La nascita e i primi passi di un movimento civile ed ecclesiale si rassomigliano fatalmente tutti.
Quasi un anno è trascorso dai primi incontri progettuali tra le amicizie decennali di almeno due coppie diventate, prima genitori, e poi – naturalmente – nonni. Siamo a Milano, la metropoli e la diocesi forse più significative e innovative al mondo. È il giugno 2014, il clima culturale ed economico è quello moderno che riassume le tensioni più acute e cruciali – si potrebbe dire “come al solito”, dall’ultimo dopoguerra del secolo scorso in Occidente – relative all’universo contemporaneo.
Già da alcuni anni si sta parlando e preparando, in quella che da sempre viene definita la capitale morale dell’Italia, perché espressiva di tutta la cultura occidentale, il più grande avvenimento sociale mondiale della nostra epoca, l’EXPO 2015, inaugurato il primo maggio scorso.
Il suo tema prescelto ha già catalizzato i dibattiti più avanzati sia sul piano sociale che spirituale tra i più emblematici nella nostra contemporaneità. Nutrire il pianeta è il suo titolo che sintetizza, in effetti, sia la fattualità più economica e quotidiana che la dimensione culturale massimamente verticale, quella dell’indispensabile “convivialità umana” (espressamente ricordata e trattata dal cardinale Scola, storico arcivescovo della più grande e importante diocesi nella Chiesa universale: Papa Ratzinger dixit).
Al centro di questa temperie culturale e spirituale, civile e religiosa (purtroppo anche di crisi economica), due coppie di vecchi e sempre più arzilli nonni milanesi decidono di fondare senza indugi un’associazione intitolata significativamente Nonni2.0. Così, l’avvocato Giuseppe Zola (politicamente conosciuto come Peppino) e l’ex manager internazionale Pierluigi Ramorino, con rispettive consorti molto coniugate, Adriana Mascagni (conosciutissima come musicista attiva di talento da più di mezzo secolo) e Beatrice Puricelli, danno vita, dopo sei figli e molti nipoti, al movimento forse più rappresentativo delle realtà sociali della nostra era denatalizzata. Quello dei nonni, quantitativamente sempre più numerosi e, perennemente, gli indispensabili custodi della sapienza come memoria.
Ma la preoccupazione principale di questi quattro nonni, cattolici e scrupolosi seguaci di don Luigi Giussani, il più grande educatore al mondo del ventesimo secolo e in via di canonizzazione, è duplice e ben lontata dall’idea stereotipata che, ingiustamente, viene coltivata intorno a questa silenziosa e importantissima categoria.
Da un lato, raccogliere le energie gigantesche e insospettate, oltreché occultatamente fattive, di questa classe sociale (fino ai bisnonni) di sempre storica e prestigiosa utilità.
E dall’altro lato, metter al centro il loro prezioso patrimonio, apparentemente abbastanza negletto o nascosto, situato nel valore estremo ed insostituibile della tradizione e nelle radici ben ramificate della memoria.
“Nulla può essere intrapreso e si può innovare, contrariamente a quanto si pensa oggi, senza conoscere e tenere ben in conto della tradizione”, ripeteva instancabilmente per più di mezzo secolo il massimo milanese don Giussani.
Ed ecco quindi il nucleo centrale attuale dei Nonni2.0 di cui il sito web costituisce l’organo di
comunicazione principale. Il tema della sua ultima conferenza a Milano era centrato sul Gender, definito anche da Papa Francesco “uno sbaglio della mente umana”.
Le assurde tematiche educative LGBT (Lesbian Gay Bisexual Transgender) sono diventate, per la loro acuta emergenza (a causa delle proposte di legge in via anche di adozione!), gli attuali centri di denuncia e lotta di Nonni2.0. Per non parlare degli illegittimi ed illegali interventi sistematici, detti “educativi”, nelle scuole da parte dei pochi ma agguerriti militanti LGBT, anche all’insaputa dei genitori e delle famiglie: i soli, questi, titolati, riconosciuti pure dalla Costituzione, della genitorialità e del controllo dell’educazione!
Anche i meno vecchi e non ancora nonni sono invitati a partecipare e sostenere Nonni2.0. www.nonniduepuntozeroeu.
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