Comunione e Liberazione, forse il più prestigioso movimento cattolico al mondo, ha lanciato negli ultimi mesi un documento fondamentale, un ennesimo, sul giusto atteggiamento da avere in rapporto alla politica: dal basso e dalla Persona. Dal punto di vista spirituale (il più importante e decisivo per ogni uomo!) non c‘è assolutamente nulla da aggiungere. E questo, già da molti decenni, da quando cioè don Giussani – il suo fondatore in via di canonizzazione – aveva rilevato i principi sorgivi dell’azione mondana, dunque politica, sempre collegata e dipendente dalla dimensione trascendente. Detta proposta di CL è anche di agire personalmente per ricostruire, dal basso, una cultura politica realistica e onesta. La mistificazione più diffusa della politica è, in effetti, quella riduttiva alla sola sua visione orizzontale e fattuale. Essa ha così potuto essere svelata nella falsificazione sua più generale: quella di proporsi come globale e risolutiva di tutti i problemi umani mentre è intrinsecamente ridotta, ridottissima, ad una parte, volta a volta economica, sociale o culturale. L’uomo, si sa o si dovrebbe sapere, è invece fatto non solo di materialità cosiddetta tangibile: “non di solo pane vive l’uomo”… Ma soprattutto, questa dimensione orizzontale e apparentemente concreta tende a rinchiudere la totalità dell’essere umano escludendo tutta la sua verticalità spirituale e culturale. Così anche le sue pretese e conseguenti “soluzioni”, dette immediate e razionali (in realtà, molto razionalistiche), si rivelano perlopiù infondate e spessisimo sbagliate. Non solo insufficienti, ma errate, inumane. È in effetti dalla globalità e dalla sua totalità che la politica può entrare veramente nella realtà per trovarne le soluzioni adatte, libere e condivisibili: lo scopo della politica è infatti mettere in atto soluzioni giuste e adeguate. Vale a dire ciò che comunemente si è in tutti i tempi chiamato il “bene comune”.
Andare a votare significa dunque scegliere, in vera libertà, tra le offerte politiche che si presentano. Innanzitutto, si deve individuare quella concepita e costruita a partire da una visione dell’uomo totale e globale: così come totale e globale è l’uomo stesso. Chi sceglie un partito che coltiva una visione riduttiva della vita umana si è già auto-andicappato. Attualmente, se è vero che le ideologie degli ultimi due secoli sono perlopiù scomparse perché rivelatesi palesemente errate – si dice che viviamo in un mondo deideologizzato –, non è per niente vero che, sempre false, siano esse morte. In realtà, le due vecchie visioni filosofiche più diffuse, quella comunista e quella nazifascita, si sono metamorfosate, con tutto quanto il loro diabolico totalitarismo, in nichilismo e relativismo. Certo, le loro apparenze sono state filtrate dalle trasformazioni cosmetiche delle mitologie anche iperdemocratiche o democraticistiche, per cui sarebbe vero e giusto ciò che è apparentemente maggioritario. Ma la loro sostanza liberticida è quasi sempre rimasta intatta. L’idea, per esempio, della superiorità dello Stato rispetto alla Persona è ancora quasi totalmente restata: lo statalismo, reso anche subdolamente anonimo dal dilagante burocratismo, diventa sempre più solido e apparentemente inamovibile. Così i nostri “valori cristiani non negoziabili” sono gabbati e disattesi, quando non derisi e sconfitti nell’indifferenza.
Il tutto giustificato dalla cosiddetta legge dell’apparente maggioranza democratica che avrebbe priorità sull’intangibile legge naturale, divina della Verità. Ci si è anche dimenticati che l’orribile Hitler è stato eletto democraticamente: il suo nichilismo tuttostatalista, iperdemocratico per partecipazione attiva e massimamente dittatoriale è già passato alla storia.
Si considera così normale – senza esserne nemmeno coscienti – che negli Stati europei si debba lavorare fino ad agosto o settembre per pagare il costo delle oceaniche amministrazioni pubbliche: in Belgio, dove vivo principalmente da quasi quarant’anni, si è ormai giunti all’incredibile assurdo di tanti funzionari statali da mantenere quanti sono i lavoratori privati che producono ricchezza primaria! Ho calcolato che tutti i giorni devo lavorare fino alle quattro meno un quarto del pomeriggio per solo pagare le tasse. In Europa, poi, l’età media delle pensioni e delle prepensioni è di 56 anni e qualche mese (le statistiche, come al solito, sono molto silenziose su tali dati). E pochissimi sanno che i contributi versati per avere siffatti privilegi generalizzati da piccoli nababbi postmoderni e postumani (salvo essere veramente malati, naturalmente), sono inferiori di molto al 20% del suo costo totale (calcolo non proprio possibile veramente a causa della longevità che, felicemente, aumenta senza sosta). Il restante 80%, e più, è sempre sul gobbone delle generazioni seguenti e quasi ignare: un vero e proprio furto organizzato in tutta tranquillità e legalità, oltreché silenziosamente, dalle due generazioni adulte (a cui appartengo) vissute dagli anni ’60. Esse si sono attribuite rimunerazioni a vita sulla base, insostenibile, degli ultimi stipendi (aumentati spesso anche ad hoc)… Bisognerebbe invece lavorare attivamente sempre fino all’ultimo respiro: proporzionalemente alle proprie forze, va da sé.
Quale partito e quali politici vado allora a votare?
Forse uno di quelli che si lamentano indifferenziatamente di tutto e tutti i giorni, vale a dire la quasi totalità, estrapolando dissennatamente da ogni rivendicazione immancabili presunti “diritti inalienabili” da perseguire?
Che producano prima un’analisi implacabile e completa come questa suddetta e la dicano, ripetendola instancabilmente, fino a renderla di comune e pubblico dominio!
Poi facciano il loro programma politico avendo però prima calcolato – sempre prima – di quanto statalismo (il cancro praticamente quasi incurabile della nostra epoca!) si dovrà immediatamente ridurre per far fronte alle innumerevoli promesse elettorali: altrimenti altre tasse dovranno necessariamente essere ancora pubblicamente caricate… A questo punto, e solo a questo punto, potrò cominciare a selezionare i possibili partiti e persone da votare. Epperò si dovrà costatare, in ogni Paese europeo, che questi partiti restanti da precegliere o da preferire (a volte nemmeno uno!) dispongono solo di qualche punto percentuale nei sondaggi preelettorali. E questo a riprova che l’attuale devastazione è stata meticolosamente costruita, se non proprio voluta coscientemente da quasi tutti, giorno dopo giorno, da più di cinquant’anni di scelleratezze desiderate e programmate: dalla denatalità e dai debiti pubblici fino ai privilegi a gogo e alle follie ideologiche del Gender.
I partiti e i politici non fanno altro che obbedire ai loro elettori. La verità non rende subito popolari…
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