Il supremo accordo di tutti i Papi con la Santa Trinità e la Tradizione Magisteriale, alla base e condizione indispensabile per l’obbedienza di tutta la Chiesa e di ogni fedele cattolico…
Partiamo dal più complesso, sebbene molto facilmente giustificabile. La natura humana, che Dio conosce perfettamente, è dotata del “Peccato orginale”, dunque della vera Libertà, il valore più alto scaturigine di tutta la Fede. La sua misura è data sempre dal grado della sua “critica”, quindi dall’appropriazione religiosa completamente libera. Questo valore originario e ontologico è anche alla base – cosa unica tra le sedicenti religioni e ideologie che governano apparentemente il mondo – di tutto il Cristianesimo. E del Mistero della sua ritenuta molto generalmente incredibile e scandalosa morte sulla Croce di Cristo. La prima conseguenza di questo principio-verità, il fatto cioè principale della Missione di Gesù su Terra, è la possibilità permanente del peccato: del suo errore costante e ineliminabile, nella perfezione eterna e indefettibile del Mistero della Chiesa. Nel rischio della Morte stessa di Gesù che solo la Risurrezione a Pasqua ha veramente risolto. Da cui l’impossibilità strutturalmente razionale, logica e morale, per ogni Cristiano di abbandonare la Chiesa misericordiosa. Vale a dire il Sacramento totalizzante della perfezione della Salvezza, sebbene spesso dominata dalla fragilità peccatrice dei suoi fedeli, del suo Clero e dello stesso Papa. A cui gli uomini devono obbedienza totale e supremamente sorgiva. A qualsiasi condizione? Certo che ci sono condizioni pure previste dal Diritto canonico. Quella, per esempio riguardante l’eterodossia da parte del Papa, sempre possibile di caderci con il falso insegnamento e il comportamento umanamente non petrino, al di fuori della Tradizione del Magistero della Chiesa. È già successo molte volte che i Papi si siano radicalmente e umanamente perduti. Anche se la Chiesa si è sempre ravveduta come nel caso di sant’Attanasio, cinque volte spedito in esilio dal suo Papa per essere rimasto tra i pochissimi contro l’arianesimo e, dopo la sua morte nel quinto secolo, eletto tra i dottori della Chiesa e alla santità eterna… I fedeli cristiani avevano sempre il dovere di non seguire l’errore pontificale e ecclesiale nelle loro tragiche e sempre possibili eresie. Il dovere era anche di prudentemente denunciarle, necessariamente anche sul piano pubblico, delle loro sempre possibili, seppure rarissime, deviazioni inevitabilmente demoniache. Dio può anche permetterlo astenendosi attivamente nella misteriosa e impenetrabile economia dei suoi disegni. Egli è geloso dell’obbedienza dell’uomo che deve essere libero al più alto livello, dunque concretamente critico nella ricerca e nell’affermazione della Verità: non esiste una vera Fede senza che essa sia critica. Come peraltro non esiste veramente nemmeno un Papa rigoroso nella sua Missione vicaria a quella della Trinità. E che non ricominci ogni giorno con l’invocazione petrina e non solamente papale e clericale, del “Non possumus” (Non possiamo) trasgredire la Tradizione. Approfondirla sì, ma mai contraddirla naturalmente!
La mistificazione dell’infedeltà al cristocentrismo della grande religiosità del fondatore e leader Luigi Giussani, mai veramente denunciata da CL (al contrario!), impedisce il ritorno al rigore ecclesiale riconosciuto al più importante movimento cattolico del ventesino secolo al mondo.
Ogni mattino al risveglio, Il Papa rigoroso alla sua missione deve cominciare – lo si sa – con l’invocazione umile di sottomissione al Santo Spirito a cui, principalmente, non deve disobbedire. Chiedendogli il discernimento nell’Unità Tradizionale del Magistero ecclesiale. La quale l’obbliga alla conservazione della Fede tale e quale Gesù l’ha insegnata. E ripresa in seguito nel Vangelo, nelle Sacre Scritture e nell’Insegnamento stesso magisteriale, storico e dogmatico! Quante volte, del resto, i Papi si sono già diabolicamente sbagliati? Anche san Pietro, il primo Papa, ha dovuto essere corretto (pubblicamente!) anche da san Paolo che non aveva nemmeno incontrato personalmente il Cristo nella sua vita. L’umano e troppo umano Pietro, si era sottoposto ancora una volta umilmente al giusto giudizio, rigoroso e divino questa volta da parte di Paolo di Tarso, pur essendogli Papa, anche nominato da Gesù in Persona. Il dovere di correggere il Papa, salvo che egli non ne pretenda solennemente la sottomissione (finanche col dogma), assurge pure a un dovere. Dopo, naturalmente, l’aver discretamente e umilmente consigliato, la denuncia diventa un’obbligo pubblico… Anche da parte del semplice fedele, in quanto il Santo Spirito “soffia sempre da e per dove vuole”! Il tradimento totale al rigore del carisma religiosissimo del grande fondatore di CL, don Luigi Giussani, in rapporto al suo movimento e all’ortodossia del Magistero ecclesiale, è stato denunciato ormai durante moltissimi anni d’inutili avvertimenti, analisi e innumerevoli testimonianze. In sovrappiù, sono state accompagnate da una già dichiarata “sovrabbondante” denuncia dell’eresia modernista (fondamentalmente rahneriana) del Pontificato di Papa Francesco. Al quale il movimento Comunione e Liberazione si è servilmente e acriticamente, oltre volontariamente, sottomesso.
La costatazione desolata da parte di Borgna del nichilismo ecclesiale per cui la filosofia “sarebbe inutile”, da eliminare da ogni Scuola, non permette di raccordarsi alla Rivelazione della Salvezza.
La storia del modernismo all’interno della Chiesa data da molti secoli, in corrispondenza e in progressione a partire dall’era del detto Rinascimento. E, soprattutto, in relazione all’epoca del protestantesimo scismatico, anglicano e luterano. Naturalmente, non è qui il caso di riprenderne le vicende. Già Papa san Pio X, da più di un secolo (nel 1907), ne aveva definito nella sua enciclica “Pascendi” la caratteristica essenziale: “il modernismo come sintesi di tutte le eresie storiche”. In luogo di abbandonare la Chiesa, aggettivata da allora “cattolica”, il modernismo – denominato già nel seicento casuista – si caratterizza pure per la pretesa di rimanere all’interno della Chiesa per trasformarla nella “Nuova Chiesa”, secondo i principi pretesamente reputati ortodossi e da imporre assolutamente. E questo secondo lo schema attuale anche del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (NOM), il nuovo pensiero politicistico e pseudo teologico mondialista. E gnostico, riducente tutta la trascendenza religiosa (dunque pubblica sulla Terra) in una ideologia al minimo comun denominatore. Conforme agli interessi riduzionisti e totalizzanti, nel sedicente e riconosciuto unico bisogno umano. Quello chiamato già nel Vangelo “emanante dal mondo”. Non solamente in modo disinteressato alla filosofia, anche se gnostica, sempre in ogni caso alla ricerca del Senso (al punto che non la si insegna quasi più e, come tutto il resto, in modo immancabilmente relativista…), ma ben più grave. Negando cioè, attraverso il silenzio, la Rivelazione cristiana annunciante la Salvezza eterna. La quale ha già cominciato la sua opera da millenni. Con anche tutto il grandioso della civiltà giudeo-cristiana.
La pefetta inutilità reputata della reale Ricerca salvifica, sia per la mancanza di filosofia cristiana, che relativa all’abbondanza dello spiritualismo apparentemente apolitico di CL, permette tutte le eresie del relativismo protestantizzante e nichilista, come avanzamento dell’Anticristo!
L’opinionsimo generalizzato secondo cui tutto è ormai relativo e inutilmente ideologico, ricordato con orrore all’ultimo Meeting dal grande psichiatra Borgna (comunque filosofo di massima sapienza) ha relegato anche la Rivelazione cristiana tra le conoscenze “culturali” di un nozionismo intellettualista. Cosa da scoraggiarne la creduta “inutile” acquisizione. Al punto da fare attivamente giungere praticamente ogni uomo all’apparente perdita della sua speranza di natura cristiana. Che pure il politeista filosofo, agostico grecizzante Galimberti, attuibuisce (come il grande pensatore Benedetto Croce) alla cultura intrinseca e inevitabile della civiltà occidentale. Anche l’intelligenza sofisticata del conduttore del grande incontro di Rimini, il prolifico saggista e professore internazionale Roberto Esposito, non ha potuto porre veramente l’interessante e centrale questione della caratteristica decisiva nella Ricerca salvifica: l’annuncio esplcito e storicamente compiuto del Cristianesimo! La cultura ormai omologata del movimento ecclesiale di CL dall’ormai falso spiritualismo individualista e privatista (anhe ufficialmente apolitico ma in realtà sinistroide e pure gnostico, in diaspora presso altre organizzazioni politiche da una quindicina d’anni) non ha permesso di spingere la tematica dell’incontro dialogico più approfonditamente. Come ormai è abituale per ogni tema cruciale. La generale sottomissione alla linea ben consolidata papale, la quale non giura più su altro che per l’assurda immigrazione verso i Paesi detti sviluppati economicamente! Apparentemente coatta nella cultura ecclesiale, può solo portare a confermare ulteriormente l’adesione al modernismo stilizzato NOM. E praticato dalla maggioranza apparente del clero ufficiale. Questo è interno alla tendenza di protestatizzazione praticante tutte le eresie in genere e in alternanza, da una decina d’anni. In effetti il modernismo non solamente è la sintesi delle eresie ma ne è anche tutta la possibile completa panoplia occasionalmente costituita. Quella che gli permette di essere, allo stesso tempo, eretica in quanto praticante una “religiosità” funzionale alla mentalità del mondo. Alla scristianizzazione del cattolicesimo, all’uniformizzazione con le altre “religoni divenute civili” se già non lo fossero dalla loro origine, tutte già in qualhe modo relativiste (anche quelle apparentemente fondamentaliste) in tutto il mondo…
La falsificazione totale dell’impossibile, infruttuoso e semre eretico ecumenismo, favorito dalla gnostica filosofia anticristiana alla base della “nuova” teologia cattolica modernista e rahneriana.
Ogni tendenza è così possibile in questa orripilante schiera a priori resa sempre accettabile, come nella falsa analogia col Cattolicesimo, salvo la predominante in lizza che deve essere non veramente creaturale, dunque indipendente dal Creatore Onnipotente. Ma catterizzata dal progressismo razionalista (senza alcuna razionalità) con l’ottimismo evolutivo e soprattutto in “divenire”. Come amano ripetere i cosiddetti filosofi modernisti nelle loro più intelligenti speranze, esclusivamente e illusoriamente humane o palpabili. Proprie della teologia ora eterodossa del pensiero unico e liquido (quello che s’è autoprivato della filosofia ontologicamente ben religiosa alla base ora della “teologia” ereticamente cattolica!). Come infatti approfondire la rigorosa teologia cattolica servendosi di una filosofia gnostica et rationalista, come continua a ripetere da anni il quasi inascoltato direttore del Dicastero della Dottrina Sociale della Chiesa, Stefano Fontana? Per conseguenza, in modo scervellato, il Clero si rende disponibile all’indifferenziato e all’attivamente propositiva fusione mondialista con ogni altra religione in quanto quasi tutte “in preghiera con lo stesso Dio” – così che amano mistificare alla maniera di Papa Francesco stesso ! – troppi cardinali e vescovi (artatamente nominati tali!) e “fedeli” annessi. Anche con intermittenza, nella loro sedicente teologia passe-partout e “per tutte le stagioni” dai cambiamenti detti climatici del gesuita ben eterodosso tedesco Karl Rahner. In effetti, il timore per la dottrina già evangelica dell’Anticristo è esplicitamente considerata una “inutile preoccupazione e perdita di tempo”: affermazione del mese di agosto 2020, proferita dal sempre Papa Bergoglio, ovazionato non petrinamente, in ogni caso, in CL!
E questo malgrado il recente commissariamento da parte dell’attuale Pontefice nei confronti della totalità del movimento ciellino. Procedura piuttosto arbitrariamente repressiva, per ragioni eccentriche, oscure e sorprendenti. Allo stesso modo, del resto, con cui si procede, sempre più, in tutta la Chiesa cattolica e in ogni Paese internazionalmente situato.
Dunque, bastone eretico di lode e premiante carota repressiva, ma sempre arbitrari e non fondati sull’autorevolezza divina: che almeno ce lo si dica!
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