contestazione dei “signori della guerra” contro il loro membro ungherese ora presidente di turno; 3 – Le elezioni del caos in Francia; 4 – La massiva vittoria dei progressisti britannici “centristi”. È triste dover costatare che la quasi totalità dei consueti commentatori nel mondo, non solo dei media mainsteam, siano rimasti nel consueto recinto ideologico della critica sempre corta e obsoleta. Che rende loro incomprensibile la corretta e vera interpretazione del mondo!

Ho situato al primo posto la Settimana dei Cattolici, nella gerarchia per influenza e peso degli avvenimenti socio-culturali, una manifestazione che nemmeno è stata percepita – quindi in pratica occultata – come politica. Questa è la ragione prima del presente post
Detta ragione è molto semplice e dovrebbe apparire anche evidentissima oltreché preliminare, essendo essa la maggiore responsabile della crisi mondiale dell’attuale cultura, nella Vita stessa dei popoli. Di cui si è occupata nella storia giust’appunto, anche se non principalmente, la politica stessa. Solo che essa è sempre stata veritativamente giudicata come priva al suo interno dei principi morali fondanti la sua stassa esistenza. Princìpi che le sono sempre stati esterni ontologicamente e vi rimangno ben superiori, già sebbene detti nella civiltà pre-cristiana greca, trascendenti. Il fatto che oggi la politica, con  le sue conseguenze sociali ed esistenziali per l’umanità tutta, sia impantanata in un caos inestricabile, dipende in effetti dall’averla considerata totalmente autonoma e auto-sufficiente, a partire dal cosiddetto Rinascimento con le nuove sue filosofie materialiste e immanenti. Vale a dire sganciata dall’Autorità concreta morale, dalle Leggi divine e dalla civiltà religiosa, tutta totalmente ora tranquillamente e irrazionalmente rigettata. Quindi costantemente  solo fragilmente e mortalmente antropologica. Sottoposta all’assurdo ostracismo di Dio e della sua Trinità, dalla dimensione anche Sua fondamentale: quella pubblica. Sempre il Vangelo si è invece manifestato a partire dal pubblicamente vivo e facilmente evidente. E non confinato nella sfera intima, personalista inscrutabile (solo Dio lo può), oltreché modernista in ogni possibile “fedele”: nel suo inevitabile soggettivismo individualista (perdipiù sempre soggetto pure al Peccato originale, ora come minimo pure annacquato)… Ragion per cui, come sempre nella politica degenerata, si rimandano sistematicamente le decisioni fondamentali – nel non peggiore dei casi e se appena possibile – “a dopo”. Ora, una volta fatta l’altra elezione ancor più importante, quella statunitense del novembre prossimo, con la probabile rielezione del “pacifista” repubblicano Trump contro il bellicista “democratico” di sinistra Biden, altrettanto più vecchio e sgangherato, potrà essere cambiato radicalmente in meglio il quadro mondiale di riferimento universale attuale…

Il cattolicesimo, ormai ben avviato verso l’apostasia del suo nuovo Credo, della religione civile e prevalentemente antropologica nel mondialismo politicista e immanente…
La grande eresia caotica attuale è stata prodotta dal momento in cui, una particolare forma non sostanzialmente intrininseca alla politica – monarchica, popolare o democratica – sempre proclamanti, pure nel silenzio la negazione della supremazia di Cristo Re dell’Universo, è divenuta generalmente esclusiva e dominante dappertutto. E questo, in antagonismo alla vera Autorità universale, vale a dire, il solo Papa, però anche lui obbediente rigorosamente al Creatore Divino. E non, al suo posto vicario, come misero surrogato falsificante e deleterio, sottoposto solo alla cangiante e opinionista ragione ribelle e non sottoposta alla Fede!
Con il risultato che la Settimana dei Cattolici di Trieste, come processo della Chiesa e della sua Dottrina attuale di ulteriore protestantizzazione (iniziata da Lutero e attualmente fino alle circa duemila sue sette, dette Chiese nel mondo), ha mutato radicalmente il volto percepito del Cristianesimo.
Ormai si sa, la Chiesa cattolica è stata anch’essa infiltrata progressivamente da secoli, nei suoi vertici e fino alla sua perdita quasi totale e, col Pontificato attuale del sangallista Papa Francesco, all’eresia immanentista e politicista. Per cui la sempre sua ingloriosa Settimana non può che propagandare il suo storico tragico modernismo – nella sua stessa apostasia continua – che persegue insistentemente la sua completa falsificazione. Malgrado la sempre provvidenziale ortodossia indistruttibile della sua Chiesa Mistica: sempre appartenente alla Trinità e fondata da Cristo stesso. Chiesa da cui sono ab ovo separati, in modo anti-tradizionalista e dottrinalmente tutti i dossettiani protagonisti oscuramente del Vaticano II.
E soprattutto, tutta la fase angosciosa – anche attuale – del post-Concilio. Prova ne sia la modernista relazione del “democristiano” Presidente Mattarella, cultore pure lui della suprema sovranità sulla politica da parte della detta democrazia popolare!
La Dottrina sociale della Chiesa, totalmente ignorata nella sostanza come ormai sempre lo fa anche il vertice suo clericale e scismatico interno, non giunge altro che a far continuare a proclamare tutte le premesse teologiche e programmatiche della svolta immanente e antropologica, ora ancora ben in corso. Quella scontata cosiddetta buonista e “umanista” solo “partecipativa”, quindi non illuminata e dipendente dalla Grazia apostolica.
Il privilegio di aver messo la Settimana al primo posto gerachico, tra i quattro avvenimenti politici fondamentali ultimi è quindi stato purtroppo motivato dalla sua propria scelta, pervicace e reiterata, nel sostenere e ancora sviluppare l’apostasia in atto. Soprattutto con questo Pontificato scissionista, contro la sua obbligata Tradizione, diabolicamente visionaria per la sincretica e cocciuta realizzazione di una non lontana “religione civile” mondialista. Riunificante anche tutte le altre false religioni ecumenicamente indebite e funestamente protestatizzanti.

L’ondata della destra europea sembra essersi vagamente svegliata nella vittoria delle ultime elezioni. Provocate dal delirio propositivo di politiche contrarie dell’ideologica sinistra: situata al potere culturale nella sua visione indebita e dominante sul mondo
La vittoria europea della detta ondata di destra politica rischia probabilmente – come era prevedibile e pure da me scritto negli ultimi post – di rimanere “inutile”, o solo molto iniziale.
L’esito senz’altro positivo è quello di aver come minimo provocato l’arresto, almeno parziale, del tragico delirio mondialista. Incarnato dal razionalismo anche attuale dell’UE “illuminista” (notare la curiosa incongruenza per cui non esiste in francese un aggettivo traduttivo analogo…). Adottato quindi imperiosamente dall’immanentismo ideologico.
Quest’anno si giunge a una moltitudine straordinaria di appuntamenti politici(stici) concentrati e decisivi (forse) per la totalità dei destini umani. E quantomeno della loro possibile svolta.
Il risveglio attuale non può che apparire ancora nel suo profondo dormi-veglia stanco, pigro e molto volontariamente contrario alla vocazione divina di moltissima umanità illusoria. Già esso muove le prime mosse dopo l’ultima sconfitta elettorale di sinistra (mai definitiva…), nei vari paesi dell’Unione Europea. E in antagonismo alle volontà veramente popolari, anche se non in chiara ed esplicita consapevolezza cristianamente critica. Rispetto per esempio alla guerra e agli impossibili programmi detti ambientalisti già in atto e deliranti di “volontà di potenza”.
Si sono così espresse le consuete volontà totalitarie impazzite dei cosiddetti “signori della guerra rivoluzionaria” europeizzanti. L’ultimo esempio ne è stato l’ennesima levata di scudi contro la stessa “Presidenza di turno” prevista per l’Ungheria di Orban. Il quale ha deciso, secondo la sua nota posizione da anni, d’incontrare vari interlocutori anche esteri e antagonisti, con ragionevole strategia tradizionale e consueta propria dei “costruttori di Pace”. I primi incontri sono stati con i massimi esponenti in guerra: quello ucraino con Zelesky e l’altro russo con Putin (con cui Orban ha parlato per ben tre ore).Poi quello col molto supremo cinese dittatoriale Jinping… Ebbene, la contestazione è esplosa da parte dei papaveri europei di sinistra, parecchio sconfitti (forse non abbastanza), ma apparentemente per essi stessi europei. Sebbene rimasti sempre arzilli come se nulla fudesse stato. Il tutto, all’annuncio del colloquio con Putin (il cosiddetto considerato guerrafondaio, dopo otto anni subiti di guerra aperta terroristica al confine con la Russia e alle… sue popolazioni russofone! Da parte esclusiva dell’Ucraina e, fondamentalmente organizzata, nel colpo di stato militare e insurrezionale pure finanziato dalla NATO e direttamente dagli Stati Uniti bideniani, nel 2014 a partire dalla rivolta di Kiev…
Mai ci si sarebbe opposti all’incontro con Zelesky da parte di Orban o ad appoggiare il congresso detto “di pace” perfino nella troppo comoda Svizzera: nemmeno senza però la presenza del… contendente russo. Si è preteso così che Orban, il presidente entrato sei mesi in carica europea, non potesse neanche decidere la sua programmata e ben conosciuta agenda, perché già combattuta strenuamente, di contatti di pace (dopo anni!) senza il fatidico e mai previsto cosiddetto “mandato europeo”. I veri guerrafondai (che si palesano sempre molto prima della guerra vera e propria), non perdono nemmeno il pelo eventualmente pure mediatico, mantenendo il perenne vizio totalitario del potere pure esplicitamente anti-democratico. Sarebbe allora che un predidente di turno non possa intrattenere (e riannodare, all’occorrenza!) contatti interlocutori irrazionalmente interrotti?

Le elezioni francesi, sempre caratterizzate dal suo pluri-centenario illuminismo detto repubblicano, è stato inconsapevolmente sconfitto, lasciando ancor più tutta l’Europa nei detriti del caos incompreso e quasi ingovernabile: senza Leggi di Dio, niente Salvezza…
Non c’è da stupirsi del fatto che il ”Siècle des Lumières”, il secolo cioè dei cosiddetti lumi, sia poi diventato, quasi rapidamente , “repubblicano”: esclusivamente rivoluzionario e solo antropologico. In seguito, divenuto rapidamente “Impero” (con Napoleone” ovviamente auto-incoronato), con poi la “monarchia” attraverso la fatale Restaurazione) e infine con la “Repubblica” (di nuovo fino all’ultima versione attualizzata da sei decenni col famoso presidenzialismo). Così, quando dal principio divino e primo del Cristo Re, si sprofonda nella sola strumentalità come mezzo e non fine causale dell’attrezzo funzionale – diciamo così – allo scopo e destino globale umano, le varie forme con cui si pratica inevitabilmente la politica, conducono all’orrendo riduzionismo esclusivista e fattuale. Quello gravemente handicappato e unicamente antropologico, quindi restrittivo e limitativo della trascendente e aristocratica politica trasformata, ipso facto in politicismo detto speculativo. Dove contano (molto solo teoricamente nel cosiddetto “pensiero”) le virtù e le qualità tipicamente umane, come la cosiddetta bellezza fisica e più raramente intellettiva, continuamente ripetute ossessivamente con l’inevitabile aggettivazione “carismatica”… Cioè con l’intelligenza da sofisti o con la loro furbizia eloquente sempre irridente dell’inviolabile Verità. Così un illuminismo senza la cultura sterminata di un Voltaire (di formazione giovanile molto cattolica, anche se divenuta razionalista, atea-modaiola e anti-teista), non sarebbe “rivoluzionariamente” abbastanza affascinante e “carismatica”, ancora oggi. E non potrebbe diventare virtualmente “repubblicana”: la fascinosa malìa della parolina magica à la page è sempre molto affine al dannato e permanente malefico
Quindi la Dottrina cattolica e non il suo sentimento sbrodolato!
Le elezioni in Francia, al secondo suo turno, hanno riportato la vittoria molto notoriamente (non si è parlato d’altro nei media europei!) la vittoria del già generalizzato successo della ossessivamente detta e ridetta “estrema destra” (saltando a pié pari, il concetto ovviamente precedente e sempre indispensabile di semplice… destra). Il Rassemblement National è sempre il primo partito francese, aumentando anche il numero di suffragi del primo turno, ma non è riuscita nell’impossibile obiettivo di conquistare subito la maggioranza assoluta.
Nessuna formazione politicistica l’ha avuta, per cui non si vede come si possa giungere a una vera governabilità. Il presidente Macron, grande perdente, ha dovuto pure rinviare la sua consueta e immediata dichiarazione post-elettorale a non meno di tre giornate dopo la speranza di anche difficili consultazioni conoscitive. Chi semina vento, raccoglie tempesta!
Anche Giorgia Meloni, premier italiana, si è chiusa nell’apparente silenzio in attesa che almeno qualcosa si chiarisca per prendere ufficialmente posizione: oltre al fatto di vedersi già rafforzata col suo governo stabile e fondatore della Comunità Europea, anche se indebolita dai giochi sottobanco europei che l’hanno esclusa dai “caminetti golpisti”…
Naturalmente la “disonorata impresa” ( come ha ripetuto il suo giovanissmo leader Bardella, figlio di poveri immigrati italiani poi integratissimi), nel coalizzarsi tra tutti gli altri partiti malgrado le loro apparenti opposizioni antagoniste e inconcigliabili, ha vinto nel rischio di escludere l’”estrema destra” dalla falsa competizione truccata politicamente, anche se in legittimità legalistica… Ma ora, con la sua accozzaglia ideologica apparentemente irriducibile di sinistra e di centro, ha paralizzato la possibilità o quasi di governare veramente il Paese. Almeno per un anno, come la Costituzione d’oltralpe prevede fino ad altri esiti politici e governativi. I quali attendono, di fatto, le decisioni altrettanto politiciste e molto praticamente influenti dell’UE. E soprattutto con le elezioni americane del novembre prossimo che potrebbero cambiare radicalmente il volto cosmetico del mondo (con il ritorno al potere di Trump). Fino alle prossime elezioni presidenziali francesi che potrebbero, molto probabilmente, eleggere la cosiddetta sempre detta “estremista di destra” Le Pen. Ma rappresentativa perfettamente della totale cultura bastarda oggi europea.

La gravità della crisi non solamente della politica, ma di tutta la civiltà della nostra epoca (ir)religiosa (quindi globale), non può essere risolta con il solo pannicello del premierato
In modo meno immediatistico e politicista, il razionalismo irrazionale e immanente esagonale è talmente impregnato di destra, in tutte le sue formazioni politiche nazionali, come ancor più nella sinistra e nel cosiddetto centro, che non si vedono vicine prospettive veramente risolutorie. Bastava solo ascoltare l’elenco ristrettissimo del volutamente non-programma improvvisato dall’impeccabile diabolizzato e comunque immondamente gnostico Bardella, che campeggiava prioritariamente il “diritto costituzionale all’aborto per le donne” come grande conquista… politica, per farsi l’idea dell’unità ideologica (quindi falsa!) della weltanschaung pure della sua destra lepenista proclamata “estrema”. La visione così del mondo nella terminologia filosofica e agnostico-modernista anche tedesca, quella stessa di tutti gli altri partiti almeno europei, che era proclamata dal molto borghese giovane leader della detta ”estrema destra” francese. Tutti perfettamente ora irreligiosi (quantomeno pubblicamente) e molto lontani dalla minima consapevolezza, quindi veramente e preliminarmente salvifica ed escatologica… E politico-antropologica, perciò politicista e complessivamente degradata, stravolta da secoli della, per l’appunto, rivoluzione. Come quella del più acerrimo antagonista alla Civiltà cattolica, il Nuovo Fronte Popolare della sinistra. La sola differenza veramente radicale rispetto all’analoga cultura politica italiana, attualmente dominante maggioritariamente a destra come soprattutto a sinistra, è in pratica solo l’assetto strumentale parlamentaristico ancora molto arcaico. Che ora la destra nostrana ha già proposto di cambiare, col metodo referendario, in rapporto passato del suo glorioso Stivale, oggi in auge non solo in Francia: col “premierato” giust’appunto all’esagonale. Quello che ha permesso tutto questo nuovo caos (provvidenziale?) aggravato col “barrage républicain” masochisticamente ora macroniano. La caratteristica di fondo della politica attuale, cioè non solo attualmente strumentale purtroppo alla francese, ma pure dei prossimi anni generalmente mondiali e mondialisti. La crisi internazionale, praticamente banalizzata e deturpata anche nella sua sola analisi mondialista da Davos e dai suoi potentati internazionali, è religiosa e complessivamente globale e non solo politico-politicista. La Salvezza dell’umanità non è una questione che può essere compresa da un qualsiasi zelota alla Giuda Iscariota. O come fa il nuovo primo ministro britannico, “osannato intelligente e moderato”, politicista vincitore di elezioni moderniste (come in Italia la nostra Giorgia nazionale). Il Mistero di Dio ci trascende tutti!

Dopo la scellerata Brexit, la strutturalmente isola britannica non ha potuto (pure a stento) ben sopravvivere in uno splendido isolamento geo-politico ancor più gnostico e giacobino
Appena riparata dalla follia bruxellese, la Gran Bretagna non è sfuggita al fatale declino, non solo europeo. Il destino salvifico e storico della già mitica Europa greco-antica è stato e sarà foriera di quello – ancora oggi unico – del mondo intero che già essa ha generato e forgiato.
Lo staccarsi politicista dall’Unione Europea della Gran Bretagna potrà forse averla salvata dal totalitarismo eurocratico, dirigista e centralista oltreché totalitario, ma non dal suo declino sul piano culturale e ideologico mondialista: perfino pre-bonapartista!
Quindi anche anti-economico, quantomeno sul piano dei mercati… Al punto che oggi la sempre “perfida Albione”, geo-strutturalmente rimasta perennemente europea, ma malintesa non può che competere con la Francia perfino nel razionalismo detto scientifico e generalmente immanentista. Ma pure con l’Italia a cui ha riservato la prima telefonata dopo la vittoria! Forse anche ad uno stadio più avanzato. La pazzia del Nuovo Fronte Popolare sinistroso parigino è senz’altro più arcaica e revanscista del governo detto di sinistra inglese. Quella della “ricostruzione con moderazione” del laburista Stramer, nuovo vincitore e premier britannico. La sua centralità politica sarebbe già un toccasana per il Partito Democratico Italiano: sempre in preda alla follia estremista della sua segretaria Schlein, scelta espressamente trasformista.
E del cinquestellato e falso pacifista Conte, generosissimo con i soldi dello Stato statalista sommo cleptomane (sempre più indebitato sia con le decisioni dei suoi governi di destra quanto quasi con quelli di sinistra) a scapito delle generazioni attuali e future. In sovrappiù in sparizione denatale, come gli altri partiti neo-malthusiani mondialisti in tutti i Paesi…
Il vero virus oggi letale, per l’intelligenza divina e la dignità umana dell’uomo e della sua pure alienata partitocrazia, è ben lontano anche dalle più estreme e solo teoretizzanti sue ambizioni idealiste ed hegeliane, ovviamente infondate. Sia collettiviste che dette liberali, appena più moderatamente. La “soluzione” molto già apparentemente raggiunta in Gran Bretagna, detta compromesso di massa tra il diavolo e l’acque santa, cioè tra il totalitarismo detto buonista (di sinistra) e il cosiddetto liberalismo “molto cattivo” (di destra), costituisce ancora il sogno proibito del politicismo extra-europeo e italiano. Anche se ambedue gli schieramenti, anche mondiali, sognatori ancora dannatamente ben atei o agnostici e sacrileghi.
Se l’umanità potrà uscire da questo vicolo cieco, lo potrà solo a partire dal cuore dell’Europa stessa da cui tutto è stato generato, prodotto e riprodotto: a partire dalla Grazia divina e successivamente nella fede forsennata contro di Essa. I veri Cattolici operano in questa prospettiva di Fede. Peraltro, già nella fuoriuscita britannica iniziale dall’UE, nel 2020, con risicata maggioranza dovuta ai sempre più numerosi elettori – particolarmente alienati, dalla fatale megapopolite infettiva attuale: propria , dei suoi centri metropolitani contro le province e le campagne. Si era già cominciato a capire, infatti, che non si può espellersi da se stessi.
Dopo la provvidenziale dispersione umana dalla Torre di Babele, per occupare e trasformare razionalmente tutto l’universo ancora sconosciuto, il solo diritto mobilitativo rimasto da proclamare inviolabilmente è quello dell’eterno diritto-dovere, per le moltitudini, a non emigrare. Né fisicamente né culturalmente.
Salvo nella libertà evidentemente tutta irriducibuilmente personale… Preghiamo!

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