Una riunione detta cattolica, indicante la scelta del voto per i partiti, si è svolta mentre l’ignorato (nei fatti!) numero uno della DSC, l’arcivescovo Crepaldi, diceva ciò che bisogna fare e non fare!
Parlo del peccato più capitale ingenerato da questo ignobilmente eretico modo di procedere al di fuori e contro l’Autorità cristiana: stabilire e realizzare cioè una riunione pubblica allo scopo di permettere al sedicente leader laico dei due Family Day, l’ormai obsoleto Gandolfini, largamente inascoltato, va da sé, nell’indifferenza anche prevista e appena dissimulata per acclarato interesse. Lo scopo era di dare i criteri per scegliere i partiti per i quali votare alle elezioni prossime. Ma con quale autorità? L’accaduto è stato uno dei più emblematici crimini religiosi per gli attuali cristiani: il responsabile della Dottrina Sociale della Chiesa (il dicastero titolato per la direzione teologica degli affari sociali e politici). L’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, presiedeva in effetti un Congresso, deciso in sovrappiù da molto tempo, nella stessa città e in contemporanea! Perdipiù, sullo stesso tema: ricordare particolarmente al Popolo di Dio i criteri propri della Tradizione della Chiesa, Mater et Magistra, fissati sul principio di base secondo cui l’Essere è superiore e precede sempre il Fare.
Io che appartengo ai Nonni 2.0, l’associazione che mi ha comunicato agli ultimi giorni il programma della riunione pretesa preponderante a quella dell’Osservatorio internazionale Cardinal Van Thuân (!), indicato in modo precipuo per ricordare i principi che giustificano veramente la scelta del voto elettorale nella prospettiva del Bene comune (ossia anche cattolico), dovevo così partecipare a due riunioni alla stessa ora: quella fissata dall’Autorità ecclesiastica e l’altra organizzata da una adesione ad un comitato elettorale di cui il primo dovere era di sospendere in ogni caso il suo eventino (arbitrariamente) deciso. E, quindi, di convogliare tutti i suoi iscritti e simpatizzanti al vero congresso sociale e religioso indispensabile: il più elevato possibile dal punto di vista della gerarchia divina nello specifico.
Tanto più che avevo personalmente avvisato, due giorni prima, il vicepresidente della (mia) associazione dell’assurdità almeno irrituale del dualismo in tal modo in corso.
Risultato: nessuno dei miei confratelli dei Nonni – ho ben controllato! – era presente, nella stessa parte della città, per presenziare e ascoltare il grandissimo responsabile dell’Osservatorio!
Un esempio, questo, di un costume relativista, rivoltoso e di obiettivo sabotaggio, in sovrappiù anche masochista.
Questa determinazione diabolica per una azione, chiaramente improduttiva e anche forsennata, è in opposizione con l’insegnamento consueto del responsabile della dottrina sociale, Crepaldi.
“Senza fondamento dottrinale, l’azione non ha alcun senso e può pure diventare anticattolica”!
È esattamente la tesi centrale espressamente posta dall’inizio nel Congresso organizzato dal quotidiano La Bussola Quotidiana e presieduta dal grande teologo e pastore della diocesi di Trieste.
La diaspora dei voti dei cattolici verso i partiti detti borghesi e generalmente pure molto laicisti costituisce l’orribile spettacolo dei nostri ultimi anni di follie moderniste, impotenti e anticristiane della nostra era irreligiosa, spappolata oltreché devastatrice. Il Popolo di Dio, auto-privato di tutta la sua miracolosa e ricchissima Tradizione dottrinale e culturale, inscritta nella sua identità millenaria, continua a volere agire politicamente in modo acefalo (disperso e scervellato) e lobotomizzato (senza coscienza critica autentica). Un disastro!
Le sei prestigiose personalità intervenute che hanno comunicato, durante tutta la giornata “Mater Magistra”, non hanno fatto altro che ripetere e coniugare questi concetti con le analisi proprie della grande sapienza della Chiesa. La parte del Popolo di Dio riunita, invece, veramente in modo abusivo, intorno alla comunicazione dell’ormai declassato e sempre più politicamente inutile e pietoso Gandolfini, è stato ulteriormente privato della direttiva urgentemente indispensabile per conoscere la pesante inanità di andare a elemosinare ancora rassicurazioni impossibili a partiti che sono nell’impossibilità ideologica e obiettiva di poterle dare veramente. Essi sono sempre più nella condizione a-valoriale di non disporre né dei princìpi (tanto più “non negoziabili”), né delle forze politiche indispensabili a detti accordi preelettorali: alla stessa maniera in cui questi stessi accordi sono stati totalmente traditi (senza alcuna eccezione!) negli ultimi disastrosi anni, non solo politici.
Sulla già nota inutilità del Gandolfini e di tutta la strategia della diaspora politica, basta poi citare la presidente della stessa Commissione che, allo scopo di nemmeno ascoltare le sue “illuminate” e ormai millantate richieste, ha proditoriamente tutto annullato presentando appositamente, all’ultimo minuto, le sue dimissioni!
Cosa aspettano a concentrarsi, tutti i cristiani, per dedicarsi al solo e unico compito essenziale e possibile che è quello di costituire e sviluppare l’identità unitaria del partito cattolico?
“Senza l’offerta nei nostri “mercati politici” di un partito unico dei cattolici, perché andare a votare o perché non votare la bella e sempre significativa astensione elettorale ben motivata”?
Le promesse elettoraliste dei partiti a-valoriali – lo si è già visto abbondantemente e con molte e cocenti umiliazioni – sono destinate a ripetersi ancora più.
Questa offerta essenziale manca dal mercato in quanto è l’identità cristiana e cattolica unitaria che fanno totalmente difetto: pure rispetto alla famosa quantitativa rilevanza politica!
E cosa ancora si aspetta ad agire, ma in questa direzione? Forse che sia questo clero a preoccuparsene e a costruirne la forza d’intervento?
Pertanto, anche Papa Francesco aveva raccomandato che siano i laici ad assumere le loro proprie responsabilità, soprattutto nel campo politico apparentemente orizzontale che deve essere coniugato con la dimensione verticale propria alla DSC (Dottrina Sociale della Chiesa).
E questo, mentre un partito cattolico e dottrinariamente rigoroso esiste purtuttavia da quasi due anni. Rispettoso totalmente e meticolosamente dei “principi non negoziabili” e della dottrina sociale cristiana, completamente indipendente e autonomo, il partito Il Popolo della Famiglia sta sviluppandosi senza alcuna ipoteca. Se fosse ben appoggiato esplicitamente dai riottosi cristianucci apparentemente “puri” ma realmente casuisti e superficiali e tiepidini, avrebbe anche un grande successo clamoroso (che comunque giungerà sicuramente).
Le pretese e sedicenti quattro obiezioni infondate contro Il Popolo della Famiglia.
Resta ancora una certa ignoranza strutturale e patologica che ha generato giudizi spocchiosi e comportamenti erronei provocati da storici pregiudizi che potranno essere eliminati – a questo punto – solo per estinzione generazionale… Certi vizi come quelli antievangelici di favorire la personalizzazione dei peccati – peraltro, quando veri, ben del passato! – saranno sempre più caduchi: come per esempio la originaria obiezione del matrimonio giovanile, prima della conversione, del suo presidente a Las Vegas; oppure delle pregresse simpatie per la Lega – completamente superate con la fondazione del PdF – del suo segretario. La quale Lega vuole ora installare una nuova prostituzione sessuale di Stato (!), parallelamente all’altro grande partito del centrodestra che vuole introdurre la mutua per cani e gatti, mentre le file umane d’attesa negli ospedali superano anche i sei mesi…
C’è anche quell’altra cosiddetta obiezione per la quale si tratterebbe di un partito che rischia di non superare la soglia minima del 3%. Per cui il voto non sarebbe “utile”. Ma, ci si dovrebbe chiedere inevitabilmente, ”utile a che?”. Visto che le alleanze precedenti e per il voto in diaspora non hanno fruttato nulla, assolutamente nulla. Di quale utilità, allora si parla?
Nel frattempo, tutte le energie sono state dissipate in quanto non si è costruito niente né per l’identità cristiana, né per il nuovo partito che – come l’esperienza insegna – richiede ancora tempo: “À noi la battaglia, a Dio la vittoria” è il suo geniale e rigoroso slogan!
Non ci sono scorciatoie, soprattutto se ci si schiera anche contro col fuoco amico.
Queste pretestuose e inesistenti obiezioni sono risibili anche in rapporto alle persecuzioni, per esempio, di un san Paolo (prima della conversione) nei confronti dei primi cristiani, o di un sant’Agostino avversario storico fino all’età avanzata (prima del Battesimo) anche a riguardo degli ambrosiani.
Che si debba combattere la malattia e non il malato, tanto più se già guarito, dovrebbe essere cosa assodata. Come del resto la falsa obiezione secondo la quale Il Popolo della Famiglia è solo un partito “monotematico”: come se non si sapesse che la Famiglia sintetizza tutte le tematiche umane (basterebbe, peraltro, consultare anche solo la globalità del suo programma politico tratto proprio dalla DSC). Anche l’”obiezione” secondo cui questo partito si sarebbe appropriato arbitrariamente del movimento del Family Day, dovrebbe finalmente svanire allorquando si consideri almeno la differenza sostanziale (molto negletta o ignorata malgrado le loro due esistenze complementari in permanenza) tra movimento politico e istituzione partitica…
La stessa analoga tra movimento ecclesiale e Istituzione Chiesa.
Se non per questa elezione, l’appuntamento sarà senza dubbio riportato per la prossima. Molto rapidamente, in sovrappiù, con ogni probabilità.
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