In generale la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) prescrive che il fedele cattolico debba sempre andare a votare: soprattutto per dovere ecclesiale, oltre che per diritto civico
Già l’insegnamento evangelico fissava che i Cristiani dovessero moralmente subordinarsi, criticamente e fattualmente, al potere politico del tempo: ossia a quello del Cesare raffigurato sulla moneta corrente dell’epoca. Condannando così già ogni ideologia irresponsabile, illogica e desolidarizzante anarchica. Allo stesso tempo, però, Gesù stesso affermava e riaffermava che gli uomini, creati ad immagine dell’unico Dio Creatore, dovessero attivamente vivere pienamente nel mondo, anche materiale e politico della sua stessa Incarnazione. E nel contempo concependosi appartenenti alla loro medesima e intrinseca “metafisica spirituale”: eterna e operante già dalla sua Creazione. Questa loro duplice proprietà aveva ovviamente ingenerato l’ostilità strategicamente antagonista propria degli zeloti, i politici idolatri e sempre illusi nel tempo: per cui la salvezza umana si ridurrebbe al proprio costante politicismo fattuale e materiale… In effetti gli zeloti dell’epoca evangelica avevano tendenza a identificare anche tutta la miracolosa divinità tradizionale nella ridottissima funzionalizzazione al prorpio potere orizzontale e terreno del loro cosiddetto “politico”, d’interesse diretto. Quello identificabile con la vittoria sugli odiati Romani colonizzatori. Da cui ovviamente il politicismo razionalista (mai razionale) e ineluttabilmente fazioso e sempre corto, per cui anche l’origine difettuosa e anticristiana della definizione “partitica” dei gruppi sociali: di allora e attuali.
La medesima definizione sempre di… parte (non universale!), esclusivamente interessata fondamentalmente all’unica “soluzione” dei problemi della loro sottomissione romana o della rivoluzione fatalmente politicista! Il leader zelota Giuda Iscariota è diventato così rapidamente il fatidico traditore tra gli Apostoli di Gesù, Re dell’Universo. Assolutamente però all’interno dell’obiettivo detto abusivamente politico (si potrebbe dire) “nazionalista”. Peraltro già sapientemente integrato finalisticamente nel programma della morale divina universale e sempre incommensurabile all’assolutizzazione del consueto politicismo, indebitamente elevato a politica. Purtroppo colpevolmente incompreso, già allora, da moltitudini di uomini ovviamente intrinsecamente peccatori, a partire dal “Peccato originale”.
Il riduzionisismo antropologico della filosofia, il Peccato originale e l’ateismo modernista, nel falso relativismo con la falsificazione della Verità eterna, anche nella Chiesa cattolica
Giuda aveva così costituito, coi suoi consimili come pure di oggi, la dualità negazionista (diremmo ai nostri giorni) dell’invece irriducibile vocazionalità solo umana: rispetto a quella escatologica della stessa Creazione universale. Così ci vollero quasi una quindicina di secoli affinché la menzogna del mondo potesse cominciare a prevalere sulla grande e risolutiva civiltà cristiana. Perché l’umanità potesse iniziare, con la filosofia anti-metafisica che iniziava già a impantanarsi nel nuovo e antico pensiero immanentista e materialista, il suo processo generale e già “mondialista”: di antropologica espulsione dalla dimensione pubblica di ogni traccia di divino. La detta già allora (ma come sempre dai soli filosofi) “impalpabile” trascendenza, anche dal mondo politico. E da tutte le sue pratiche anche personali. Il processo di secolarizzazione era così iniziato a divenire sempre più importante, fino all’attuale stra-maggioranza delle popolazioni. Le quali credono ora che la Verità, vale a dire le sue sedicenti “attuali varie versioni” relativiste, esiste solo nel pensiero e non nell’esclusiva realtà.
Così, pure la Chiesa romana, non tutta ma almeno la sua più gran parte – come vedremo ancora una volta – è caduta in progressione nella trappola fatale del modernismo. Il quale è giunto a relativizzare anche la Verità divina ed eterna, propria al Cristianesimo!
Il minimalismo politicistico si era quindi tutto prodotto in nuce nel tradimento di Giuda. Il modernismo l’ha riprodotto come ideologia gemellare in “liberal-democrazia” (di destra) e in “social-comunismo” (di sinistra), rispetto alla Verità già salvifica della Creazione
Il più grande e importante avvenimento della storia si è comunque realizzato con l’avvento dell’Incarnazione nel Cristianesimo! Il tradimento emblematico di Giuda, in tutta la sua sostanza iniziale, già aveva costituito la prima scissione esplicita e “protestantizzata” che poi sarebbe diventata famosa come originariamente luterana: dopo mille e cinquecento anni (tra le più di 2000 attuali ovvie e conseguenti ribellioni sempre sue settarie e immanenti nel mondo!). L’idolatria del politicismo assolutistico si è avviata così – pure attraverso la tragedia personalistica del futuro primo impiccato storico – nel suo tragico e lungo cammino. Fino a diventare “religione” ideologicizzata (vale a dire falsificata), praticamente e progressivamente maggioritaria e civile, di riferimento nel mondo, all’apice dei nostri giorni. Avendo ben relegato, nel frattempo, alla dimensione solo strettamente personale e intima – nel migliore dei casi solo giust’appunto antropologica – l’aristocrazia politica e divina. Con la trasformazione riduttiva e abietta, oltreché mostruosamente decadente in politicismo zelota: dall’originale e calpestata sua natura trascendente e politica. Mentre, si sa (o si dovrebbe ormai sapere), essa è per essenza concepita “ab ovo”, già nella Creazione divina, da quella di Adamo!
Il tradimento abitualmente inteso come semplice personale di Giuda, in quanto individuo singolo, era così destinato a diventare – come esso era realmente già in origine – il modulo essenziale dell’Apostasia modernista più eretica e generalizzata della nostra era. Completamente pure statalizzata nella gelida strutturazione istituzionale .
Cosa per cui, nessun partito politico contemporaneo è ora esente da questa ideologia razionalista e non razionale. Strutturati tutti quanti di amputazione restrittiva e perfino senza consapevole alternativa. In una esclusiva visione solo umana, ignara pure di possibile riscatto. Quindi, fatalmente antiumana (sempre ed eternamente eretica, detta ora nichilista), anche se spesso senza saperlo. Ragione per cui è abbastanza comprensibile (non completamente!) che non esistano ancora, sul mercato anche mondiale, partiti immuni da questa lebbra riduzionista al politicume quotidiano e immediatistico, prodotto dal suo innaturale immanentismo ateista… Gli zeloti ambivano a che Gesù diventasse l’ebraico “condottiero politicista” che avrebbe respinto i Romani fuori dalla loro Palestina, naturalmente anche legittimamente al tempo giudaica. Il tutto nella più feroce opposizione al principio divino e universale alla base della Rivelazione del Cristianesimo stesso: quello dell’Incarnazione del divino nell’umano pedagogicamente funzionalizzato alla Salvezza eterna e continua. Dunque pure in una social-politica completamente da riconcepire. Che, ovviamente, è stata già creata divinamente e nata con la Créazione del mondo. Oltre che sperimentata da due millenni di riferimento capitale!
Peraltro, gli storici rileveranno la ben motivata indicazione del molto perseguitato e ingiustamente defraudato Papa Pio IX, con il suo famoso “Non expedit”. Contro la solidarietà al primo regno d’Italia, per l’astensione non solo dal voto da parte dei fedeli cattolici, ma contraria irriducibilmente a tutta la politica massonica e anti-cristiana del Risorgimento.
Così, anche il Pontificato ha così riconosciuto il valore veritativo, pastorale e insostituibile del necessario “non-voto” estremo!
La prevalenza indiscussa delle due ideologie politiche correnti: quella di origine aglo-sassone,democratico-liberale e quella molto conseguente hegheliano-marxista e social-comunista, ambedue erronee in quanto prive di principi di Verità fondativa…
Quale partito politico allora andare a votare? In realtà, le due dette ideologie moderne di appartenenza solamente antropologica, raccolgono tutti i partiti ora candidati alle elezioni. Essi respingono di fatto e veramente la realtà anche storica e attiva, ora pure completamente negazionista contro il Dio trinitario. Al massimo, si giunge oggi a riconoscere un dio sì creatore, ma solo iniziale (creazionista) che si può e si deve dimenticare (a compito creativo cosiddetto “terminato”!) nella coincidenza intrinseca – ripetono continuamente i neo-gnostici moderati a ondate sempre più oceaniche – dei vari universi plurali “automaticamente esistenti” nel mondo. Detto pure panteista. E materialista che esclude, con ovvietà pseudo logica, la Creazione reale e causale del Cosmo, nonché del Logos però divino, nella continuità della Vita.
Soprattutto quella della Creazione che tutti i neo-gnostici definiscono catastroficamente in modo indimostrato la “favola della natura ordinata”… La scelta oramai possibile viene così limitata, in modo anche paradossale e curiosamente dogmatico – da parte dei sedicenti “laici” borghesi) – alle due ideologie dette di consueto antagoniste. Nelle quali sono riconducibili, anche concettualmente, tutti i partiti esistenti, attuali e anche futuri. Tutti più o meno limitativi e conseguenzialmente totalitari: nel loro ormai pure dichiarato ateismo almeno pratico, sia per définizione originaria che per finalità volontaria.
Il Pianeta nostro politico e ideologico è diviso con la stessa apparente e cosmetica bipolarità tra Occidente e BRICS restante, con una popolazione già più della metà degli otto miliardi attuali di umani. Tutti quest’ultimi con in testa la Cina (e l’India) oltre alla ripudiata coniugale Russia dall’Occidente, più altre decine di membri e candidati… Sempre e sostanzialmente con la stessa visione (o quasi, nella sostanza) dell’occidentale neo-gnostica: tutta interna alla conquista, pure infrastrutturale e d’investimenti territoriali di potere cosmico.
Il tranello ideologico “destra/sinistra mondialiste” e strategico, al di là degli interessi tattici e immediati ovviamenete comprensibili, è alla testa di tutte le idealità. Ma anche nel fatale spettro dell’impensabile auto-distruzione nucleare e assurda globale. Anche i BRICS, che oggi appaiono come i moderati nel mondo, ma completamente all’interno della medesima concezione secolarizzata e sostanzialmente atea (anche pagana o atea)!
Solo il Cattolicesimo petrino, nel caos senza speranza del mondo fondamentalmente ateo, nutre la virtù teologale del possibile futuro salvifico. Ed eterno!
Le rarissime analisi che descrivono questa tragica realtà riguardante la totalità dell’umanità sono ancora (e di nuovo) in verità consapevolmente marginalissime. Come quelle dell’Osservatorio della DSC o di singoli pensatori come Armando Savini. Queste sono ancora troppo isolate e iniziali per poter solo pensare di poter incidere direttamente o già cominciare un processo reattivo di tipo politico… Esse si fondano sulla virtù teologale ed eternadella Speranza! Anche la Chiesa romana, quantomeno quella ufficiale ora bergogliana, si concepisce in modo radicalmente gnostico e “pastoralizio”, protestantizzante e relativistico, all’interno di questa ideologia artefatta e unicamente funzionale alla cosiddetta molto malintesa attuale “pastoralità”. In quanto non discendente dalla Dottrina cristiana. Ma all’adesione alle abitudini e debolezze dei cosiddetti universi contemporanei. Questi, abbiamo visto, sono sempre più dipendenti dal… pensiero, per esempio cartesiano, e non dalla realtà dell’Essere. Anche se mortalmente nemica e opposta con le sue due false e illusorie forme politiciste a quella Cristiana. Le quali sovrappongono le due visioni infondate e corrotte alla semplice costatazione, da sempre religiosa e oggettivamente veridica: dalla Creazione iniziale a quella continua e quotidiana di sempre. Questa ideologia unica è sostanzialmente quella almeno operativa dell’ateismo pratico. Sul piano teorico, ovviamente, il mondo incredulo non è nemmeno giunto a formularne una più o meno filosofica veramente agnostica. E persino sul piano della stessa Ragione, l’unica formalmente accettata (però vanamente!) dalla neo-gnosi. La Chiesa cattolica attuale ma solo quella ufficiale , avendo perso apparentemente in modo tragico la sua fedeltà alla Dottrina eterna, non ambisce nemmeno più ad una Dottrina indispensabile et naturalmente realistica. Ma si accontenta di prassi più o meno illogiche e sacrilegamente, comunque considerata in via di divenire mutevole più o meno accelerato e nichilista. Nella nuova convinzione che sia la realtà a conformarsi all’ideologia razinalista…
Per un fedele cristiano e petrino, l’effettivo diritto di voto ha senso solo con l’esistenza di partiti umili e, quindi, realmente votabili. Ma quid se i partiti in lizza non sono ontologicamente eligibili, anche internazionalmente come tutti quelli attuali?
Nella nostra epoca, i diritti vengono inventati ogni giorno. I detti “progressisti” di sinistra – si direbbe – sembra non pensino ad altro… Hanno tutti dimenticato o anche rimosso che ogni diritto è generato e discende sempre e corrispettivamente, da un simmetrico dovere che lo fonda moralmente sul piano logico e, ancor più, ontologico. Dunque, non basta dirlo o gridarlo per farlo diventare correntemente un vero “diritto”, in qualsiasi campo. Una cosa “di diritto reale”, secondo i criteri dei soli neo-gnostici attuali, è in altri termini la “geniale” conseguenzialità logica della formulazione detta filosofica del “penso, quindi sono” di Cartesio. Diventato il pozzo originale apparentemente inesauribile dell’anche molto pazzo “politically correct”. Ma da dove vengono e quali sono i limiti naturali che tali “diritti” impossibilmente infiniti dovrebbero avere, in senso anche solo di poter “essere” nella realtà?
È la domanda, questa, che non bisogna mai porsi, ovviamente. In effetti, anche un bambino (soprattutto un bambino!) capisce spontaneamente e generalmente i suoi diritti limitati avendoli visti e vissuti nel rapporto almeno fattuale coi suoi piccoli o gran fratelli e sorelle. Oppure solo con i suoi compagni di gioco: nell’orizzontalità. Ma non basta. Questo meccanismo detto “spontaneo” porta di conseguenza solo ad affermare il cosiddetto “buon senso”: che il proprio diritto esiste fino a quando non si scontra con quello di un altro umano. Non però nella sua intrinseca esistenza, e soprattutto non solo in senso meccanico. È quindi in essa che consitste la divina DSC che ci ricorda perennemente la vocazionalità doppia dell’uomo non solo orizzontale, ma sempre e in prima istanza fondamentalmente verticale: quella che gli è intriseca e originale. Quindi, non è solamente per un diritto civico, ma per un principio primario e divino che si dovrebbe privilegiare il dovere (ovviamente anche etico) pure di votare.
Ma cosa succede allora quando è la Chiesa stessa cattolica ufficiale, l’unica che era rimasta rigorosamente a difendere la Ragione nella sua unità subordinata alla Fede, che cade ora continuamente nella trappola ingannevole dell’antropocentrismo relativista pubblico?
Tutte le vicende del Vangelo si sono svolte pubblicamente! Il delitto “umanistico” e post-umano del modernismo consiste, in effetti, proprio nell’assurdo rovesciamento anti-umano appena descritto. È esattamente quanto è già accaduto sostanzialmente da sempre, a partire dal fatto che i princìpi detti metafisici sono stati negati totalmente o sostanzialmente dal modernismo.
Oppure rinchiusi nella dimensione personalistica e individualista, circoscritta dall’intimismo fatalmente apolitico e relativista. Solo la Chiesa Mistica apostolica detta “intégralista”, oggi sempre consapevolmente cattolica petrina – ovviamente contraria al modernismo sentimentaloide – difende questi principi della Tradizione eterna, di fronte alla menzogna del mondo. È il motivo principale per cui non esistono partiti coscienti della loro pura strumentalità eternamente insufficiente o totalmente erronea: dunque per essere anche solo votati e scelti.
Come giudicare i Cattolici della Tradizione che, a difetto di poter aderire a partiti votabili, scelgono di astenersi come almeno testimonianza cristocentrica e missionaria?
Tutti i partiti mondialmente presenti e in lizza alle molte elezioni, specialmente quest’anno in corso, non sono nemmeno – abbiamo visto – da prendere in considerazione. In quanto tutti integrati, con intelligenza pratica solo speculativa, all’interno della falsa alternativa bipolare tra ideologia di destra, detti “democratico-liberale” e di sinistra, “social-collettivista”. Sempre!
Ambedue le dette ideologie, sono però sostanzialmente tiranniche in quanto fatalmente subordinate al “principio politico e handicappato” del potere statalista totalizzante: nella logica necessariamente relativa al funzionale della sua conquista e poi a quella della sua gestione consevativa (del potere, ovviamente). Così, anche inevitabilmente per la sua finalità politica strumentale. In tal modo, che siano i partiti di destra oppure, ancor peggio, tutti quelli di sinistra, si presentano come invotabili e, ancor più, impresentabili. In preda, in sovrappiù, alla sindrome della pazzia endemica, l’una detta moderata e l’altra sfrenata marxisteggiante, ma pur sempre materialista e suicida: in quanto applicata piuttosto empiricamente solo al “buo senso” e non al chestertoniano “senso momune” ontologico. Quello cioè evidentemente metafisico e conseguente alla stessa Creazione, cioè alla sua ordinata armonia. Poi anche Rivelata dal Cristianesimo nel Nuovo Testamento. Fino alla cristocentrica Risurrezione, come minimo. Purtroppo ora sempre negata o ridotta all’inconsistenza politica dell’imperante opinionismo moderno indifferente. Proprio perché lontanissimi dalla Verità, i partiti di sinistra, a cui mai e poi mai dovrebbe venir anche lontanamente da pensar di poter aderire in quanto fedeli cattolici.
Questi ultimi che gi non votano più, motivandolo culturalmente in dettaglio, sono nella linea rigorosamente cristocentrica e missionaria. Soprattutto in rapporto a una massa sempre più verso una maggioranza di… astensionisti troppo ingiustamente accusati di qualunquismo.
Andare dunque a votare motivati tatticamente, per eliminare la disastrosa coalizione di sinistra al potere soprattutto nell’Unione Europea. Continuando a denunciare l’assurdo della falsa alternativa totalitaria: “démocrazia-liberale” e “social collettivismo” totalitari
Attualmente però i modernisti, pure quelli massificati di destra, avanzano l’argomento per cui, essendo la sinistra ancor ben istallata al potere nell’Unione Europea, avrebbe buon gioco (sempre in una dannata logica da classici zeloti politicisti), ad accusare non senza ragioni la destra religiosa della Tradizione petrina di oggettivo sabotaggio almeno razionalistico, se si tenesse una posizione di astensionismo e d’ingiusta ed equidistanza tra le due ideologie… Tanto più che è già successo che varie elezioni in Ungheria, Slovacchia, Portogallo, Italia, Olanda… e vari sondaggi abbiano dimostrato lo spostamente a destra dell’elettorato, in questi ultimi tempi. Meno male e con gran sollievo per gli almeno razionali umani residui!
Infine, le popolazioni sono state così, almeno inizialmente, destate dal loro “senso somune” pure irriducibile, alla maniera in cui lo diceva Chesterton. Come in Germania e anche perfino nella Francia che si vanta sempre del suo vergognoso “illuminismo” razionalista…
Ragion per cui sarebbe tatticamente intelligente andare a votare esclusivamente a destra e indicarlo a tutti generalmente: allo scopo di sconfiggere la sempre deleteria sinistra ancora al potere dissennato (almeno ideologicamente pure nella destra stessa). E comunque egemonica culturalmente da molti decenni, secondo il ben riuscito progetto gramsciano ateo di famigerata “supremazia culturale, quindi politica” del comunismo internazionale.
Bisognerebbe risolversi a cercare di rafforzare così lo schieramento che molto probabilmente dovrebbe scalzare i più pazzi politici sinistrosi insediati anche in UE (l’ideale sarebbe che poi anche negli Stati Uniti vincessero i repubblicani che han giurato di non aprire più guerre!).
Con i loro deliranti programmi totalitari e collettivisti in via di acefala progettazione. Già messi inizialmente in pratica e in parte demenzialmente realizzati.
Siccome anche questa soluzione non sarebbe completa, il discorso contro la devastante loro ideologia politicista da neo-zeloti immanentisti e statlisti potrebbe, anzi dovrebbe, ancora ovviamente essere continuato. Peraltro è l’unico obiettivo che rimane evidentemente da perseguire per ogni vero Cattolico consapevole!
Il non-voto educativo come esempio per tutti gli uomini, quindi è solo tatticamente sospeso e non del tutto abolito. Fino a condizioni storiche nuove e ben accertate. Il razionalismo ateo ha cominciato, per ora, a mostrare la sua totale perdizione e pure la sua follia psichiatrica.
Il misfatto più grave dell’intromissione della filosofia modernista nella Dottrina diventata famelica della Chiesa cattolica, è stato di attaccare l’eternità dell’unica Verità…
La più rovinosa eredità delle filosofie razionaliste, da almeno un mezzo millennio in implacabile marcia della loro affermazione delittuosa, è stata la volontà di sgretolamento totale della struttura originale del sopra citato Gilbert Keith Chesterton: il più grande scrittore cattolico inglese del paradossale “common sense” (senso comune). È addirittura sul piano intellettivo, ossia delle capacità intuitive, che il male è stato perpetrato dalla famosa “dittatura del relativismo”: formula tipicamente ratzingeriana, ora in via d’oblio profondo. Peraltro, non solitariamente: anche la costatazione di un’altra citazione famosa del cardinal Ratzinger relativa alla “dittatura del relativismo”, dunque del totalitarismo del desiderio primario, è in via di archiviazione! Per non parlare poi dei “principi non negoziabili”, ricordati di continuo e genialmente dall’eminentissimo stesso Papa Benedetto XVI, sepolti più volte in modo esplicito ereticamente da Papa Francesco che invece considera “tutto invece negoziabile” con l’ideologia del mondo! E ancor più ateisticamente con i militanti immanentisti di tutte le istituzioni internazionali e nazionali guidate dal Forum di Davos e suoi innumerevoli accoliti.
Si tratta della saggezza del “senso comune” superiore al massificato e indebitamente lodato “buon senso”, stigmatizzato dal trio anglofono distributista, Belloc, Chersterton e McNabb.
Sul “distributismo politico” poi, riferito alla Dottrina sociale di Papa Leone XIII, ritornerò sempre e senza sosta! Mai il fedele Cattolico petrino potrà arrendersi al relativismo che ha sbriciolato e vanificato nell’opinione generale il concetto stesso di Verità (e di Eternità, non solamente futura). Il razionalismo, come controfigura sistematicamente mistificata del vero razionale e impeditivo di ogni soluzione a qualsiasi problema applicato, nella Chiesa romana di paro passo a quello limitatamente filosofico nel mondo, si è innestato nello storico modernismo che Papa Pio X aveva definito come la sintesi di tutte (prorpio tutte!) le eresie della storia: già più di un secolo fa nell’enciclica Pascendi del 1907. Quasi in modo irresistibile, visti i risultati della finora “perfetta” secolarizzazione culturale modernista già attuata.
Perfino Papa Ratzinger non è riuscito a rendersene totalmente immune, oltreché da giovane teologo con l’allora compare, l’altrettanto tedesco, però gesuita, Karl Rahner. Da cui si separò culturalmente abbastanza nettamente verso la fine del Concilio Vaticano II (e negli anni successivi). Ma alla cui cultura di fondo (principalmente razionalistica hegeliana) rimase alquanto ancora impregnato, lontanamente “fedele”, soprattutto poi nel 2013. Quando con le sue dimissioni storiche, divenne il cosiddetto assurdo “Papa emerito”. Per più di dieci anni oltre i brevi otto del suo pontificato effettivo…
Non se n’è parlato molto, ma la gravità di questo atto anti-papale, praticamente impossibile nella storia ecclesiale divina e sempre ingiustificato canonicamente, è quello di aver anche ovviamente ostacolato i probabili piani della Trinità: elezione del Papa dopo la morte del precedente! Eletto, in particolare, al posto del sangallista (previsto) e già noto modernista da anni, cardinal Bergoglio. In modo particolare con la candidatura da grande teologo prestigioso tedesco, dall’ormai riconquistata e rigorosa Tradizione dottrinale e mistica.
I temperamenti personali dei Papi, in rapporto alle necessità storiche dei Pontificati e della politica universale del “Bene comune”: sulla Terra e nella loro dimensione eterna
Nella storia ecclesiale, la scelta del tipo temperamentale soprattutto del Papa, riveste una importanza principale per le sorti specialmente della Chiesa. Il riferimento alla suprema filosofia pre-cristiana di Aristotele o agli specifici scritti di Esculapio sui quattro temperamenti principali umani, ha sempre assunto una importanza cruciale. Principalmente in relazione alla confusione spesso devastante sul “carisma personale” dei leader ecclesiali… Che gli antichi Greci avevano classificato, con acuto talento e intelligenza particolarmente analitica.
Dopo papi di temperamento normativo come san Giovanni XXIII, valutativo come san Paolo VI, associativo san Giovanni-Paolo II, la Provvidenza divina aveva assicurato al Pontificato un rigorosissimo intellettivo, teologo già rinomato, perdipiù tedesco pensatore.
In quanto, tutta la situazione dottrinale della Chiesa doveva uscire da almeno cinque secoli di attacco pervicace (anche se ben difeso dall’ortodossia mistica!) del letale e nocivo modernismo filosofico sostanzialmente ateo. Esso già aveva progressivamente conquistato il mondo del pensiero cosiddetto detto laico. La Chiesa ne era stata scossa e insidiata ideologicamente fino al pre e post-Concilio degli anni ‘60, disastrosi ed eretizzanti. Soprattutto quando il moderatism s’è presentato operativo all’interno della Chiesa cattolica. In effetti, l’azione di Benedetto XVI, già nei suoi primi anni da Pontificato, ebbe un notevole ruolo di bonifica delle tendenze deviazionistiche, immanentiste e ranheriane. Anche sul piano della cultura internazionale detta laica e secolarizzata…
Come interpretare quindi l’elezione di un Papa modernista scismatico avvenuto nel 2013? Le dimissioni di Ratzinger ne furono il classico movente, diciamo “galeotto” di turno…
Non possiamo che valutarne le tragiche, “per ora”, conseguenze con l’avvento sciagurato di più di undici anni di un papa di concezione alquanto peronista, erronea sulla Dottrina e fin’anche sul potere. Dicevo, relativamente alla sorveglianza della Trinità sul Pontificato, con un pronosticato e speranzoso “per ora”, in quanto non conosciamo ovviamente i piani divini trinitari: potrebbe essere che un peggioramento anche (apparentemente) disastroso della fedeltà dottrinale, teologica e di affluenza Cristiani alle chiese di Cristo, possa pure concludersi in un ritorno glorioso, necessariamente dopo una catastrofe già annunciata. La quale, per secoli, è stata combattuta, anche ufficialmente e strenuamente, a causa della menzogna rivoluzionaria e satanica del mondo. Oggi tutta la Chiesa cattolica è purtroppo anche massimamente ignorante in filosofia-teologica, al punto di non aver più chiaro che la Fede consta semplicemente nella padronanza alla sua millenaria Dottrina. Perfino tutti i suoi movimenti ecclesiali detti laicali sono completamente e inadeguatamente primitivi ed eccentrici, in rapporto alle stesse regole anche di logica solo formale.
Quanto alla grammatica del pensiero razionale, la base intellettiva della Fede, checché ne dicano gli gnostici tutti irrazionali, nemmeno val la pena qui di parlare. Anche su questo, riprenderò presto l’argomento. Bisognerebbe ricominciare dalla Dottrina, con domandine e risposte precise come quelle di Papa Pio V. Preghiamo!
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